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Nella Legge di bilancio una svolta epocale per le accise sulla birra

All’inizio di novembre avevamo introdotto la consueta discussione annuale sulle accise con una notizia incoraggiante: la Commissione Agricoltura alla Camera aveva infatti espresso parere positivo per una riduzione delle accise. Era stato un passaggio che ben prometteva nell’ottica della definizione della Legge di bilancio, giunta in questi giorni al suo rush finale. Le buone sensazioni di allora si sono rivelate corrette, perché martedì è arrivata l’approvazione di due emendamenti che non solo confermano lo sconto per i piccoli birrifici indipendenti, ma rappresentano una svolta epocale sul tema. Sebbene la Legge di bilancio ancora non abbia concluso il suo iter legislativo, la conversione del testo è ormai una pura formalità.

Come cambia la disciplina delle accise

I due emendamenti destinati a rivoluzionare la disciplina delle accise sulla birra sono stati presentati dai gruppi di Lega e Fratelli d’Italia a prima firma degli onorevoli Mirco Carloni e Mauro Rotelli. Ambedue gli emendamenti innalzano dal 40 al 50% lo sconto d’accisa per i microbirrifici sino a 10.000 ettolitri di produzione annua, mentre quello dell’on. Carloni si spinge anche oltre, rinnovando lo sconto al 30% per i birrifici sino a 30.000 ettolitri e al 20% per quelli la cui produzione annua non superi i 60.000 ettolitri annui di prodotto finito.

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Ricapitolando, relativamente all’attuale aliquota di accisa sulla birra di € 2,99 per ettolitro e per grado Plato:

  • I birrifici con una produzione fino a 10.000 hl godranno di uno sconto del 50%.
  • I birrifici con una produzione fino a 30.000 hl godranno di uno sconto del 30%.
  • I birrifici con una produzione fino a 60.000 hl godranno di uno sconto del 20%.

Si tratta in realtà di un ritorno al passato, perché gli stessi sconti erano stati introdotti nel 2022 e poi prorogati nel 2023. Nel 2024 invece era stato compiuto un passo indietro, con l’eliminazione degli sconti per i birrifici con produzione maggiore di 10.000 hl e una riduzione per questi ultimi al 40%. Perché allora abbiamo definito la novità una svolta epocale?

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Perché è una svolta epocale

Se a livello numerico le deduzioni in vigore dal prossimo anno sono analoghe a quelle del 2022 e 2023, c’è un dettaglio che cambia totalmente il senso della nuova disciplina. Per la prima volta, infatti, gli sconti previsti dalla Legge di bilancio non hanno una scadenza: entreranno in vigore teoricamente a tempo indeterminato. In altre parole si tratta, almeno sulla carta, di una misura strutturale che supera il limite dei precedenti interventi. Un conto infatti è ragionare su una misura che non offre garanzie sul futuro, non sapendo se verrà rinnovata, un conto è avere la sicurezza che la nuova disciplina resterà in vigore nei prossimi anni, potendo quindi fare valutazioni imprenditoriali di conseguenza. Era un aspetto che auspicavamo da anni e che finalmente si è realizzato.

La definizione a lungo termine della nuova disciplina delle accise è un mezzo miracolo. Con una Legge di bilancio molto conservativa come quella che sarà approvata in Parlamento, infatti, essere tornati alla scontistica del passato è già un risultato eccezionale. Essere riusciti a dare forma strutturale all’intervento rende il tutto ancora più straordinario. Un risultato frutto del grande lavoro profuso in questi anni delle associazioni di categoria, che ha permesso di portare in Parlamento le istanze dei piccoli birrifici indipendenti.

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La sconfitta (?) di Assobirra

Gli emendamenti “birrari” alla Legge di bilancio sono stati approvati anche grazie alla contenuta copertura economica richiesta, inferiore a 3 milioni di euro l’anno – un dato che dimostra in quale insensata stortura gestionale hanno dovuto operare i birrifici artigianali in passato. Proprio le risorse economiche richieste da un altro intervento, ben maggiori di quelle appena viste, non hanno permesso di approvare la riduzione tout court dell’aliquota delle accise, richiesta a gran voce da Assobirra e dunque dalle multinazionali del settore. Assobirra auspicava infatti un ritorno al valore del 2022 (quando era stato abbassato a € 2,94) o almeno a quello del 2023 (€ 2,97). Invece non c’è stato verso: l’aliquota rimarrà a € 2,99 per ettolitro per grado Plato.

La Legge di bilancio dunque sarà salutata in maniera molto diversa dalle varie associazioni di settore: Unionbirrai e Consorzio Birra Italiana (con Coldiretti) brinderanno alla nuova disciplina delle accise, Assobirra invece tornerà a casa con le proverbiali pive del sacco. Ma una lettura del genere sarebbe oltremodo superficiale, per almeno due motivi. Il primo è che Assobirra è interessata anche alle esigenze dei piccoli birrifici artigianali, tanto da aver espresso comunque soddisfazione per l’approvazione dei due emendamenti. Il secondo motivo è che i risultati raggiunti oggi dai piccoli produttori si inseriscono in un percorso di sensibilizzazione della politica italiana che è stato realizzato anche grazie al lavoro di Assobirra. Non è un caso che le istanze del settore abbiamo cominciato ad acquistare particolare forza quando tutte le associazioni di categoria si sono unite, presentandosi alla politica italiana in maniera armonica.

Le dichiarazioni dei protagonisti

Concludiamo con le dichiarazioni delle associazioni di categoria. Vittorio Ferraris, direttore generale di Unionbirrai, ha così commentato l’intervento:

Con un intervento economico limitato, il Governo sostiene concretamente le produzioni brassicole artigianali nazionali, dando quel supporto che per il settore, fatto di piccole e piccolissime imprese, rappresenta un volano determinante per la crescita. Un provvedimento che assume ancor più rilevanza alla luce della particolare congiuntura economica che sta attraversando il Paese. […] Permettiamo, così di ridare, infatti, ulteriore impulso al mondo brassicolo artigianale che, con le sue idee e il suo fermento, è stato in grado, in pochi anni, di rendere le sue produzioni un vanto del Made in Italy nel mondo.

Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Teo Musso, presidente del Consorzio Birra Italiana:

La riduzione dell’accisa rappresenta un aiuto per la crescita delle filiere dal campo alla tavola che sul territorio nazionale stanno già vedendo lo sviluppo di esperienze importanti, attraverso la crescita della produzione di orzo e di luppolo italiani, con un indotto importante per l’economia dei territori.

Non mancano le parole di Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra, che ricorda che la misura è giunta:

Dopo il parere favorevole arrivato qualche settimana fa dalla Commissione Agricoltura che, tuttavia, aveva uno scopo più ampio, ovvero quello di garantire riduzioni delle accise per tutti gli attori del mercato. Questo consentirebbe di rilanciare gli investimenti lungo tutta la filiera e di aiutare le fasce più deboli di consumatori, che notoriamente consumano sulle loro tavole gli iconici formati da 0,66 cl, sulla quale la tassazione rimane sproporzionata, gravando oltre il 40% del prezzo.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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