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Birra Gaia cerca un birraio a tempo indeterminato per ampliamento produzione

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Cedesi 100% di quote sociali di birrificio artigianale. Lo...

Il Birrificio Lariano cerca agenti di commercio in Triveneto

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Il sito delle "carriere birrarie"

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La traduzione lascia un po’ a desiderare, ma si tratta proprio di qualcosa del genere… Apprendo da un post di Richard Stueven, autore del “Beer Me” Blog, che sul web è presente Careers in Beer, un sito dedicato a tutti coloro che cercano un lavoro nel mondo della birra. Gli impieghi sono diversi, da – ovviamente – mastro birraio ad addetto alle vendite, da responsabile marketing a cuoco. E via di questo passo.

Neanche a dirlo, il sito è completamente in inglese e sono previsti solo lavori negli Stati Uniti. Bella idea però, perché qualsiasi appassionato può vedere quale impiego potrebbe ricoprire nel settore. Chissà che qualcuno non scopra la sua nuova professione…

Hopsinjoor miglior birra dello Zythos 2008

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Zythos Bier FestivalTorno finalmente a scrivere su queste pagine dopo alcuni giorni in cui sono stato costretto a letto causa influenza: ebbene sì, il colpa di coda della recente epidemia che ha messo ko mezza penisola ha colpito anche me, proprio quando ormai ero sicuro di esserne rimasto immune. Per questa ragione mi si perdoni il ritardo con cui pubblico il presente post, che ormai rischia di risultare anacronistico, perché riporta una notizia di qualche giorno fa, ma che mi sembrava comunque meritevole di mezione: la Gouden Carolus Hopsinjoor è stata votata migliore birra dalla giuria popolare del recente Zythos Bier Festival.

Inutile tediare tutti con la spiegazione di cosa rappresenti lo Zythos – anche perché è stato invaso da metà degli appassionati di birra residenti in Italia -, basti sapere che è una delle manifestazioni birrarie più importanti d’Europa. Piuttosto è indicato spendere qualche parola per la Hopsinjoor, ultima nata in casa Het Anker, birrificio famoso per la “linea” Gouden Carolus. Si tratta di una novità recentissima, tant’è che volevo dedicargli un articolo a parte quando lessi della sua presentazione su In.Birrerya, ottimo blog collegato al sito di “beer-shopping” Birrerya.com. Al tempo decisi di desistere, ma a quanto pare l’occasione per riprendere in mano questa idea non si è fatta attendere.

Come ci vedono in Repubblica Ceca

Evan RailIl portale ceco Prague Daily Monitor ospita un interessantissimo blog sulla birra, ricco spesso di spunti interessanti. L’autore è Evan Rail, americano di nazionalità ma residente in Repubblica Ceca, che ha scritto diversi articoli sulla birra artigianale, nonché la Good Beer Guide del Camra sul paese dove attualmente vive.

L’ultimo post di Rail, intitolato eloquentemente “Italian Beer Culture”, è una breve panoramica della cultura birraria nostrana vista dagli occhi di chi proviene da una tradizione brassicola così antica come quella ceca. Il pretesto per l’articolo è un viaggio (ancora in corso) dell’autore in Italia, dove presumibilmente visiterà le principali mete birrarie. Prima tappa è stato il Birrificio Italiano di Lurago Marinone (la grande foto di Agostino Arioli ad apertura del post non lascia dubbi in tal senso), dove oltre a provare le migliori produzioni disponibili, il buon Evan è potuto entrare in contatto con la “fauna” di appassionati presenti in loco. E la reazione è chiaramente entusiastica:

In Veneto apre i battenti il BirrOne

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Come annunciato da Simone Dal Cortivo su ihb, il prossimo 19 aprile sarà inaugurato il BirrOne, un nuovo birrificio artigianale situato a Isola Vicentina (Vicenza). Poche le informazioni al riguardo, se non che il parto di questo progetto è stato piuttosto travagliato e che fondamentale è stato l’apporto di Paolo De Martin di Villapola.

La serata di inaugurazione comincerà alle 17,00 per concludersi alle 20,00 in via Bacchiglione 11 a Isola Vicentina. Secondo la scheda presente su Microbirrifici.org, la produzione si concentra su birre a bassa fermentazione. In attesa di novità, un grande in bocca al lupo per questa nuova avventura!

