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Che 2012 birrario è stato – I risultati

Esattamente dodici mesi fa (meno un giorno) ci ritrovammo su queste pagine per l’ormai tradizionale gioco di fine anno: prevedere quali fenomeni avrebbero caratterizzato il 2012 birrario. Ora che mancano pochi giorni al 2013, è il momento di rispolverare quell’articolo per verificare chi tra voi lettori si è calato meglio nelle vesti del Nostradamus della birra. Come al solito vi ricordo che non si vince niente, se non la soddisfazione di aver capito come si sarebbero svolte le cose nei mesi a venire. Difficile che qualcuno abbia realmente poteri premonitori, più facile invece che sappia comprendere per tempo le evoluzioni di un mondo nel quale, per passione o lavoro, si trova immerso quotidianamente. Andiamo dunque a scoprire i risultati…

I trend della birra artigianale in Italia

Premetto che il 2012 è stato secondo me un anno abbastanza statico, senza grandi rivoluzioni nell’ambiente. E’ come se tutti si fossero presi un periodo di riflessione, in attesa di capire come sarebbe evoluto il settore. In un contesto del genere le vere novità sono arrivate dall’esterno e più precisamente dall’industria, che sembra sempre più interessata a penetrare un segmento creato da zero dagli artigiani. Mi riferisco alle recenti strategie di Peroni (ingresso in Eataly, ma non solo), ma anche alla crescente influenza di Assobirra con i comitati locali: A.BI. Lazio prima e A.BI. Campania poi.

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Chi aveva pronosticato grandi cambiamenti è quindi finito decisamente fuori strada. Io ad esempio avevo previsto la riscoperta di stili semplici in contrapposizione all’egemonia delle IPA, un uso più “intelligente” di ingredienti locali e una crescita del concetto di stile italiano. A eccezione parziale dell’ultimo fenomeno, per il resto devo ammettere di aver toppato alla grande 🙂 .

Oltre all’invasione dell’industria, un altro trend del 2012 è stata la nascita di tanti progetti brassicoli privi di impianto: tante beer firm, ma anche diversi progetti “gipsy”. Così chi sosteneva una crescita zero di aziende birrarie si è dovuto ricredere: al momento Microbirrifici.org riporta la presenza in Italia di 517 birrifici (Amarillo ci è andato vicino, pronosticandone 499 a fine anno).

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Tra i migliori investigatori dei fenomeni del 2012 dobbiamo quindi citare ancora una volta Velleitario (ottimo “lettore” del mercato) che aveva appunto immaginato la crescita delle produzioni esternalizzate e conto terzi. Non è un caso poi che le mosse dell’industria fossero state profetizzate da Lelio Bottero, uno che il marketing del settore lo conosce molto bene.

Chi come Carletto aveva previsto una crescita dei birrifici agricoli sembrava inizialmente averci preso alla grande (subito Baladin agricolo), salvo poi assistere a un ridimensionamento degli effetti del fenomeno a causa della recente legge si stabilità.

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Da segnalare che qualcuno aveva prefigurato un rinnovato interesse per stili antichi di stampo europeo, aspetto che in parte si è concretizzato grazie ad alcuni progetti più o meno specifici (ad esempio la Polska di Amiata). Nessuno aveva invece previsto come alcuni birrifici, italiani e non, si sarebbero concentrati su birre “ancestrali”, di cui la collaboration Etrusca (Baladin + Birra del Borgo + Dogfish Head) è stato l’esempio più evidente.

Zero previsioni anche per il grande anno di Interbrau, tra l’acquisizione del marchio Thomas Hardy’s, il debutto del birrificio Birra Antoniana e altri colpi di marketing (sponsor del Milan su tutti).

Le conferme internazionali

In un anno in cui non ci sono stati veri e propri exploit italiani nei concorsi internazionali, trovare dei birrifici da inserire in questa fascia non è semplice. Ducato e Birrificio Italiano meritano la solita menzione, ma anche Collesi, Birradamare e Kamum hanno raccolto belle soddisfazioni internazionali nel corso del 2012. Fuori dal discorso concorsi, bisogna citare sicuramente Montegioco e Loverbeer: il primo per la vittoria a Birraio dell’anno, il secondo per i tanti inviti e le tante collaborazioni che lo hanno visto protagonista nei passati 12 mesi.

Alla luce di queste conclusioni, i complimenti vanno a coloro che avevano individuato questi birrifici nell’articolo di un anno fa: Frizz, Gennaro e Nazucao.

Le sorprese

Un anno fa inserii in questa fascia tre nomi: Birrificio del Forte, Free Lions e la consacrazione di Brewfist. Direi che è stata una previsione piuttosto azzeccata, in particolare con l’esplosione dell’ultimo produttore sul mercato romano (e non solo).

Tra i commenti dei lettori spesse volte era apparso il nome Buskers, e a ragione: il progetto di birrificio itinerante ha ottenuto un ottimo riscontro, aprendo la strada verso modelli di business diversi da quelli tradizionali. Complimenti dunque a chi aveva citato il marchio: Indastria, Baseball furies, Ghost Writer, Carletto e Nazucao.

La sfera di cristallo

In questa categoria rientrano le previsioni più fuori di testa, quindi non è un caso che molte siano risultate sbagliate. In particolare il fenomeno della lattine in Italia non è decollato (direi il contrario), né è stato programmato un reality show con i birrai 🙂 . Ancora aspettiamo un vero brewpub a Roma, mentre le birre dedicate alla profezia dei Maya sono state parecchie, ma non 50 come avevo pronosticato 😛 .

Tra tutte queste previsioni, segnalo però quella di Gennaro Cerullo, che parlò di una birra a nome Cronache di Birra. Se leggete costantemente questo blog, saprete che la premonizione di Gennaro si è realizzata, ma vi assicuro che non la ricordavo assolutamente quando decisi di comunicare la nascita della Cronache di Birra IPA. Potere della suggestione? 🙂

Rispetto agli scorsi anni non riesco a trovare un Nostradamus birrario migliore degli altri, anche se Velleitario si è confermato al top nelle previsioni. Così come per il 2012 birrario lasciamo allora in sospeso il giudizio, in attesa delle previsioni per il 2013. Tenetevele però strette, perché saranno l’argomento del post di domani.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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9 Commenti

  1. Secondo me un dato importante (previsto o accennato) è la crescita di birre italiane nel formato da 33cl, non così scontata come previsione 1 anno fa. Certo, non avrà superato la 75cl ma molti cominciano a preferirla.

    • Sì era una tua previsione. Il fatto è che non mi è sembrato che ci sia stato un cambio di direzione così netto… tanti birrifici escono ancora col formato unico da 75 cl…

  2. AHAHa!!! Davvero Andrea! Ci ho preso con la birra di cronache, anche io non mi ricordavo proprio questa profezia!! (Prc pttn.. potevo giocare all’ enalotto quel giorno invece di giocarmi il jolly dove non si vince niente). La solita sfortuna, cmq sono felice di averci preso anche con Montegioco e Loverbeer, ma sono talmente bravi che era abbastanza scontata la loro performances. Per il resto allora devo iniziare a pensare qualche altra cosa per domani..ok.

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