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Crak Brewery trionfa a Birra dell’anno: migliore birrificio secondo Unionbirrai

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È dunque Crak il miglior birrificio del 2023 secondo lo storico concorso Birra dell’anno. Il produttore veneto ha prevalso su oltre 300 birrifici dopo una splendida cavalcata, grazie al punteggio calcolato sulla base dei riconoscimenti ottenuti con le sue birre nelle 45 categorie previste dall’iniziativa di Unionbirrai. Si tratta di un risultato di grande prestigio per Crak, una sorta di rivincita dopo che qualche anno fa scelse di slegarsi dalle normali dinamiche distributive italiane.

Nuove birre da La Villana, Birrificio del Forte, Muttnik + Bondai, Altotevere e altri

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Come abbiamo spiegato martedì scorso, la fiera Beer & Food Attraction in programma nei prossimi giorni fornirà il pretesto a molti birrifici italiani per presentare nuove birre. Ne consegue una vivacità produttiva con pochi paragoni nel resto dell’anno, tanto da costringerci a tornare sull’argomento novità per la seconda volta nel giro di una settimana. Quali creazioni inedite troverete alla kermesse riminese? Ne citiamo solo alcune, ovviamente, partendo dalla birra al miele del veneto La Villana (sito web), battezzata simpaticamente AlveAle (8,5%). La base è quella di una Belgian Golden Strong Ale a cui viene aggiunto miele di tiglio biologico proveniente dall’azienda Apicoltura BZ di Caldonio (VC). Nonostante l’alta gradazione alcolica risulta bilanciata e facile da bere, con una leggera speziatura fenolica arricchita dal tocco balsamico del miele e una piacevole secchezza che pulisce il palato invogliando al sorso successivo. Il birrificio ne consiglia l’abbinamento sia con  piatti amari come il radicchio di Treviso, sia dolci, sia persino con carne caratterizzata da una buona marezzatura.

La Cassazione respinge il ricorso di Unionbirrai e assolve la Rai: non fu diffamazione

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Vi ricordate il contenzioso tra Rai e Unionbirrai per la fiction “Tutto può succedere”? Era il 2017 e l’associazione dei birrifici artigianali italiani portò in tribunale l’azienda televisiva nazionale, accusandola di aver diffamato l’intero comparto brassicolo durante una puntata del fortunato sceneggiato. Durante una conversazione tra i due protagonisti proprietari di un locale, infatti, veniva criticata la scelta di un loro fornitore di essere passato dalle birre dell’industria a quelle artigianali. “Assaggia bene per favore, dimmi se è potabile questa bevanda” diceva uno, “Fa schifo” rispondeva l’altro, rincarando poi la dose con “Prima c’aveva tutte birre normali, quelle che si trovano… Poi s’è buttato sulle birre artigianali… Vatte a fida’”.  Quasi esattamente due anni dopo arrivò la sentenza del giudice di pace, che obbligò la Rai a risarcire Unionbirrai per un totale di 3.000 euro. Una cifra simbolica, certo, come simbolica tuttavia fu anche la richiesta dell’associazione di categoria. La vicenda però non si concluse lì: il ricorso in appello premiò la Rai e il tribunale obbligò Unionbirrai a sostenere le spese processuali della controparte. Unionbirrai allora si appellò alla Corte di Cassazione, che ora ha deliberato: la Rai non è colpevole di diffamazione.

Il ritorno della birra agricola: rinascita di un fenomeno mai completamente tramontato

Nel settembre del 2010 avvenne una cosa destinata a cambiare per sempre la birra artigianale in Italia. Un semplice decreto ministeriale (il 212/2010) determinò infatti che la birra andasse considerata non alla stregua di una semplice bevanda, ma come un vero e proprio prodotto agricolo. Nonostante possa sembrare una questione di lana caprina, quel cambio di visione trasformò per sempre il panorama brassicolo del nostro paese. Il nuovo status della birra permise ai birrifici agricoli di accedere a diversi benefici, come un più vantaggioso regime fiscale, l’accesso a specifichi fondi europei e sgravi per gli acquisti di macchinari. La novità, arrivata quasi in sordina, creò non poco fermento nell’ambiente: diverse aziende agricole acquistarono macchinari per cominciare a produrre birra, mentre i birrifici già esistenti si ingegnarono per capire come assumere la condizione di “agricoli”. L’eccitazione dell’epoca durò qualche anno, poi cominciò a sgonfiarsi. Sembrava che il fenomeno fosse destinato a rimanere una meteora nell’evoluzione del comparto, senza trasformare radicalmente l’assetto del settore. Invece negli ultimi anni il concetto di “birra agricola” è tornato a essere un fattore.

In UK le birre più vendute sono straniere, ma vengono prodotte in loco (tra cui Birra Moretti)

Qualche giorno fa il sito della BBC ha pubblicato un articolo dal titolo “Magari sarà pure italiana, ma la birra è prodotta in Gran Bretagna”. Il riferimento è a Birra Moretti, marchio di proprietà di Heineken, che rientra nelle 10 birre più vendute nel Regno Unito. Nonostante i suoi richiami all’Italia nel nome e nell’etichetta, la Lager del “baffo” presente sul mercato britannico è brassata direttamente in loco, nello stabilimento di Manchester. Un espediente a cui non ricorre solo il colosso olandese: ben otto birre presenti nella classifica citata poco sopra sono di origine straniera, ma realizzate sul territorio della Gran Bretagna. Birra Moretti è dunque in buona compagnia, insieme a Carling (Canada), Fosters (Australia), Coors (USA), Stella Artois (Belgio), Carlsberg (Danimarca), San Miguel (Filippine) e Amstel (Olanda). Un aspetto che i bevitori quasi sempre ignorano, ma che favorisce diverse riflessioni sul modo in cui le aspettative dei consumatori vengono rispettate, sfociando talvolta nella pubblicità ingannevole.

