Negli ultimi anni il panorama della birra artigianale italiana si è fatto sempre più permeabile agli stimoli esterni, sia in termini di collaborazioni produttive sia nella ricerca di ibridazioni stilistiche e tecniche. Le novità presentate nelle ultime settimane confermano questa tendenza alla contaminazione, che diventa il motore di nuove sperimentazioni: birre nate dall’incontro tra territori diversi, reinterpretazioni locali di tipologie straniere, innesti creativi di ingredienti inattesi. In questo contesto la birra non è solo espressione di un’identità, ma anche uno strumento per dialogare con il fuori, metabolizzando influenze e suggestioni per dar vita a prodotti che raccontano visioni condivise, a volte in modo sorprendente. Tutto questo è ben presente nella carrellata di oggi sulle nuove birre italiane.
LZO
Negli ultimi anni il birrificio LZO (sito web) si è mostrato piuttosto attivo, ma negli ultimi mesi ha incrementato notevolmente il numero di birre inedite, rilasciate con sempre maggiore frequenza. Nelle ultime settimane ne abbiamo contate diverse, a partire dalla Acid Pepper (3,8%), una Berliner Weisse rivista in chiave moderna grazie all’impiego di pepe di Sichuan e lime, per un twist decisamente adatto al caldo tardo primaverile. Ancora più eccentrica è Birra che… cola (5%), una bassa fermentazione realizzata con l’aggiunta di cola che, almeno sulla carta, ricorda prodotti come il radler o la panaché. Le altre due novità di LZO prendono a modello la tipologia delle Bitter, ma interpretandola in maniera diametralmente opposta: la Take me Bitter (3,8%) è molto fedele allo stile britannico, con note di caramello e biscotto; la Scene Crime (4%) è invece definita “Pastry Bitter” perché aromatizzata con ciliegie, cookies e lattosio.
Mukkeller
Nelle panoramiche sulle novità italiane degli ultimi mesi è comparso non di rado il termine “nitro”, indicativo di birre saturate con l’impiego di carboazoto. Questa soluzione tecnologica, che fino a qualche tempo fa appariva come un semplice vezzo, sta ora assumendo in Italia le dimensioni di un vero e proprio trend, con alcuni birrifici che hanno lanciato linee ad hoc. È il caso di Mukkeller (sito web), che a metà aprile ha annunciato il progetto Nitro Club Pub: una serie di birre con carboazoto pensate appositamente per i locali. Dopo la recente The Dark Side of the Mu, una Nitro Stout, è ora il momento della The Gentleman (6%), una Nitro Red IPA. È dunque un’alta fermentazione dal colore rosso intenso, con il contributo prevalente dei malti (note di orzo tostato e nocciola) e una luppolatura delicata ma incisiva, nel segno di aromi agrumati e resinosi. L’azoto armonizza le sensazioni, restituendo un corpo morbido e cremoso.
50&50 + Chianti Brew Fighters
In attesa di assaggiare le creazioni del birrificio 50&50 (sito web), protagoniste dell’appuntamento di Italia a sorsi della prossima settimana, introduciamo la Fragole, Panna e Ch*mp*gne (3,8%), realizzata dal produttore varesino in collaborazione con toscano Chianti Brew Fighters (sito web). Si tratta di una Pastry Sour che rappresenta l’anello di congiunzione tra la Meringata e la Graziella, due birre di 50&50. La ricetta parte da un sour mash, prevede una fermentazione con un lievito neutro (US-05) e successivamente una seconda fermentazione con fragole e lievito da Champagne. L’aggiunta di lattosio e vaniglia la rendono vellutata, senza rinunciare alla delicata acidità di partenza. Il risultato è una birra fresca e “fragolosa”, con un tocco lattico e un finale leggermente secco.
Wild Raccoon + Opperbacco
A proposito di collaborazioni tra birrifici italiani, molto interessante è quella che recentemente ha visto protagonisti il friulano Wild Raccoon (sito web) e l’abruzzese Opperbacco (sito web). Da questo inedito incontro è nata la End Of The Road (6,6%), una New England IPA dal corpo morbido e avvolgente, luppolata con varietà Peacharine, Citra ed El Dorado. Sono proprio i luppoli a dominare la scena, fornendo intense note di pesca dolce, zest di limone e papaya, che permangono a lungo nel retrolfatto. Una birra sicuramente da provare da due birrifici che, a modo loro, ultimamente stanno investigando con decisione il filone delle luppolate di nuova generazione.
Granda + De Ranke
Spostandoci alle collaborazioni internazionali, non può mancare nella panoramica odierna il birrificio Granda (sito web), sempre molto attivo in tal senso. Il produttore piemontese ha finora cercato interlocutori di altissimo profilo e anche la nuova Natural Absolution (6%) non è da meno, perché brassata in partnership con il belga De Ranke (sito web), una vera istituzione tanto in patria quanto all’estero. La birra può essere considerata come una via di mezzo tra una Farmhouse Ale e una Italian Grape Ale: si parte dall’idea di una Saison, fermentata però in maniera non convenzionale con l’aggiunta di mosto di uve Moscato e infine affinata in botti di Barolo. Fresca, secca e delicatamente “selvaggia”, è confezionata in bottiglie da 75 cl con tanto di ceralacca blu.
Dank Brewing + Nama Brewing
E concludiamo con un’altra collaborazione, tornando però all’interno dei confini nazionali. Il marchio Dank Brewing (sito web) ha infatti annunciato la new entry della sua linea Collaboraion Series, realizzata insieme al lombardo Nama Brewing (sito web). Battezzata Coast Driver (4,3%), è una Session IPA sui generis, che vuole richiamare l’immaginario di un viaggio lungo la costa californiana a bordo di un’auto d’epoca: palme all’orizzonte, capelli al vento e un grande senso di libertà. La ricetta prevede l’impiego di luppoli Motueka, Rakau, Waimea e Mosaic, nonché scorza di lime, per una birra fresca e leggera, dall’aroma tropicale, floreale e agrumato.