Un viaggio invernale a Lille è ormai una trasferta costante delle mie ultime quattro annate lavorative. Seppure un po’ fredda e grigia per i miei gusti, la capitale dell’Alta Francia è una città piuttosto viva e ricca di eventi di più vario genere. Collegata agevolmente sia con Parigi e Londra che con Bruxelles, Lille è il centro di un comprensorio storico e culturale di sicuro interesse, che attrae visitatori in ogni periodo dell’anno. A inizio novembre gli amanti della birra in città hanno potuto assistere alla finale del Lille Beer Festival (sito web), in cui circa 100 birrifici si sono contesi i premi di quella che è considerata la più importante manifestazione brassicola del nord della Francia.
In termini di birrifici, oltre agli storici situati nei dintorni di Lille – Motte Cordonnier dista circa 15 km dal centro e Brasserie au Baron poco più di 60 – negli ultimi anni si è fatto decisamente interessante anche il panorama della produzione in città, con almeno cinque o sei realtà degne di nota e, per mia sorpresa, non troppo influenzate dagli stili classici del vicino Belgio. I due birrifici più importanti sono Célestin e Moulin d’Asq.
Célestin
Fondato dieci anni fa dal mastro birraio Amaury d’Herbigny, Célestin (sito web) ha il suo laboratorio proprio a pochi passi dalla Grande Place, con un bellissimo negozio annesso e un’elegante tap room aperta solo ai visitatori dell’impianto di produzione. Tra le produzioni della casa si distinguono La Dix, eletta miglior “Blonde Ale dell’Alta Francia” dalla guida “Gault & Millau” (una pubblicazione annuale dedicata alla gastronomia molto popolare in Francia), e la Hoppy YuZu, elegante IPA brassata appunto con yuzu, un agrume originario del Tibet. Quest’ultima birra rivela una bella amarezza al palato e un’evocazione di frutto della passione, litchi e alberi resinosi, grazie alla selezione di luppoli aromatici di varia origine. Degne di particolare nota anche Grand Duc e la Imbroglio. La prima è un Barley Wine (11.5%) con importanti note liquorose e fermentata con lieviti dello Champagne, quindi maturata a lungo in botti di Porto. Amaury ne consiglia l’abbinamento con “foie gras”. Ne ho acquistata una bottiglia che custodirò in cantina per una cena speciale. La Imbroglio è dichiarata come White Stout, ma in realtà è una birra dorata ma con note di caffè e cacao ben presenti.
Moulin d’Asq
Moulin d’Asq (sito web) si trova nel quartiere di Villeneuve d’Asq. È stato fondato nel 1999, sebbene si sia spostato nell’attuale sede solo nel 2021, espandendosi notevolmente grazie a un impianto di dimensioni importanti – il birrificio impiega circa 20 persone tra produzione, area commerciale e comunicazione. Notevole la moderna tap room, situata nello stesso edificio dello stabilimento produttivo, con un ampio giardino utilizzabile nei mesi caldi e una piccola cucina di qualità. Attentissimi all’ambiente, non per niente sostengono con decisione il recupero delle loro bottiglie e promuovono attività “verdi” sul territorio, i ragazzi di Moulin d’Asq producono birre biologiche, utilizzano luppoli coltivati in zona e inviano i residui cereali della produzione delle loro birre agli allevatori dell’area metropolitana di Lille come mangime per il bestiame. Tra le altre interessantissime idee ecologiche attuate, il birrificio recupera calorie dal processo produttivo per riscaldare sala di rifermentazione delle bottiglie, ufficio e locale di mescita del proprio edificio. È stata allestita una stazione di pretrattamento per effluenti prima del trasferimento all’impianto di trattamento delle acque reflue (con separazione dei materiali secchi e liquidi) e i lieviti utilizzati vengono metanizzati e trasformati in biogas con una tecnologia basata sulla degradazione della materia organica. Tra le loro produzioni che ho assaggiato non posso non citare la Noel, birra di Natale con aromi biscottati e caramellati che si sposano meravigliosamente con note di arance amare e spezie.
Brasserie Gobrecht, Beer Square e La Capsule
Un altro birrificio cittadino, più piccolo per dimensioni ma con produzioni interessanti, è Brasserie Gobrecht (pagina Instagram), che produce varie etichette senz’alcool piuttosto popolari nei locali cittadini. Tra le birre alcoliche meritano menzione ci sono la LIL Winter IPA, birra ambrata che spazia da note di caramello e noce di cocco fino a note più speziate ed erbacee, e La Ronny, una Belgian Ale da 6.5%, contraddistinta da una facilità di beva più che apprezzabile.
Relativamente ai locali, il centro di Lille è un’area ricca di soluzioni anche per chi vuole consumarsi qualche pinta al bancone. In particolare Beer Square Lille (sito web), sicuramente la miglior birreria in città, è affacciata sulla Cattedrale di Notre-Dame ed è dotata di 18 spine che offrono moltissimi stili differenti, una buona selezione di bottiglie provenienti da svariate parti d’Europa (niente di italiano tuttavia) e un’apprezzabilissima piccola cucina, curata e gustosa. Ho completato qui il mio tour degustativo delle pinte prodotte dai birrifici cittadini.
Altro locale che non deluderà ogni amante del genere è La Capsule (sito web), storica birreria cittadina aperta nel 2008, con un’offerta di 26 spine, per lo più francesi. Ho trovato molto interessante la Extraction Service della Brasserie Osseus (birrificio di Dunkerque): aromi di carota e vaniglia e note affumicate alla bevuta, per una birra quantomeno particolare.
Ristoranti e beershop
Un ristorante notevole per amanti della birra è Britney (pagina Instagram), leggermente a sud del centro ma comunque raggiungibile con una passeggiata di circa 15 minuti. È un locale moderno, giovanile, con una cucina deliziosa imperniata su piatti originali per accostamenti e proposte. L’impianto vanta 8 spine di qualità, con produzioni soprattutto belghe, e una carta delle birre per tutti i gusti.
L’ultima parola va spesa per i beershop, altra conferma dell’amore di Lille per la birra. Ne ho visti almeno cinque solo nelle strette vie del centro storico. Meritano menzione Ministry of beer, L’Abbaye des saveurs – che tratta anche Cantina Errante, birrificio protagonista al Lille Beer Festival 2024 – e Beerchope, che sono veri e propri paradisi birrari con lunghe pareti, dove file e file di invitanti bottiglie e lattine sono disposte ad attendere i visitatori come in un magnifico paese dei balocchi.