Oggi comincia il mese di ottobre e potremmo pensare che tra il cambio di stagione e le difficoltà organizzative legate al Covid, il calendario degli appuntamenti birrari sia destinato a svuotarsi. E invece gli eventi degni di nota non mancheranno anche nei prossimi giorni: un segnale importante, che ci lascia piuttosto ottimisti per le prossime settimane – pur facendo i soliti, ormai immancabili scongiuri. Oggi comincia a Catania l’edizione 2021 di BeerCatania, con un corposo elenco di birre disponibili da birrifici italiani e stranieri. La settimana successiva sarà poi ricca di iniziative: giovedì si terrà il Tipopils Day in tutta Italia (e non solo Italia) e soprattutto comincerà l’attesissimo Tripel B Fest di Torino, completamente dedicato alla birra artigianale belga (quattordici birrifici locali, tutti molto interessanti). Sarà “monografica” anche l’impostazione di Fatt Na Beer, in programma in quel weekend, con soli birrifici della Basilicata. Di carne al fuoco (o birra nei fusti se preferite) ce n’è in quantità, dunque buone bevute!
Nel Regno Unito la birra in cask arranca nonostante le riaperture
Quando qualche mese fa cominciarono a rendersi disponibili i vaccini contro il Covid, il Regno Unito si distinse subito per una campagna vaccinale rapida ed efficace. Il risultato fu così incoraggiante che a metà aprile riaprirono i pub, alimentando un entusiasmo che si tramutò in posti esauriti e file fuori dai locali. Nonostante la reazione positiva dei cittadini, molti osservatori invocarono prudenza, spiegando che i consumi non sarebbero tornati alla normalità prima di tre anni. I pub infatti avevano sì rialzato le saracinesche, ma erano ancora frenati dalle restrizioni, e la pandemia aveva comunque prodotto effetti pesanti su tutto il settore. In particolare sul segmento delle Real Ale, strettamente legato al consumo nei locali e particolarmente esposto alle fluttuazioni del mercato. Così oggi, a distanza di mesi dalle riaperture di metà aprile, scopriamo che per le Cask Ale – cioè le classiche birre britanniche servite a pompa – la ripartenza non ha impedito di registrare numeri molto preoccupanti.
Diplomando alla Dieffe cerca un impiego in birrificio dopo 10 anni nel settore alimentare
Salve,
sono Marco, un ragazzo di 31 anni della provincia di Padova, a breve conseguirò il diploma di mastro birraio presso l’Accademia delle professioni DIEFFE a Padova. Dopo uno stage in un birrificio del Veneto e 10 anni di esperienza in un’azienda del settore alimentare, sono alla ricerca di un impiego nel mondo brassicolo per trasformare la mia passione in un lavoro a tempo pieno.
Sono una persona seria e determinata, capace di lavorare in team e abituata a gestire grosse moli di lavoro. Possiedo un’ottima conoscenza del mondo della birra artigianale sia in ambito produttivo che commerciale. Disponibile fin da subito per assunzioni a tempo determinato, indeterminato.
Potete contattarmi all’indirizzo e-mail mguarise@hotmail.it .
Il birrificio Allsopp e quella cena che cambiò la storia delle India Pale Ale
Un pezzo di storia della birra si decise a metà del XIX secolo, durante una cena tenutasi a Londra. Da una parte del tavolo era seduto Campbell Majoribanks, un alto funzionario della Compagnia delle Indie Orientali; dall’altra Samuel Allsopp, proprietario di uno dei più importanti birrifici di Burton-on-Trent. I due uomini avevano interessi diversi, ma convergenti: la Compagnia delle Indie Orientali voleva trovare nuovi interlocutori per l’esportazione di birra nelle proprie colonie, Allsopp era invece alla disperata ricerca di rotte commerciali alternative per la sua azienda, la Samuel Allsopp & Sons. Secondo le ricostruzioni – che in casi del genere sono spesso ammantate di leggenda – quella cena giocò un ruolo determinate nella nascita delle India Pale Ale. Samuel Allsopp & Sons è dunque un nome fondamentale nella cultura brassicola britannica e internazionale, tanto che nelle scorse settimane ha destato molto scalpore il suo ritorno sul mercato dopo 62 anni, merito dello spirito d’iniziativa di uno dei pronipoti del citato Samuel.
Nuove birre da Lambrate, Brewfist, Brasseria della Fonte, Antikorpo e Federico II
Le collaborazioni sono una delle costanti immutabili della birra artigianale. Passano gli anni, le mode e le tecniche produttive, ma rimangono sempre una soluzione a cui i produttori si affidano più che volentieri. Semmai nel tempo si sono avvicendate partnership diverse: prima solo tra birrifici, poi tra birrifici e locali, infine tra birrifici e realtà extra birra. Negli ultimi anni in Italia si è cominciato a diffondere un altro tipo di collaborazione: quella tra birrifici e produttori di materie prime. Ed è proprio a questa categoria che appartiene la nuovissima Green Pass (6,8%) del Birrificio Lambrate (sito web), realizzata insieme a Yakima Chief (sito web) e Mr. Malt (sito web). La prima azienda ha fornito i luppoli nelle varietà Citra, Mosaic e Cryo Pop (l’ultimo è un blend registrato da Yakima Chief), la seconda presumibilmente i grani per la base fermentescibile: malti Pils ed Extra Pale, avena in fiocchi e frumento. Il risultato è una birra dorata e “succulenta”, con un corpo setoso e aromi di frutta tropicale, agrumi e frutta a nocciolo. Se volete assaggiarla sappiate che dovrete aspettare poco: sarà ufficialmente disponibile da domani.
