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In partenza per Rimini, destinazione Birra dell’anno (e Beer Attraction)

Quando avrò finito di scrivere il post che state leggendo, mi dirigerò verso la Stazione Termini per raggiungere Rimini. Lì nei prossimi giorni si terranno gli assaggi per l’edizione 2016 di Birra dell’Anno di Unionbirrai, il più importante concorso nazionale sulla birra artigianale. Come gli anni scorsi, avrò l’onore di essere uno dei 60 giudici chiamati a esprimersi sulle produzioni iscritte al contest, poi rimarrò nella città romagnola anche il fine settimana per partecipare a Beer Attraction, la fiera di cui ho già scritto in passato. Saranno quattro giorni impegnativi ed entusiasmanti, di grande valore umano e professionale. Insomma, non vedo l’ora di partire.

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Il compito in giuria non sarà di certo facile, perché i numeri del concorso quest’anno fanno spavento. Parliamo infatti di un totale di 1.146 birre iscritte, a rappresentanza di 220 produttori italiani. L’incremento rispetto al 2015 è impressionante: le produzioni partecipanti sono aumentate del 38% e hanno superato ampiamente il tetto simbolico delle 1.000 iscrizioni (praticamente impensabile fino a un paio di anni fa); cifre analoghe riguardano le aziende rappresentate.

La crescita inaspettata dei dati ha costretto l’organizzazione ad aumentare il numero dei giudici (li trovate in rassegna sulla pagina Facebook di Unionbirrai), saliti a 60 (se non erro lo scorso anno erano 40). Molte saranno le facce nuove, moltissime le conferme provenienti sia dall’Italia che dall’estero: come sempre sarà una giuria composta da professionisti e appassionati di grandissimo spessore, con i quali sarà un piacere confrontarsi durante gli assaggi e nei momenti di pausa dal nostro “duro lavoro”. Dopo il ritorno in pompa magna dello scorso anno, Kuaska sarà ancora chiamato a presidiare la giuria: una garanzia aggiuntiva a un’iniziativa di primissimo livello.

In quanto al regolamento non ci saranno grandissime novità. L’unica degna di nota riguarda le categorie, che quest’anno saranno ancora 26, ma che sono state leggermente riviste. Ecco le differenze principali:

  • Scompare la definizione di Italian Lager e, come prevedibile, entra quella di Italian Grape Ale.
  • Continua l’ampliamento delle categorie IPA con l’ingresso di quella dedicata alle Specialty IPA.
  • Le Blanche sono state scorporate dalle Saison (non ricordo se era già avvenuto lo scorso anno).
  • Le Kölsch  non vivono più di vita propria ma sono accorpate con altri stili, sebbene anche molto diversi (Vienna, Marzen, Dunkel, Schwarz) – personalmente le avrei messe con Helles, Pils, Keller, ecc. o al limite con Golden Ale e Cream Ale (essendo ad alta fermentazione).

Come gli scorsi anni, il birrificio che conquisterà più piazzamenti nelle varie categorie sarà incoronato Birrificio dell’anno.

Chiudo qui altrimenti perdo il treno 🙂 . Ci vediamo a Rimini nei prossimi giorni oppure ci risentiamo su Cronache di Birra lunedì 22, giorno in cui il blog tornerà regolarmente operativo. Prima però seguite i nostri social per tutti gli aggiornamenti sulla trasferta, compresi i risultati del concorso (premiazione in programma sabato 20) di cui cercherò di informarvi in tempo reale.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Ciao Andrea,
    Oltre a quanto segnali in quanto evoluzione delle categorie aggiungo la modifica più importante e che probabilmente farà più discutere: l’accorpamento fra ipa e apa per fare spazio alle English ipa.
    Scelta alquanto discutibile in quanto la sezione apa e american ipa rappresenta una quota importante della produzione craft nazionale e non si vede per quale motivo si debba creare una super categoria che probabilmente vedrà iscritte ben oltre un centinaio di birre.
    Si vuole far passare il messaggio, sbagliato a priori, che American ipa e apa sono la medesima cosa?
    E poi, ma quante English ipa (con solo ed esclusivamente luppoli Uk come da regolamento) verranno mai prodotte in Italia (e aggiungerei oramai anche in Inghilterra)?
    Ma il punto non è aver creato la categoria English ipa, saranno i numeri ad avvalorare o meno la scelta, bensì aver confuso due categorie indipendenti da almeno un paio di edizioni per creare una categoria super affollata che probabilmente vedrà iscritte un 10% di tutte le birre del concorso.
    Non ne vedo minimamente il senso, aiutatemi voi a trovarlo….

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