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Posso chiamare la mia birra Fucking Hell? L’Europa dice di sì

Dopo il post di ieri sulla birra Brewd… ehm Nostrale, anche oggi parliamo di scelte di marketing discutibili, ma in modo molto più leggero – dopotutto è pur sempre venerdì. Sapete che le regole europee sul copyright sono abbastanza rigide, soprattutto per quanto riguarda la scelta di nomi controversi. Ciononostante e per quanto possa sembrare assurdo, l’autorità comunitaria preposta negli scorsi giorni ha permesso a un’azienda di registrare il nome “Fucking Hell” per la sua birra. Com’è possibile? Discorso lungo, ma cominciamo col dire che l’azienda ha sede in Germania e Fucking è il nome di un piccolo comune austriaco. Iniziate a capire come si è svolta la faccenda?

Forse avrete capito che dietro c’è tutta una mossa di marketing. Fucking come detto è una città dell’Austria settentrionale, Hell è la contrazione di Helles, con cui in tedesco si indica la classica chiara da battaglia. Basta avere un minimo di fantasia, un bel po’ di faccia tosta e fare 1 + 1… il gioco è fatto. Fucking Hell è la birra di Fucking, ma soprattutto una diffusa espressione inglese, tranquillamente etichettabile come volgare e offensiva. Un dettaglio tutt’altro che trascurabile e capace di trasformare il lancio di una nuova birra in un potenziale successo planetario. Con un piccolo problema collaterale: è una scelta piuttosto rischiosa.

E a conferma dell’ultima osservazione, l’ufficio europeo per la registrazione dei marchi non è stato in grado di rilasciare subito il proprio benestare, ovviamente a causa della scelta discutibile del nome. Scelta che ha trovato i suoi detrattori: l’ente europeo ha infatti ricevuto denunce che accusavano il nome di essere offensivo e dispregiativo. Dopo una lunga valutazione della situazione, l’autorità si è espressa respingendo tutte le accuse.

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Come si può leggere su Spiegel Online, le motivazioni sono piuttosto chiare:

Funcking Hell è un’interiezione usata per esprimere una deprecazione, ma non indica contro chi la stessa è diretta. Inoltre non si può considerare riprovevole l’uso di nomi di luoghi esistenti per finalità mirate (come il riferimento geografico), solo perché potrebbe avere significati ambigui in un’altra lingua.

La società tedesca ha così potuto registrare il nome, la cui destinazione d’uso tuttavia è ancora da scoprire. Benché l’obiettivo possa sembrare ovvio, in realtà non esiste ancora una birra con quel nome. Inoltre, da quello che si apprende da Franz Meindl, sindaco di Fucking, in città non esistono birrifici né ci sono progetti di aperture in futuro. Se perciò a breve dovesse essere lanciata una birra Fucking Hell, potrebbe solleversi un altro problema, riguardante l’associazione con un luogo geografico con cui il prodotto non ha niente a che fare. Un po’ quello che è successo in Italia a Heineken con Birra Messina, che la multinazionale continua a mantenere con quel nome nonostante ne abbia spostato la produzione in Puglia.

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Curiosamente, di tutta la questione ciò che preoccupa maggiormente il sindaco di Fucking è l’ulteriore notorietà che acquisirebbe la sua cittadina dall’operazione. Il problema in effetti è decisamente grave:

[Negli ultimi anni] sono stati rubati 12 o 13 cartelli col nome della città. Per questo abbiamo provato a fissarli con calcestruzzo, saldature e ribattini.

L’articolo si chiude affermando che simili problemi sono rintracciabili anche nelle città di Kissing e Petting, così come nel comune tedesco di Pissen 🙂 . Ma al momento non esistono progetti di usare questi nomi per una birra.

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Per concludere in bellezza vi sfido a trovare il nome di una birra utilizzando un gioco di parole con qualche città italiana. Datevi da fare, ma cercate di mantenere un po’ di dignità  🙂 .

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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9 Commenti

  1. E la Superan Ale dove la mettiamo!?!? (calma con le risposte affrettate!)…
    che dire c’è la Cremona(le) potrebbe essere una imperial CreamAle, ma il meglio rimane Codroipo provincia di udine…

  2. Che ne direste di una bella strong lager (volevo scrivere doppio malto, ma qui non fa ridere) di nome The Real ALES? …ovviamente prodotta nell’omonimo comune in provincia di Oristano 🙂

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