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Cercasi birrificio artigianale in Veneto

Sono alla ricerca di un birrificio artigianale in Veneto...

Vendesi Sala Cotte da 5 hL e attrezzatura specialistica

Birrificio vende sala cotte da 5 hL e attrezzature....

Il Birrificio BIRA vende impianto completo con sala cottura da 2,5/2,7 hL

Il Birrificio BIRA vende, preferibilmente in blocco, impianto completo...
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Cosa sono le Cold IPA? Arriva dall’Oregon la nuova variante luppolata

Nella panoramica di martedì scorso sulle nuove birre italiane abbiamo citato la Make IPA Clear Again del Piccolo Birrificio Clandestino, che lo stesso produttore toscano definisce la prima Cold IPA italiana. Se questo passaggio ha solleticato le vostre antenne di appassionati, allora sappiate che è giunto il momento di approfondire il discorso ed entrare nel dettaglio della nuova variante di IPA proveniente dagli Stati Uniti, dove il sottostile ha cominciato a diffondersi all’inizio dello scorso anno. Nonostante il loro nome, le Cold IPA non hanno nulla a che fare con la temperatura o le modalità di servizio. Piuttosto rappresentano un modo alternativo per raggiungere l’obiettivo ricercato da tanti birrai: esaltare al massimo gli aromi del luppolo, impostando il resto della ricetta (ingredienti e tecniche produttive) intorno a questo scopo e garantendo nel frattempo un buon livello di bevibilità. Sono destinate a diventare la “next big thing” del movimento craft internazionale? Cerchiamo di capirlo.

Diciottozerouno vende tank da 12 hl

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Con la presente mettiamo in vendita per inutilizzo:

  • Tank a fondo piatto da 12 hl
    • marca Simatec
    • con camicia ed elettrovalvole riscaldamento/raffreddamento
    • attacchi DN40.

Richiesta 2.500 euro

Il tutto in ottimo stato e  visibile presso la nostra azienda in via niccolini 7A, ad Oleggio Castello (No) previo accordo telefonico

Per info (preferibilmente whatsapp che in birrificio non prende) 349 1709834, oppure 339 2399244, oppure [email protected].

Il mega progetto di Guinness per aprire in uno storico ex birrificio nel cuore di Londra

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Lunedì scorso Guinness ha annunciato un investimento di 73 milioni di sterline per aprire un suo spazio a Covent Garden, nel cuore di Londra. Come riportato da Diageo, la multinazionale che controlla il marchio irlandese, la location sarà ricavata nello storico edificio di un ex birrificio della capitale, per una superficie totale di quasi 5.000 mq. La struttura ospiterà un microbirrificio per la produzione di edizioni limitate e visite guidate, una bottaia, diversi spazi dedicati all’organizzazione di eventi gastronomici e culturali, uno shop, un bar dove saranno disponibili le birre della casa e altre creazioni speciali in esclusiva, un ristorante nel rooftop con vista a 360° sulla città. La sede si chiamerà Guinness at Old Brewer’s Yard e l’apertura è prevista per l’autunno del 2023.

Opificio Birrario vende un impianto Marican da 250 litri

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Opificio Birrario con sede a Lorenzana (PI) vende un impianto Marican L250 come da foto allegate. L’impianto ha un tino mash/filtro e bollitura e whirpool, entrambi riscaldati elettricamente.

Impianto tenuto molto bene, accessori compresi:

  • 4 fermentatori troncoconici da singola cotta
  • 2 fermentatori doppia cotta
  • sistema di controllo temperatura fermentatori
  • 2 tini priming 300L
  • Tino accumulo acqua

Se interessati potete contattare Fabrizio al numero 3470818749.

Nuovi libri: Dalla Terra alla Birra, La cultura birraria nelle antiche civiltà e Effervescenze diverse

Come spiegato in passato, negli ultimi due anni abbiamo assistito alla pubblicazione di molti libri sulla birra, spesso di ottima qualità. Si tratta di un’inversione di tendenza rispetto all’arida situazione precedente, quando l’offerta si limitava a poche pubblicazioni, molte delle quali straniere. Oggi ci occupiamo di altre tre novità editoriali, tutte piuttosto importanti, che possiamo far rientrare nel segmento didattico/culturale e che contribuiscono ad arricchire ulteriormente il panorama. Il valore aggiunto è rappresentato dai suoi autori, tutti molto conosciuti nell’ambiente della birra artigianale. I libri dedicati alla nostra bevanda sono importanti, perché – se ben realizzati – offrono uno strumento di divulgazione capace di raggiungere un target diverso dal solito. Rappresentano inoltre un chiaro segnale dello stato del nostro settore, ben lontano dall’aver imboccato una fase discendente.

Il Birrificio Bari vende un impianto da 5 hl

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Causa passaggio a impianto più grande, il Birrificio Bari vende impianto produttivo da 5 hl a controllo manuale e a due tini separati e distinti + whirlpool indipendente. L’impianto è così composto:

  • Caldaia di ammostamento su pedana con capacita’ di esercizio 500 litri (acciaio inox aisi 304, oblo’ ispezione d.400 mm, agitatore a 4 pale, pozzetto con sonda termica pt100, riscaldamento laterale e sul fondo, specola visiva DN125)
  • Tino filtro e whirlpool su pedana capacita’ 500 litri (acciaio inox aisi 304, fondo filtrante facilmente smontabile, specola visiva, coibentato, valvole manuali a farfalla)
  • Pedana di sostegno
  • Tino whirlpool indipendente capacita’ di e servizio 500 litri (effettiva 790 litri)
  • Quadro elettrico di controllo e comando impianto
  • Plc e touch screeen (impostazione ricette, ammostamento automatico, controllo e gestione temperatura)
  • Scambiatore di calore monostadio ad acqua di rete e fredda con recupero acqua
  • Gruppo aeratore mosto – filtro sterile – ossigenatore per mosto

Eventuali persone interessate possono contattare il birrificio al 3492931539 (Mimmo Loiacono) o su [email protected].

