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Vendesi Sala Cotte da 5 hL e attrezzatura specialistica

Birrificio vende sala cotte da 5 hL e attrezzature....

Il Birrificio BIRA vende impianto completo con sala cottura da 2,5/2,7 hL

Il Birrificio BIRA vende, preferibilmente in blocco, impianto completo...

Birrificio dell’hinterland milanese cede intera attività o vende impianto produttivo

Si propone in vendita brewpub nell’hinterland milanese, avviato nel...
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Su Netflix la serie tv dedicata all’Oktoberfest (che ha fatto infuriare l’Oktoberfest)

Una serie tv incentrata sulla birra? A ben vedere non è una novità: nel recente passato abbiamo parlato della sit-com Brews Brothers, ma in precedenza già c’erano state produzioni televisive di stampo divulgativo e ricreativo, come quelle con Sam Calagione, i fondatori di Brewdog o il mitico Michael Jackson. Da qualche giorno è disponibile sulla piattaforma Netflix una nuova mini-serie storica tedesca intitolata Oktoberfest: birra e sangue (Oktoberfest 1900 nella versione originale), che ovviamente ruota intorno alla grande festa di Monaco di Baviera e all’industria brassicola dell’epoca. La serie è infatti ambientata nella Germania di inizio XX secolo e consta di sei puntate, trasmesse in patria tra il 15 e il 23 settembre sui canali del gruppo televisivo ARD. La messa in onda ha fatto infuriare gli organizzatori dell’Oktoberfest per il modo in cui sono raccontate le vicende dei protagonisti, sollevando un polverone non indifferente. Per capire il motivo, bisogna partire dalla trama della serie.

Il birrificio Orso Verde cambia nome: benvenuta Birra OV

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Se siete assidui frequentatori degli annunci di Cronache di Birra, non vi sarà sfuggito quello recente riguardante il birrificio Orso Verde. Lo storico marchio di Busto Arsizio (VA) cede infatti la sua intera sede produttiva (comprensiva di impianto) per trasferirsi in un vicino stabile più ampio e funzionale. E questa è solo una delle tante novità che stanno caratterizzando gli ultimi mesi di vita del produttore lombardo: la più roboante e clamorosa è relativa al cambio di nome. Da ora in poi, infatti, il birrificio non si chiamerà più Orso Verde ma Birra OV, con il mantenimento quindi delle sole iniziali come fosse un acronimo. Parallelamente cambia anche il logo: possiamo – finalmente aggiungerei – dire addio al tenere orsetto intento a bere un bicchiere di birra e accogliere un nuovo orso bicromatico, dall’atteggiamento orgoglioso e impavido. La tagline diventa “Indomita dal 2004”.

Nuove birre da Birra dell’Eremo, Lucky Brews, Liquida, Bruton e Low Land con 5+

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L’umbro Birra dell’Eremo è un birrificio che personalmente apprezzo da sempre e che negli ultimi anni sta finalmente ottenendo l’attenzione che merita a livello nazionale (e non solo). Uno dei passaggi che ne hanno decretato il definitivo salto di qualità è probabilmente l’adozioe della lattina, contenitore che è stato utilizzato per alcuni prodotti “storici” dell’azienda, ma anche per creazioni totalmente inedite. È tra quest’ultime che rientra la Tuka (6,2%), una New Englan IPA brassata con lievito Vermont e con un generoso dry hopping di luppoli Sabro, Simcoe e Mosaic. Come da copione aspettiamoci una birra decisamente velata, con un corpo setoso e una chiusura equilibrata, in cui il profilo aromatico è dominato da note di ananas, passion fruit e, più in lontananza, cocco, pesce e vaniglia. La Tuka è disponibile in fusto e ovviamente in lattina, ma non sarà facilissima assaggiarla in questi giorni: sul sito del birrificio risulta già esaurita, segno che è stata accolta con grande interesse da parte di appassionati e operatori del settore.

Vendesi impianto produttivo completo (6,5 hl) con attrezzature

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Vendesi impianto completo adatto a produrre in doppia cotta 650 litri di birra a 14°P comprensivo di cantina con 4 fermentatori, serbatoi per accumulo e recupero termico, imbottigliamento, cella frigo e attrezzatura varia (impianto in provincia di Vicenza).

