Lo scorso fine settimana è iniziata l’edizione 2018 dell’Oktoberfest, che rappresenta non solo il più famoso evento birrario in assoluto, ma anche la fiera più grande del mondo. Quest’anno la ricorrenza non è stata preceduta dai migliori auspici: anche quest’anno non sono mancate le polemiche sui prezzi, ma è soprattutto la situazione della birra in Germania a preoccupare l’opinione pubblica. Ciò che è certo è che l’Oktoberfest porterà ossigeno alle casse del mercato brassicolo tedesco, o quantomeno a quelle dei birrifici che possono parteciparvi. Infatti la festa è aperta solo a sei produttori di Monaco, le celebri Sei Sorelle che storicamente erano ammesse alla corte del Regno di Baviera. Il periodo è dunque perfetto per raccontare la storia di questi sei produttori, che ormai appartengono tutti al mondo della birra industriale. Tutti tranne uno, capace di mantenere la sua indipendenza fino a oggi.
Cos’è la birra artigianale
Il concetto di “birra artigianale” in Italia è diventato di pubblico dominio da circa una decina d’anni. L’espressione è ormai conosciuta e utilizzata dalla stragrande maggioranza della popolazione e sono lontani i tempi in cui era appannaggio di una stretta cerchia di appassionati. Questo più di altri dati dovrebbe fornire la prova della portata del fenomeno, che ha raggiunto nel nostro paese una dimensione di tutto rispetto. Eppure ancora oggi la locuzione viene spesso usata in maniera sbagliata, oppure caricata di significati fuorvianti, parziali o totalmente erronei. È un problema non limitato alla massa dei neofiti, ma talvolta riscontrabile anche tra gli stessi consumatori regolari. Per fare chiarezza ecco allora spiegato il significato di “birra artigianale” secondo diversi punti di vista.
E ora i marchi crafty di AB Inbev vendono più di qualsiasi birrificio artigianale
Tutte le volte che su Cronache di Birra o in altre sedi ho parlato del fenomeno delle acquisizioni dell’industria, ho sempre sottolineato il pericolo di un ritorno a un mercato piatto, anonimo e scialbo, cioè esattamente quello che esisteva prima della rivoluzione della birra artigianale. Chiaramente la singola cessione di un birrificio a una multinazionale non apporta alcun cambiamento nell’immediato, tuttavia bisognerebbe ragionare sulla tendenza generale e nel lungo termine. Lo spazio ottenuto dai marchi crafty grazie alla potenza di fuoco dei colossi del settore è destinato a sottrarre risorse alle aziende indipendenti: il rischio è di ritrovarci nel giro di pochi anni con un numero limitato di birrifici artigianali e con un mercato privo di innovazioni, originalità e passione. Purtroppo i dati provenienti dagli Stati Uniti sembrano confermare questa previsione.
Inventato a Vancouver il ramen alla birra
Julia Kubotani è la proprietaria di un ristorante di Vancouver che recentemente ha inventato il ramen alla birra. Come spiega Mondofox, il discutibile piatto consiste in una porzione dei tradizionali spaghetti orientali immersi in un brodo di pesce freddo e serviti all’interno di un boccale da birra. Per fortuna dunque la nostra bevanda preferita non c’entra nulla con la ricetta, ma il risultato è di sicuro impatto estetico – non molto positivo, a essere sinceri. Come ciliegina sulla torta c’è una non meglio precisata spuma a simulare la schiuma della birra.
L’ispirazione per questa pietra miliare della cucina internazionale sarebbe venuta durante l’estate, quando Julia ha immaginato una soluzione decisamente originale per trovare refrigerio:
Fortunatamente quest’anno abbiamo avuto un’estate molto calda qui a Vancouver. Un giorno ero seduta sul divano, faceva davvero caldo e sognavo una birra ghiacciata per rinfrescarmi. E subito dopo ho pensato: perché non un ramen alla birra?
A chi non sarebbe mai venuta in mente una domanda del genere? Buon appetito!
Nuove birre da Hammer, Baladin, Flea, Birrificio del Vulture e altri
Negli ultimi anni la scena internazionale della birra artigianale si è spostata decisamente verso prodotti molto particolari, realizzati con aromatizzazioni inusuali o con ingredienti non ortodossi. Una conseguenza di questo fenomeno è la relativa normalità con la quale oggi vengono accolti stili meno diffusi. Prendiamo le Gose, ad esempio: in passato una birra del genere sarebbe sembrata una stranezza nell’offerta di un birrificio italiano; ora invece appare una scelta molto più regolare, soprattutto se confrontata con le follie di certe ricette. Non sorprende perciò che un birrificio lineare come Hammer abbia recentemente annunciato una Gose come novità di fine estate: si chiama Hirsch (4,5%) ed è molto fedele al modello originale, prevedendo l’aggiunta di coriandolo, lattobacilli e, ovviamente, sale marino. È disponibile proprio in questi giorni in tutta Italia.