Se anche le multinazionali abbandonano i birrifici craft: è la fine della birra artigianale in Italia?

L’inizio del 2022 per la birra italiana è stato scandito dalle mosse dell’industria e in particolare dall’apparente disimpegno delle multinazionali nei confronti di alcuni birrifici craft acquistati in passato. Prima è arrivata la cessione del marchio Hibu da parte di Heineken: da gennaio i nuovi proprietari sono Tommaso Norsa e Raimondo Cetani, cioè proprio coloro che quindici anni fa fondarono l’azienda, per poi venderla al colosso olandese nel 2017. Poi è arrivata la notizia del profondo riassetto imposto da AB Inbev a Birra del Borgo, con il licenziamento di un quarantina di dipendenti, la dismissione dei reparti commerciale e marketing, la chiusura di diversi locali e la cessione del marchio Collerosso, anch’esso protagonista di un “ritorno alle origini” grazie al subentro di Matteo Corazza (birraio di Birra del Borgo sin dalle origini del birrificio). Queste due vicende piuttosto clamorose hanno fatto scattare un nuovo campanello di allarme rispetto al presunto calo di popolarità che la birra artigianale sta avendo in Italia. Il ragionamento è più o meno questo: “Se neanche l’industria si interessa più a noi, allora siamo davvero ai saluti finali”. Ma è davvero ciò che sta succedendo?

Nuove birre da Alder, PBC, Edit, Malcantone, Karma e De Lab Fermentazioni

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Dopo un periodo di infatuazione nei confronti delle New England IPA, i birrifici italiani sembrano essere tornati sull’interpretazione dello stile tipico della costa occidentale degli Stati Uniti. Le luppolate di stampo “hazy” non sono scomparse, ma è evidente un certo ritorno di fiamma per le West Coast IPA – ammesso che l’interesse sia mai scemato. Appartiene proprio a questo sottostile la nuovissima Point Loma (6,5%) del birrificio Alder, con cui apriamo la panoramica di oggi sulle novità dei produttori italiani. Il modello di riferimento è proprio quello della costa del Pacifico: netta secchezza, amaro pronunciato, base maltata delicata ma presente e tradizionale luppolatura americana agrumata, floreale e balsamica. Oltre all’immancabile lievito neutro (ceppo US), la ricetta prevede l’impiego di malti Pils, Golden Promise e Cara e luppoli Amarillo, Cascade, Simcoe e Citra, impiegati sia in bollitura che in dry hopping. Una classicissima West Coast IPA, con la garanzia di un nome infallibile come Alder.

Un filone da (ri)scoprire: i blend tra alte fermentazioni e Lambic tradizionali

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Mercoledì scorso si è tenuta la prima lezione del nostro Master online sulle birre acide e selvagge, un’iniziativa giunta alla sua terza edizione e capace ogni volta di suscitare grande interesse. Il primo appuntamento, condotto da Francesco Antonelli, è una sorta di introduzione a queste specialità, con approfondimenti sui microrganismi che le caratterizzano e sulle relative tecniche produttive. Tra le birre in assaggio abbiamo inserito la Saison De La Senne, selezionata perché ci serviva un prodotto in cui fosse nettamente distinguibile la componente brettata. L’obiettivo è restituire il senso di una birra wild in assenza di acidità, motivo per cui solitamente propendiamo per la Orval. La trappista questa volta non era disponibile e allora abbiamo optato per la chicca di De La Senne. La loro Saison non è priva di acidità, ma è ben focalizzata sulla resa dei Brettanomyces. È inoltre una birra molto particolare, perché nasce dal blend tra una Saison e un Lambic tradizionale. Una peculiarità produttiva non convenzionale, ma non un caso unico nel panorama brassicolo. Vediamo alcuni esempi.

Il birrificio Edit vende impianto Simatec da 12 hl

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Causa passaggio a impianto superiore, il birrificio EDIT Torino vende impianto di marca Simatec (anno di costruzione 2016) così composto:

  • Sala cottura due tini da 12 hl Simatec;
  • 2 fermentatori tronco-conici da 12 hl cadauno, a temperatura controllata e pressione controllata ( anno costruzione 2016);
  • 1 Hop Back (luppolatore);
  • CIP di lavaggio mobile, composto da 2 vasche (100 lt. circa cadauna);
  • scambiatore a piastre;
  • 4 tank orizzontali Mueller a temperatura controllata, pressione controllata, compresi di sacca per riempimento, valvola uscita prodotto (capacità max 15 hl, anno di costruzione 2017); VENDIBILI ANCHE SEPARATAMENTE DAL RESTO DELL’IMPIANTO DI PRODUZIONE
  • Gruppo frigo (con glicole propilenico alimentare) per raffreddamento fermentatori.

Per informazioni contattare:

numero di tel. 347 4641640 oppure 3463055784

indirizzo email: [email protected].

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