D'accordo, lo ammetto…

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Baladin Nana…non esiste alcuna Baladin Nana: era un semplice e innocuo pesce d’aprile. Pensavo che fosse anche scontato: insomma, il nome ridicolo della birra e quello poco credibile del luppolo italiano (per di più già pronto dopo qualche settimana dalla comunicazione del progetto?) mi sembravano ottimi indizi. Invece a quanto pare la notizia ha colto in inganno non poche persone e ha iniziato a diffondersi in rete, ad esempio su Birra Zen o sul forum di Birraiolo. Prima che la cosa vada fuori controllo e riceva una talefonata incavolata da qualcuno del Baladin, preferisco uscire allo scoperto 🙂 . Se poi lo scherzo sarà stato d’ispirazione per la prossima birra in quel di Piozzo, meglio così!

I 50 migliori birrifici USA secondo la Brewers Association

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Come ogni anno, la Brewers Association (associazione di categoria statunitense) ha pubblicato la lista dei 50 migliori birrifici artigianali americani. L’elenco si basa sulle statistiche di vendita nell’arco dell’anno appena passato. Ventuno sono gli stati americani rappresentati, con la California in pole-position grazie a ben 8 produttori.

Come dichiarato da Paul Gatza, direttore della Brewers Association:

La stragrande maggioranza dei birrifici negli USA sono produttori artigianali indipendenti, che continuano ad alimentare la sperimentazione nel settore e a stabilire di volta in volta nuovi standard nella produzione brassicola. Nel 2007 ben 1.406 birrifici su 1.449 erano piccole aziende tradizionali.

Nella lista appaiono sia nomi piuttosto diffusi anche da noi, sia birrifici pressocché sconosciuti. A livello informativo riporto giusto il podio: prima la Boston Beer della città omonima, medaglia d’argento per la Sierra Nevada, terzo posto per la New Belgium (leggo ottime cose su questo produttore, sarei curioso di assaggiare qualche loro creazione). La lista completa è consultabile sul sito dell’associazione, nella sezione dedicata ai dati sull’industria della birra artigianale del 2007.

Torna il Pils Pride!

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Pils PrideDopo la prima edizione dello scorso anno, il prossimo maggio torna il Pils Pride, manifestazione organizzata dal Birrificio Italiano e dedicata completamente alle pils. L’idea è di valorizzare quello che è lo stile birrario più diffuso al mondo e, proprio per questo, più trascurato: le birre industriali, che oggi troviamo in quasi tutti i bar e pub esistenti, derivano proprio dall’antico stile pilsner, del quale però non rappresentano che una tragica caricatura. Fortunatamente esistono diversi ottimi produttori artigianali che restituiscono giustizia a questa diffusa tipologia di birre.

Birrificio Cajun: ancora una novità dalla Toscana

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CajunLa Toscana si conferma ancora la regione emergente nel panorama nazionale della birra artigianale. Ai tanti birrifici nati negli ultimi tempi si è da poca aggiunta una nuova realtà: Cajun. L’idea alla base di questo progetto prende forma all’inizio del 2006, quando Gianfranco Amadori e Walter Scarpi decidono di gettarsi nell’avventura dell’arte brassicola, ancora ammaliati dal fascino delle birre artigianali dopo anni passati a consumare prodotti industriali.

Grazie alla collaborazione con il Birrificio Lodigiano e con enti e associazioni locali, il Cajun riesce a brassare la sua prima creatura, la LOM, prodotta con “Marron Buono di Marradi”. La ricetta si perfeziona più tardi, quando il Cajun avvia un partnership produttiva col vicino Birrificio Rhyton.

La BBC racconta la vita da pub

Se avete un po’ di tempo libero, vi consiglio di seguire questo documentario della BBC che racconta la vita da pub britannica e ne ripercorre la storia. Ovviamente il tutto in lingua inglese.

 

Baladin debutta nella bassa fermentazione

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Baladin NanaATTENZIONE: questo è un passato Pesce d’Aprile!

Alla fine anche il più importante birrificio artigianale d’Italia, il Baladin, rivoluziona le proprie abitudini con il suo primo prodotto a bassa fermentazione. La birra si chiamerà Nana, un nome ricorda in qualche modo le precedenti creature del birrificio di Piozzo, ma che è anche un chiaro gioco di parole con riferimento al metodo di produzione. La Nana rientrerà nella categorie delle pils, anche se chiaramente subirà le influenze della spiccata creatività di Teo Musso.

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