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Cercasi birrificio artigianale in Veneto

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Vendesi Sala Cotte da 5 hL e attrezzatura specialistica

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Birra e formaggi: gli abbinamenti con i Presidi Slow Food a latte di pecora

Le pecore sono degli animali simpatici, mansueti, adattabili e con molteplici attitudini produttive, come quelle legate alla carne, alla lana e al latte. È proprio della trasformazione di quest’ultimo che ci occupiamo in questa seconda puntata dedicata agli abbinamenti regionali con i formaggi Presidio Slow Food, dopo aver approfondito quelli con latte vaccino. Il connubio tra birra e formaggi è infatti un evergreen con risvolti assai intriganti e spesso foriero di accostamenti davvero sorprendenti. Il nostro panorama nazionale è decisamente ampio in termini di formaggi a latte di pecora: ne abbiamo scelti cinque, in un piccolo giro d’Italia del gusto. Se conoscete l’argomento solo marginalmente, consigliamo di approfondire il concetto di Presidio Slow Food sul sito dell’associazione e di consultare il relativo manifesto in difesa del formaggio a latte crudo (in formato pdf).

Addio ad Alessandro Santinelli (Birra Madama) e Andrea Sammassimo (Miles)

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Nella mattinata di oggi abbiamo saputo della tragica morte di due birrai italiani: Alessandro Santinelli di Birra Madama e Andrea Sammassimo del Birrificio Miles. Le due notizie non sono collegate tra loro e ovviamente hanno lasciato sconcertati tutti coloro che li conoscevano da vicino.

9 ori e record di medaglie (28) per i birrifici italiani allo European Beer Star

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In un momento non certo facile per l’Italia birraria (e non solo per l’Italia) arrivano ottime notizie dalla Germania. I risultati dello European Beer Star – uno dei più importanti concorsi a tema del mondo – sorridono ai nostri birrifici come mai era successo in passato, dimostrando la costante crescita di un movimento capace di regalare sempre nuove soddisfazioni internazionali. Il bottino finale è decisamente ricco: 9 ori, 11 argenti e 8 bronzi, per un totale di 28 riconoscimenti che rappresentano un incremento di quasi il 50% rispetto alle ultime uscite. Peccato non aver migliorato il numero di medaglie d’oro, ferme per l’Italia a 9 da ormai tre anni: il primato in questa particolare voce statistica risale ancora al 2016, quando i nostri birrifici raggiunsero la doppia cifra con 10 prime posizioni (ma i podi complessivi furono “solo” 17). Probabilmente però il dato più importante è un altro: per la prima volta l’Italia si piazza seconda come totale di medaglie, superando gli Stati Uniti e posizionandosi solo dopo gli irraggiungibili padroni di casa. Su Beer Zone abbiamo creato una sezione che riepiloga tutte le birre italiane premiate allo European Beer Star.

Cantillon, 3 Fonteinen, Girardin: i produttori di Lambic extra Horal

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Su Cronache di Birra non è raro incappare in articoli che parlano di fermentazioni spontanee e in particolare di Lambic. Qualche mese fa abbiamo passato in rassegna i produttori di questa ancestrale specialità del Belgio: dieci aziende dalle caratteristiche molto diverse tra loro, che confluiscono nell’associazione Horal. Per quanto Horal rappresenti una realtà importante e influente nel panorama del Lambic, non comprende tutti i marchi devoti alle fermentazioni spontanee. Anzi, non vi aderiscono alcuni nomi fondamentali: il più eclatante è sicuramente Cantillon, ma non è il solo. Così per completare la rassegna sui produttori delle storiche birre acide del Belgio, oggi ci focalizziamo su quelli rimasti esclusi a suo tempo. Come sempre utilizzeremo come riferimento il portale Lambic.info, preziosissima fonte di informazioni sull’argomento.

Nuove birre da Rebel’s, Alder, Crak, 100Venti e Golden Pot

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La velocità con cui le lattine hanno conquistato i birrifici italiani è davvero impressionante, segno che il moderato interesse percepito qualche anno fa era in realtà la miccia di una tendenza pronta a esplodere. Da un punto di vista grafico, sembra che l’identità visiva di alcuni produttori non aspettasse altro che i contenitori in alluminio per esprimere tutte le proprie potenzialità. Di esempi ce ne sono tantissimi e tra di essi va sicuramente citato il birrificio Rebel’s, che un paio di anni fa ha rivisto la propria visual identity con risultati che ora raggiungono la loro massima espressione grazie alle lattine. E proprio in lattina sono disponibili due recenti novità annunciate dal birrificio romano: Inferno Haze e Divine Love. Ispirata alle immancabili Hazy IPA, la Inferno Haze (7%) è caratterizzata da un aspetto opalescente e da un corpo setoso e avvolgente, anche grazie all’impiego di frumento e avena. A livello olfattivo si distinguono note di frutta a nocciolo e sfumature resinose, ottenute ricorrendo a luppoli Simcoe e Citra (utilizzati in double dry hopping). Il lievito invece è il classico Vermont usato spesso in produzioni del genere.