Costituito da:

  • Serbatoio di ammostamento+filtrazione(elettrico),
  • Serbatoio Bollitura + Wirpool,
  • gruppo ossigenazione mosto,
  • 4 serbatoi di fermentazione da 700L,
  • Contalitri Siemens certificato per agenzia dogane,
  • Caldaia di accumulo acqua calda a 78°C,
  • Serbatoio di accumulo acqua di rete coibentato per recupero termico,
  • tino priming da 1000L,
  • Serbatoio coibentato di accumulo acqua gelida glicolata completo di chiller,
  • Riempitrice a depressione a 4 becchi enolmaster,
  • Tappatrice pneumatica,
  • Compressore silenziato per tappatrice pneumatica,
  • Etichettatrice,
  • Mulino,
  • Transpallet elettrico + transpallet manuale,
  • Cella Frigo da 12 metri quadri smontabile con pannelli in melamina coibentati,
  • Lavandino inox e tavolo inox per operazioni di cantina,
  • 5 gabbie portabottiglie chiudibili per stoccaggio bottiglie,
  • 2 spine sovrabanco a 2 vie raffreddamento ad aria,
  • 2 spine carrellate (una a 7 vie e una a 5 vie),
  • Gazebo completo di illuminazione e attrezzatura per eventi,
  • Tubazioni +raccordi+ pompa carrellata per operazioni di cantina.

Per informazioni tecniche piu’ dettagliate (trattativa e prezzi in privato) chiamare Cracco Massimo : 3332907097 o scrivere a [email protected].

Dall’EBCU un nuovo documento sugli stili birrari del mondo

Sul finire della scorsa settimana l’EBCU (European Beer Consumer Unione, cioè l’associazione europea dei consumatori di birra) ha pubblicato la prima edizione del suo documento sugli stili birrari, battezzato The Beer Styles of Europe and beyond – nonostante il nome, include anche gli stili americani – e curato dal mitico Tim Webb. La notizia è stata rilanciata in Italia da Unionbirrai, che appunto fa parte dell’EBCU e che ha contribuito attivamente alla redazione delle linee guida insieme alle altre associazioni europee, tra cui l’italiana MoBI. Si tratta dunque di un documento per certi versi simile alle ben più famose Style Guidelines del BJCP, ma con alcune sostanziali differenze. Innanzitutto lo scopo: la risorsa del BJCP è pensata per i concorsi birrari, mentre quella dell’ECBU come risorsa per i consumatori. Quest’ultima poi riporta una semplice descrizione per ogni stile, mentre quello del BJCP fornisce una miriade di informazioni su caratteristiche organolettiche, ingredienti tipici, storia, confronto con altre tipologie e altro ancora. In realtà le linee guida dell’associazione europea sono ancora “in progress” e nel futuro si arricchiranno di molti contenuti. Intanto però possiamo analizzare il modo in cui sono state concepite.

San Gabriel sarà la birra ufficiale dell’edizione 2020 del Giro d’Italia

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La crescita del comparto della birra artigianale è testimoniata anche da elementi marginali, ma non meno importanti. Ad esempio è notizia recente che lo storico birrificio San Gabriel di Levada di Ponte di Piave (TV) sarà uno degli sponsor ufficiali del Giro d’Italia 2020, competizione che partirà domani da Monreale. Per l’occasione il produttore veneto lancerà una nuova creazione battezzata Sport (3%): una birra dal tenore alcolico molto contenuto per essere consumata dopo l’attività sportiva come integratore. Non è la prima volta che San Gabriel si dimostra vicino al ciclismo e, come riportato da Treviso Today, la partnership prevede anche la sponsorizzazione del Giro E, uno “spin off” che si corre con biciclette elettriche.