Clamorosa scoperta archeologica in Israele: la birra esisteva già 13.000 anni fa
Nel fine settimana appena concluso è rimbalzata sui principali organi d’informazione la notizia di un fondamentale ritrovamento per la storia della birra. Come riportato ad esempio da La Stampa, siamo al cospetto delle più antiche tracce della nostra bevanda – o meglio, di una sua versione primordiale – localizzate nei pressi di Haifa, in Israele, e risalenti a 13.000 anni fa. Annunci del genere non sono una rarità nel nostro mondo e si susseguono con una certa costanza, tanto che solo una ventina di giorni fa avevamo raccontato della scoperta di indizi della produzione di birra in un sito in Iraq, datati 2.500 a.C. Può quindi essere del tutto naturale accogliere certi aggiornamenti con distacco e scarso interesse, eppure le informazioni provenienti da Israele hanno una portata straordinaria, in grado di rivoluzionare il concetto stesso di evoluzione dell’uomo.
Birraio altamente qualificato cerca un impiego nel settore
Sono Francesco Picozzi, 34 anni, birraio autonomo di Milano.
Ho cominciato a produrre birra artigianale con metodo All-grain dal 2015 mettendo in pratica le mie conoscenze teoriche universitarie, soprattutto grazie a 3 esami sulle fermentazioni vinicole e brassicole. Dopo circa un anno di esercitazione e tentativi, ho deciso di conseguire la qualifica di “Birraio Artigiano” attraverso un corso annuale regionale di 600 ore: 320 ore teoriche in aula, affiancato da docenti dell’Università di Agraria di Padova e della Ca’ Foscari di Venezia, presso l’accademia delle professioni Dieffe di Noventa Padovana (PD), e 270 ore pratiche nel Birrificio di Legnano (MI), dove ho potuto seguire tutto il processo dalla macinatura all’infustamento e imbottigliamento di diversi stili di birra. (ginger ale, Ipa, Apa, Belgian Ale etc..), ottenendo la qualifica EQF 3 di Birraio Artigiano e l’aggiornamento normativo di HACCP (Hazzard Critical Crontrol Point, autocontrollo di sicurezza alimentare) nel giugno 2018.
Desidererei, anche trasferendomi, intraprendere un’esperienza di crescita in un settore in continuo fermento come aiuto-birraio e trasmettere la mia conoscenza sugli impianti di trasformazione.
Se foste interessati al mio profilo invierò il mio Curriculum Vitae professionale da dove si evince, nel dettaglio, la mia esperienza regressa nel settore alimentare (pastorizzazione latte, solubilizzazione camomilla, istantaneizzazione prodotti baby-food) come tecnologo alimentare.
Sono una persona seria, puntuale e precisa e sono disponibile a mettermi in gioco. Potete contattarmi all’indirizzo picozzi.francesco@gmail.com.
Prossimi eventi: Salone del Gusto, Beer Craft Arena, Expo e altri
Vi avevamo avvisati che sarebbe stato un settembre pienissimo di appuntamenti, vero? Ebbene dopo l’ampia panoramica dello scorso venerdì, torniamo a occuparci degli eventi in svolgimento durante questo fine settimana e il successivo. Oggi comincerà l’edizione settembrina di Birritalia a Castelfranco Veneto (TV), mentre domani debutterà a Osnago (LC) la manifestazione Birrail: due manifestazioni che si aggiungono a quelle già segnalate in passato. Poi il prossimo weekend avremo la terza edizione di Beer Craft Arena a Firenze e la nona di Expo – Una birra per tutti a Villorba (TV). Ma già dal giovedì comincerà il dodicesimo Salone del Gusto a Torino, con un’ampia rappresentanza di birrifici italici. Buone bevute a tutti!
Vendesi imbottigliatrice monoblocco (non isobarica)
Attenzione: l’annuncio non è più valido.
Per passaggio a layout e sistema di imbottigliamento differente, vendesi imbottigliatrice monoblocco Gai a caduta (non isobarica), modello 1300. La macchina è nuova, acquistata a luglio 2018 ed utilizzata solo per un ciclo di riempimento di prova.
Caratteristiche:
- 8 rubinetti elettropneumatici, con creazione del vuoto in leggera depressione prima del riempimento;
- tappatore corona tappi da 29, dotato di vasca di raccolta tappi e di sistema di vibrazione per la loro discesa costante;
- torretta di creazione del vuoto (e di eventuale insufflaggio di gas) prima della tappatura, con apposito riduttore di pressione e sistema di collegamento con l’eventuale bombola di gas esterna;
- due set di stelle per due formati di bottiglia (75 cl e 33-50 cl);
- inverter per regolazione velocità di riempimento (da 400 a 1.600 bottiglie/ora);
- collegamento con pompa esterna per il riempimento automatico della campana di raccolta della birra;
- già predisposta per il proprio cip di lavaggio (sanitizzabile sia con prodotti chimici sia con vapore).
Optional:
- laser “proximity” per controllo e verifica discesa bottiglia dalla giostra di riempimento;
- sistema centralizzato di false bottiglie per perfetta esecuzione del cip di lavaggio;
- sistema centralizzato di regolazione del livello di riempimento.
La macchina ha meno di due mesi di vita, quindi è proprio nuova, ed è dotata di tutto il suo set di chiavi e di ricambi, nonché del libro di istruzioni e dati tecnici.
La macchina è visionabile in qualsiasi momento in azienda (provincia di Vicenza), e siamo a completa disposizione per spiegarne il funzionamento, ed eventualmente per fare un ciclo di imbottigliamento di prova.
Prezzo trattabile in caso di reale interesse all’acquisto. Trasporto da concordare.
Prezzo: 37.000 euro iva esclusa, trattabili in caso di reale interesse all’acquisto.
Scrivere a afilippini85@gmail.com
O chiamare 347 95 93 032