Decreto Ristori bis e nuovi codici ATECO: qualche spiraglio per i birrifici italiani

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In un periodo in cui il settore della birra artigianale è forzatamente fermo, bisogna guardare al mondo della politica per cercare le notizie più importanti. È un momento difficile per tutti gli operatori attivi nella filiera e dunque eventuali sostegni economici statali possono rappresentare una boccata d’ossigeno non indifferente. Negli scorsi giorni abbiamo riportato le dichiarazioni di alcune associazioni di categoria, concentrandoci in parte sul Decreto Ristori dello scorso 27 ottobre. Un decreto che non solo ha sollevato diverse perplessità da parte dei diretti interessati (pub e locali), ma che ha escluso totalmente i birrifici. Sebbene la ratio alla base di questa decisione sia comprensibile – l’industria birraria non è stata costretta a chiudere neanche durante lo scorso lockdown – è chiaro che l’analisi non prende in considerazione il particolarissimo status in cui operano i microbirrifici italiani, la maggior parte dei quali dipende quasi esclusivamente dal canale horeca. In questo momento di grande emergenza bisogna ammettere che le cose cambiano velocemente, anche a seguito di repentini aggiustamenti, e oggi possiamo affermare che per i birrifici italiani c’è qualche spiraglio in più.

Clamoroso negli Stati Uniti: l’importatore Shelton Brothers chiude per fallimento

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L’emergenza Covid continua a mettere in difficoltà tante aziende in tutto il mondo, comprese quelle del settore birrario. L’ultima novità riguarda il fallimento di Shelton Brothers, uno di più importanti importatori di birra europea negli Stati Uniti, a cui nel tempo si sono affidati anche diversi birrifici italiani. Come riportato da Good Beer Hunting, le finanze di Shelton Brothers hanno accusato enormemente la chiusura forzata di pub e ristoranti cominciata lo scorso marzo, poiché da questo canale dipendeva il 50% delle vendite del gruppo. In aggiunta hanno pesato in maniera decisiva gli esiti di una sconfitta legale nei confronti di un distributore dell’Illinois. In realtà le difficoltà economiche di Shelton Brothers erano iniziate già nel 2018, con la perdita di due clienti importanti come Mikkeller e Praire (che insieme coprivano il 50% delle entrate dell’azienda) e con un mercato profondamente cambiato rispetto al passato.

Fare birra in casa è diventato davvero così difficile?

Una delle prime sensazioni che si prova quando ci si addentra nel mondo della produzione casalinga di birra è quella di spaesamento. Gli inglesi indicano questa condizione con un termine a mio avviso molto efficace: overwhelming, che significa per l’appunto “travolgente”, nel senso di “soverchiante” ossia qualcosa che ci opprime dall’alto impedendoci di compiere le azioni più elementari. Ricordo nettamente le mie prime letture sulla produzione casalinga di birra. Cominciai con qualche veloce ricerca su Internet consultando i link proposti da Google: trovai tutto e il contrario di tutto, seguendo percorsi che si moltiplicavano a ogni passo, come un enorme albero i cui rami sembrano puntare alla verità mentre ci si allontanava verso nuove zone d’ombra da esplorare. Sembravano esistere migliaia di homebrewer nel mondo, ciascuno con i propri dogmi incrollabili. Da buon ingegnere, pensai bene di creare un bel foglio Excel in cui riassumevo i vari passaggi della produzione che avrei dovuto seguire, con dettagli approfonditi sui parametri che li caratterizzavano: temperature, tempi, pH, ingredienti. A un certo punto le celle del file Excel, piene di testo in un carattere piccolissimo, sembravano quasi scoppiare. Non ci stavo capendo più nulla. Avrei potuto seguire le istruzioni di un kit, certo, ma volevo capire prima di iniziare.

Vendesi maltificio composto da 3 vasche

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Attenzione: l’annuncio non è più valido.

Vendesi maltificio “Power Malz 700” completo di 3 vasche: Maceratore, Germinatore ed Essiccatore della capacità produttiva di circa 500 kg di malto per ciclo completo (max 9 cicli/mese). L’impianto è stato solo montato e collaudato: è nuovissimo a causa inutilizzo!

Grazie a questo impianto si possono ottenere diversi vantaggi, come controllare direttamente il processo di maltazione dei cereali, internalizzare l’intera filiera produttiva (se si coltivano orzo e luppolo), abbattere i costi delle materia prima.

Prezzo: euro 20.000 trattabili.

Per informazioni e contatti potete scrivere all’indirizzo [email protected] o chiamare il numero 393 3145862 Gerardo.

 

Tre recenti tendenze brassicole cannibalizzate dalle moderne IPA

Nell’articolo di ieri abbiamo sottolineato come le mode birrarie possano avere effetti positivi, permettendo ad esempio di riscoprire gusti o stili quasi dimenticati. L’altra faccia della medaglia è però rappresentata dalla diffusione ossessiva di alcuni temi, che finiscono talvolta per caratterizzare il settore al punto da mortificare ogni tentativo di proporre qualcosa di diverso. L’esempio più evidente è incarnato ancora una volta dalle moderne IPA: una tipologia che ha avuto il merito di trainare la rivoluzione internazionale della birra craft, ma che proprio a causa del suo successo tende a omogeneizzare un mercato che invece potrebbe essere molto più vario – basti pensare all’enorme ricchezza della cultura brassicola mondiale. Questo fenomeno non si evidenzia solo con i numeri, ma anche con la propensione delle IPA a cannibalizzare le nuove tendenze, che in realtà nascono da presupposti completamente diversi. Per spiegare meglio questo concetto analizziamo tre esempi relativamente recenti.

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