Diplomato Mastro Birraio (ITS) con esperienza decennale nella ristorazione cerca impiego

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Buongiorno, o sera, sono Roberto. Sono un ex studente del corso ITS di Mastro Birraio. Lo stage l’ho passato nel Birrificio Diciottozerouno, aiutando in birrificio nelle mansioni quotidiane; ma oltre a quello ho un’esperienza di 10 anni nell’ambito della ristorazione, lavorando come aiuto cuoco, cuoco e responsabile di cucina e sala. Di cui, gli ultimi 5 anni passati a studiare e lavorare; completando così il diploma in Tecnico Turistico e il corso biennale ITS Mastro Birraio.

Ho molta voglia di mettermi in gioco e lavorare. Grazie alle esperienze lavorative passate ho una ottima manualità, ottimo problem solving, sono molto flessibile nei cambi di mansione, orari lavorativi e non ho problemi a lavorare in team.

Non è un problema il trasferimento in un altra città o il cambio di regione. Questo è il mio curriculum vitae.

Chi fosse interessato a contattarmi può farlo scrivendo all’indirizzo email [email protected] o chiamando il numero 3397880330.

Incendio al birrificio Elch Bräu: nessun ferito ma danni ingenti

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Questa mattina un terribile incendio si è sviluppato presso il birrificio Elch Bräu di Thuisbrunn, in Franconia. Elch Bräu è uno dei produttori più apprezzati della regione e i suoi prodotti sono regolarmente reperibili in Italia. Le fiamme hanno distrutto il tetto e gli ambienti sottostanti, dove sono stoccati i malti e i luppoli. Secondo le cronache locali, i vigili del fuoco sarebbero riusciti a contenere l’incendio e a evitare le esplosioni che avrebbero potuto verificarsi con il coinvolgimento delle altre parti dell’edificio. Fortunatamente l’incidente non ha provocato feriti, mentre ancora non sono chiare le cause dell’incendio.

Nuove birre da Eastside, The Wall, Renton, Kashmir, Torre Mozza e Birrificio del Sannio

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Complice l’ormai imminente Beer & Food Attraction, fiera di settore per eccellenza, negli ultimi giorni i birrifici italiani hanno annunciato diverse nuove birre. Il laziale Eastside ne ha lanciate addirittura due a distanza di neanche una settimana, che rientrano nei due filoni su cui il produttore di Latina si è specializzato in questi anni: gli stili “quotidiani” britannici e le Imperial Stout con ingredienti speciali. Alla prima tipologia appartiene la Miss White (4,2%), una Pale Ale che si muove nel solco della tradizione, ma con un tocco di modernità. Il mix di luppoli infatti prevede non solo il classico East Kent Golding, ma anche l’americano Citra che aggiunge sfumature agrumate e resinose a un profilo aromatico contraddistinto da note di cereali, miele ed erba sfalciata. L’altra novità di Eastside si chiama Prima Guardia (11%) ed è una Russian Imperial Stout arricchita da caffè specialty vietnamita Dung K’no della torrefazione Aliena, grue di cacao ghanese e cubi di rovere americana precedentemente tenuti a bagno nel Cordiale per 2 mesi (questi ultimi servono per simulare un passaggio in botte). Entrambe le birre sono state presentate in anteprima lo scorso weekend, rispettivamente alla Scurreria di Genova e al Ma che siete di Roma.

Passa l’emendamento “salva birra”: scongiurato l’aumento delle accise grazie al decreto Milleproroghe

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Nel 2023 addio allo sconto sulle accise, anzi no. Nel fine settimana sono arrivate buonissime notizie per il settore birrario italiano, grazie alla proroga per tutto l’anno in corso della riduzione delle accise stabilita a inizio 2022. L’intervento è stato possibile grazie al mitologico Decreto Milleproroghe, il cui testo è stato modificato in questi giorni dagli emendamenti del Governo approvati dalle commissioni Affari Costituzionali e Bilancio del Senato. Si tratta di un’importante iniezione di ossigeno per un comparto che negli ultimi anni ha affrontato difficoltà non irrilevanti, nonostante si sia sempre dimostrato complessivamente in salute. Il provvedimento realizza ciò che le associazioni di settore avevano auspicato con la Legge di Bilancio, senza riuscire tuttavia a vedere accolte le proprie istanze a causa soprattutto della tormentata genesi della Finanziaria 2023. Quando ormai sembrava impossibile scongiurare l’aumento delle imposte sulla produzione brassicola, ecco arrivare una “toppa” decisamente gradita.

Disponibile per il download la nuova edizione dell’annuario Birritalia di Beverfood

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A fine gennaio la casa editrice Beverfood ha annunciato l’edizione 2022-2023 di Birritalia, lo storico annuario che da anni rappresenta il punto di riferimento per il settore. La forza della pubblicazione risiede nella capacità di coprire l’intera filiera brassicola, con contenuti costantemente aggiornati. L’annuario è pubblicato sia in versione cartacea che in versione digitale, quest’ultima disponibile gratuitamente per il download sul sito di Beverfood. Come sempre il lavoro mette a fuoco i mercati e il quadro competitivo nazionale e internazionale, oltre a fornire la mappa informativa di tutti gli operatori che a vario titolo operano nel mondo della birra in Italia. L’edizione di quest’anno consta di 312 pagine ricche di dati, immagini e informazioni, per un prodotto che può essere considerato a pieno titolo la “Bibbia” del settore birrario nel nostro Paese.

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