Anche una birra artigianale nel terremoto che sta sconvolgendo il Vaticano

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Sono ormai diversi anni che la birra artigianale compare con una certa frequenza sui mezzi di comunicazione generalisti: accade in occasione di concorsi a tema, aperture di nuovi birrifici o approfondimenti su tipologie particolari. In questi giorni, tuttavia, uno specifico marchio brassicolo è finito al centro di un’importante inchiesta che coinvolge nientemeno che il Papa e più in generale la gestione delle finanze all’interno del Vaticano. È una notizia che non dovrebbe suonarvi nuova, essendo ormai presente costantemente sulle prime pagine dei principali quotidiani, e che sta sempre più assumendo le tinte di una lotta intestina per il controllo degli affari economici della Chiesa. Tutto è nato dal caso Angelo Becciu, l’ex cardinale braccio destro di Papa Francesco, che proprio dallo stesso pontefice è stato “invitato” a lasciare il ruolo di prefetto della Congregazione delle cause dei santi, perdendo persino i diritti connessi al cardinalato. E nel vortice originatosi dalla vicenda è stata risucchiata anche la Birra Pollicina di Angel’s Beer, marchio di proprietà del fratello dell’ex cardinale.

Il birrificio Mezzavia vende tino miscelatore, riempitrice e tappatrice

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Il birrificio Mezzavia vende in blocco o separatamente:

  • Tino di miscela da 14 hl marca Spadoni, anno 2017, dotato di due ingressi tangenziali per eseguire mescolamenti a mezzo carico o pieno carico. Il serbatoio è stato utilizzato per la rifermentazione in bottiglia e fusto. Può andare in pressione fino a 0,5 bar ed è dotato di asta di livello, valvole rompi-vuoto e sovra-pressione. Prezzo 3.300 € + iva.
  • Riempitrice a caduta marca TEM anno 2014 a 6 ugelli, dotata di pompa bidirezionale comandata da livello elettronico. La pompa possiede inoltre il bypass, la girante è in epdm e le tenute sono in viton. Includiamo ricambi e oring per un valore di oltre 150 €. Velocità di riempimento birra piatta 700-900 b/h. Prezzo 1.100 € + iva.
  • Tappatrice pneumatica con boccole per tappo da 26 e 29. Prezzo 300 € + iva.

Il prezzo per l’intero blocco è di 4.300 €.

Se interessati potete scrivere all’indirizzo [email protected] o chiamare il numero 0707513075 .

Dopo oltre 60 anni una nuova birra del trappista Rochefort: ecco la Triple Extra

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In anni recenti abbiamo assistito alla nascita di diversi birrifici trappisti, benché il loro numero sia ancora assai contenuto: al momento i produttori rientranti in questo ristrettissimo novero sono appena 13 in tutto il mondo, ma ancora nel 2012 l’elenco era limitato ai sette nomi storici (i sei del Belgio più l’olandese De Koningshoeven). Numeri a parte, un tale incremento ha reso il lancio di nuove birre trappiste un evento molto più frequente rispetto al passato, fino alla singolare prolificità dell’americano Spencer che vanta una gamma decisamente ampia. Tuttavia negli ultimi giorni si è creata grande attesa intorno alla notizia che il birrificio Rochefort dell’abbazia di Nostra Signora di Saint-Remy era in procinto di presentare una sua nuova creazione, i cui dettagli sono stati svelati proprio in queste ore. La new entry è stata battezzata Triple Extra (8,1%), è strettamente legata alla storia del monastero e va ad affiancare le uniche altre tre birre del birrificio (Rochefort 6, 8 e 10). Per spiegare l’importanza dell’avvenimento, sappiate che l’ultima novità di Rochefort (la Rochefort 8) fu introdotta sul mercato nel lontano 1954.

Nuove birre da Alder con Brewfist ed Elvo, Lieviteria, Porta Bruciata e Cantaloop

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Il birrificio Alder è sicuramente una delle novità più interessanti degli ultimi mesi nel panorama nazionale. Ancora non ha festeggiato il primo anno di attività, eppure la gamma del produttore lombardo può già vantare diverse birre decisamente interessanti. Ad esse si aggiungono ora due ulteriori creazioni, nate recentemente dalla collaborazione con altrettanti birrifici italiani. La prima si chiama Soling (6%) ed è stata messa appunto da Brewfist (sito web) proprio in collaborazione con il marchio di Marco Valeriani. Si tratta di una DDH India Pale Ale con intensi aromi di frutta tropicale provenienti dai luppoli impiegati (Citra e Centennial), ma dominata soprattutto dalle note derivanti dall’aggiunta in maturazione di quantità considerevoli di scorze di limone, con un risultato che a me ha quasi ricordato una caramella Charms. Il nome è quello dell’omonima imbarcazione con cui si può immaginare di solcare lo stretto di Messina mentre si beve la birra. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di Brewfist.

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