Beer firm toscana cerca attrezzatura per confezionamento (imbottigliatrice, etichettatrice, ecc.)
Beerfirm toscana, per ampliamento a birrificio, cerca la seguente attrezzatura per il confezionamento:
- Imbottigliatrice isobarica più etichettatrice da circa 1500/2000 BT/H nel formato 0.33
- Etichettatrice anche a singola bobina + stampante a getto d’inchiostro
- Stampante zebra
Se siete interessati potete contattare Nicola al numero 334 159 0736.
Il ritorno delle beer firm: Entropia Big Brain, Birra 2+, Leko e Vium
L’incertezza è sicuramente una delle più importanti conseguenze della pandemia che stiamo vivendo. Questa condizione si riflette sui progetti personali e professionali di ognuno, con ripercussioni macroscopiche quando si analizzano interi settori. E chissà che in quello brassicolo non favorisca un ritorno a iniziative imprenditoriali “leggere” o comunque spurie: non è forse un caso che i quattro nuovi marchi che presentiamo oggi siano tutte beer firm, impostazione che sembrava essere tramontata a causa dei suoi limiti intrinseci. Ma è chiaro che in un periodo di insicurezza le persone preferiscono privilegiare investimenti limitati e soluzioni duttili e facilmente adattabili, come appunto l’idea di un marchio brassicolo senza impianto di proprietà. È proprio a questa fattispecie che appartiene Entropia Big Brain Brewers, la novità con cui apriamo la carrellata odierna.
Tutte le versioni della Zwanze di Cantillon dal 2008 a oggi
Come abbiamo avuto modo di scrivere negli scorsi giorni, sabato 25 settembre si terrà in tutto il mondo lo Zwanze Day, il consueto appuntamento annuale con la speciale release del birrificio Cantillon. L’evento è ormai diventato un cult per tutti gli amanti delle fermentazioni spontanee, alimentando purtroppo anche un fanatismo a volte esagerato. In mancanza di festival programmati a breve e per riprenderci dalla delusione seguita all’annullamento di alcune manifestazioni birrarie, oggi ripercorriamo la storia dell’iniziativa a firma Cantillon. Grazie al supporto di uno strumento prezioso come Lambic.info, abbiamo ricostruito l’evoluzione dei vari Zwanze Day con le caratteristiche delle varie birre che si sono avvicendate sin dal 2008, anno di nascita di questa interessante tradizione. Per la cronache “zwanze” è una parola che nel dialetto di Bruxelles significa “giocare, scherzare”.
Birrovagando per l’Europa Centrale (parte III): Sassonia
Si conclude oggi il resoconto del mio viaggio estivo tra Franconia, Repubblica Ceca e Sassonia. Dopo aver raccontato la birra di Bamberga, Oberfranken e Norimberga e dopo aver visitato “l’altra” Repubblica Ceca brassicola, quella che non è necessariamente legata a Praga, è ora il momento di tornare in Germania prima di concludere il viaggio a Bruxelles, la città in cui vivo. Due sono le tappe fondamentali sulla strada di ritorno: Lipsia, città famosa per le sue antiche birre salate, e Münster, patria non solo di uno stile raro e poco conosciuto – le Münster Alt – ma anche casa di uno dei birrifici europei più interessanti degli ultimi anni: Kemker Kultuur. Prima però c’è tempo per una tappa non lontana dal confine con la Repubblica Ceca…
Birra, sushi e non solo: prove di abbinamento con una declinazione di cucina giapponese
Innamorati della nostra bevanda preferita e convintissimi della sua versatilità gastronomica, abbiamo pensato di fare l’ennesimo passo avanti, iniziando un percorso di abbinamenti con alcune delle cucine internazionali più note e interessanti. Cominciando dal Giappone, patria di una secolare tradizione culinaria, ricchissima e straordinaria, su cui l’attenzione è letteralmente esplosa grazie alla diffusione delle preparazioni sushi. Divenute (suo malgrado) la forma più conosciuta e commercializzata (spesso svilita) della gastronomia nipponica, di cui invece sono solo una branca, pur se ghiotta e antica. Il sushi era infatti già in circolazione in Cina attorno al IV secolo a.C., come metodo economico di conservazione e trasporto del pesce: dopo l’eviscerazione, veniva salato e “incartato” nel riso cotto a vapore che, al momento del consumo, si buttava (per via delle piccole muffe che accoglieva nel tempo, proteggendo così il pesce). La tecnica arrivò in Giappone nel secolo VIII, dove col tempo si iniziò a mangiare anche il riso fermentato, acidulo. Solo nel tardo periodo Edo (1603-1867) nacque il sushi nella forma in cui lo conosciamo oggi, veloce da preparare e gustosissimo da consumare.