Come riportato dal blog Beer Me!, qualche giorno fa è apparso sul Daily Mirror un appassionato articolo di Paul Kingsnorth sulla situazione, per nulla rosea, dei pub tradizionali britannici. Come saprete, in Inghilterra è in atto da tempo una profonda rivoluzione nella natura delle “public houses”, che lentamente stanno perdendo i propri caratteri originali a favore di una “modernizzazzione” alquanto pericolosa. E’ un fenomeno che rientra in un più ampio discorso di cultura birraria, che nel Regno Unito preoccupa da anni appassionati e associazioni, in primis il CAMRA, da sempre in prima fila per salvaguardare le real ales e la tradizione brassicola anglosassone.
Cosa sta succedendo alla scena dei pub britannici? Come detto, si sta verificando una profonda trasformazione, che ha cause di tipo economico ma anche culturale. Il pub nella società anglosassone ha ovviamente un valore molto diverso rispetto alla nostra realtà: è un’istituzione millenaria, un elemento fondamentale intorno al quale il Regno Unito si è sviluppato nei secoli. Il nome stesso, “public house”, dà il senso della sua forte connotazione “sociale”, ponendosi come punto d’incotro e di socializzazione, elemento unico e fondamentale nella vita collettiva degli inglesi. E’ qui che sono nati i pub-village, agglomerati di poche case che avevano (e hanno tuttora) la taverna come punto di riferimento. Se in Italia ogni piccolo paese ha la sua immancabile chiesetta, lo stesso discorso può essere fatto per l’Inghilterra con i pub.
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