Al recente Pianeta Birra è stata ufficializzata la creazione del primo consorzio di produttori artigianali italiani di birra, il CONSOBIR. Si tratta di un progetto assolutamente nuovo nel panorama brassicolo nazionale, che nasce dall’iniziativa di diversi birrifici nostrani, tra cui spiccano alcuni mostri sacri della scena nazionale, primo fra tutti Teo Musso di Baladin, portavoce del consorzio.
Gli obiettivi del progetto sono ben definiti e piuttosto ambiziosi. Innanzitutto il consorzio vuole promuovere un marchio di garanzia qualitativa per il prodotto artigianale. Secondo i dettami del Consorzio, una birra di qualità dovrà rispettare i seguenti criteri:
ITALIANA: il produttore deve essere italiano, le materie prime il più possibile italiane
GENUINA: la birra non deve contenere additivi chimici
CONTROLLATA: ci sarà un controllo sul prodotto con una frequenza importante e tale da garantire la qualità più alta possibile. Il concetto di qualità che porta avanti il Consorzio, non è da intendersi nel senso di gusto, bensì di parametri qualitativi
ARTIGIANALE: sarà compito dell’evoluzione del “capitolato” di ammissione a questo Consorzio, definirne al meglio i parametri
CRUDA: ovvero non pastorizzata, regola imprescindibile dal prodotto birra artigianale
Criteri che personalmente mi lasciano perplesso in alcuni passaggi. Il tentativo è evidentemente di differenziare il più possibile un prodotto artigianale da uno industriale, ma non riesco a comprendere la necessità della nazionalità italiana del birraio (Steve della White Dog quindi non produce birre di qualità?) o l’esclusione della pastorizzazione dal processo produttivo (a mio modo di vedere si tratta di una visione troppo “classica”). Interessante invece il punto sul controllo di qualità, che potrebbe aprire scenari inattesi per il mercato italiano, anche se è tutto da vedere come sarà attuato nella pratica.