Martedì mattina è stato presentato presso l’Hotel de Russie di Roma l’Annual Report 2024, la consueta analisi di Assobirra sullo stato di salute del comparto birrario in Italia. Come ampiamente prevedibile, i numeri hanno restituito il momento difficile della birra nel nostro paese, con tendenze in calo in praticamente tutte le voci statistiche. La buona notizia, tuttavia, è il rallentamento di quella emorragia apparsa evidente nel corso del 2023: la contrazione del 2024 è stata abbastanza limitata, confermando la sensazione che il peggio sia passato – salvo nuovi imprevisti all’orizzonte. Anche per questo motivo, probabilmente, durante l’evento di martedì Assobirra ha preferito concentrarsi sul futuro, anche con un certo ottimismo derivante dalla capacità del settore di innovare, adattarsi alle evoluzioni e attrarre investimenti. Sebbene non manchino le preoccupazioni, soprattutto nell’ottica delle tendenze neoproibizioniste a livello internazionale.
Produzione, consumi, bilancia commerciale
In questa sede tuttavia ci interessa restare al presente, entrando nel dettaglio dei numeri dell’Annual Report. Partiamo allora dalla produzione, che nel 2024 si è attestata a 17,2 milioni di ettolitri. È un dato in calo rispetto ai dodici mesi precedenti, ma davvero di poco (-200.000 ettolitri, cioè 1,15%). La stessa considerazione può essere applicata ai consumi, passati dai 21,8 milioni di ettolitri del 2023 ai 21,5 milioni del 2024 (-1,38%). Più pesante l’impatto in percentuale su export e import, calati rispettivamente dell’8,3% e del 5%. Da notare che nel 2023 l’import era cresciuto rispetto all’anno precedente, almeno da quanto emerge sul dato “corretto” dell’ultimo Annual Report – su questo punto torneremo più avanti. Nel complesso occorre evidenziare che, nonostante la tendenza al ribasso, tutte le voci statistiche mostrano valori ben oltre quelli registrati nel periodo pre-Covid.
Consumi pro capite
A nostro avviso i consumi pro capite rappresentano un buona cartina di tornasole per capire il rapporto degli italiani con la birra. Nel 2024 questo dato ha raggiunto i 36,4 litri a persona, registrando un calo evidente ma non così drammatico rispetto al 2023 (-1,89%). Nel 2023, infatti, sono stati consumati 37,1 litri a testa, almeno secondo i numeri dell’Annual Report presentato ieri. Nella precedente edizione del documento di Assobirra, invece, i consumi pro capite del 2023 erano stati stimati a 36,1 litri, marcando una differenza non indifferente con l’ultima rilevazione (un litro pieno a persona). Aggiustamenti dei valori tra un anno e l’altro sono preventivabili, ma in questo caso la distanza è piuttosto notevole. In ogni caso il dato del 2024 offre luci e ombre: si tratta pur sempre del terzo miglior risultato di sempre nella storia italiana, ma testimonia anche una contrazione di quasi due litri a testa nel giro di un solo biennio. Nel 2022 il traguardo simbolico dei 40 litri pro capite sembrava a un passo, ora è molto più lontano.
La birra artigianale
Interessanti poi i dati del comparto artigianale, che appaiono in controtendenza rispetto al sentimento generale che si respira nell’ambiente. Il numero di microbirrifici e brewpub continua a crescere e nel 2024 ha sfondato quota 1.000, con il dato della produzione che ha mostrato un incremento sostanziale (480.000 hl) dopo il calo del 2023. La fetta di mercato della birra artigianale è scesa al 2,3% (anche se la traduzione in inglese riporta 2,6%), quando nel 2022 aveva raggiunto il 3,1%. Sappiamo però quanto sia difficile ottenere numeri precisi e affidabili nel segmento dei microbirrifici italiani, quindi è sempre opportuno prendere queste rilevazioni con le pinze. Nel complesso la situazione appare meno nera di quanto ci si racconti tra gli addetti ai lavori.
Il segmento delle analcoliche e low-alcohol
Dall’Annual Report emergono altri dati interessanti. Uno in particolare è relativo alla fascia NoLo, quella cioè coperta dalle birre analcoliche o a basso contenuto alcolico. Si tratta ancora di una minuscola nicchia di mercato, che nel 2024 è sì cresciuta del 13,4% rispetto ai dodici mesi precedenti, ma nel complesso rappresenta ancora soltanto il 2,11% di tutte le birre vendute in Italia. C’è quindi un’evidente discrepanza tra, da una parte, la comunicazione, il marketing, la percezione e le aspettative, e, dall’altra, il reale peso di questo segmento sul mercato. A rendere ancora più evidente il fenomeno c’è la serie storica riportata da Assobirra. Nel 2016, infatti, le birre NoLo coprivano il 2,03% del mercato, per iniziare poi a calare negli anni successivi. Il punto più basso della storia recente fu raggiunto nel 2020 (1,30%), perché poi cominciò una lenta ripresa. Ripresa che ha coinciso proprio con il crescente interesse mediatico per questo segmento, i cui effetti però sembrano piuttosto limitati.
Consumi fuori casa
Un ultimo dato sul quale ci piace soffermarci è relativo ai consumi fuori casa. Anche in questo caso i numeri mostrano una situazione opposta a quello che probabilmente ci si aspetterebbe. In un periodo caratterizzato dall’inflazione e dalla perdita di potere d’acquisto dei consumatori, il fuori casa ha continuato a crescere in maniera evidente. Nel 2024 questo canale distributivo ha raggiunto il 38,5%, mostrando un trend positivo cominciato dopo la pandemia. Siamo tornati quasi al livello del 2016 e si spera che la crescita continui anche nei prossimi mesi.
Conclusioni
Per il resto vi invitiamo a scaricare l’Annual Report di Assobirra, disponibile in formato pdf, dove tra l’altro è presente anche un contributo del sottoscritto. Chiudiamo con le considerazioni di Alfredo Pratolongo, presidente di Assobirra:
Il 2024 ha evidenziato ancora una volta quanto il nostro comparto sia resiliente, capace di generare valore e innovazione anche in un contesto sfidante. Dopo un decennio di crescita e due anni segnati da rallentamenti, il settore mostra segnali di maturità e visione strategica, mantenendo saldo il proprio ruolo economico e culturale. L’Italia è oggi uno dei Paesi europei con la reputazione più alta in ambito birrario, risultato raggiunto grazie alla varietà dell’offerta, alla qualità dei prodotti e alla capacità di adattamento ai gusti e alle culture locali.
La birra si conferma una bevanda da pasto apprezzata per naturalità, moderazione e convivialità, sempre più rappresentata anche dalle versioni a basso o nullo contenuto alcolico, in linea con stili di vita equilibrati e all’insegna della moderazione. Tuttavia, se vogliamo continuare a crescere, servono condizioni più favorevoli e interventi mirati: un alleggerimento strutturale della fiscalità sulla birra, una legge sulla birra più attuale, un supporto concreto alla produzione nazionale di materie prime.
Il comparto continua a dare segni di rinnovata vitalità, sta intercettando nuove sensibilità e modelli di consumo all’insegna della leggerezza, dimostrando di sapersi evolvere. Per questo è fondamentale continuare a sostenerlo, liberando risorse da destinare a sostenibilità, innovazione e qualità. La birra è diventata un simbolo di socialità positiva in Italia, e AssoBirra intende rafforzarne ulteriormente il ruolo nel sistema agroalimentare del Paese.