Nel panorama sempre più eterogeneo della birra artigianale italiana, a colpire questa volta non è tanto un preciso stile o una tendenza dominante, quanto una certa leggerezza di fondo: non in senso qualitativo, ma nel desiderio condiviso di realizzare birre accessibili, vivaci, spesso dalla gradazione contenuta e con un chiaro orientamento estivo. Che si tratti di reinterpretazioni moderne di stili classici, di collaborazioni tra birrifici o di produzioni pensate per il consumo nei pub, emerge una voglia di esplorare il lato più conviviale e immediato della birra, senza rinunciare a carattere e identità. Un approccio che racconta di un movimento ormai capace di sperimentare senza cercare sempre la performance estrema.
LZO
Come forse saprete, il regolare censimento delle nuove birre italiane ha portato alla nascita del report Italian Craft Beer Trends, pubblicato nella sua prima edizione a inizio anno. A luglio dovremmo riuscire a rilasciare i dati del primo semestre del 2025 e sarà interessante scoprire il birrificio più attivo fino a oggi. Tra i candidati c’è il veneto LZO (sito web), che continua a sfornare novità a ritmi impressionanti. Negli ultimi dieci giorni ne annunciate altre due, cominciando dalla Peach Princess (3,6%), una pseudo Berliner Weisse aromatizzata con l’aggiunta di pesca a freddo. Il risultato è una birra vivace, effervescente, con la succulenza della frutta che bilancia la delicata acidità. È solo di qualche ora fa, invece, l’annuncio della Don’t worry, be hoppy (5,2%), una Cold IPA esplosiva, con note di agrumi e frutta tropicale derivanti dai luppoli Idaho 7 e Nelson Sauvin. Entrambe le birre appartengono alla linea sperimentale Drop Out.
Ritual Lab + Rebel’s
Meno recente ma senza dubbio meritevole di menzione è la Ordinary Troubles (6,5%), una New England IPA nata dalla collaborazione tra i birrifici romani Ritual Lab (sito web) e Rebel’s (sito web). Siamo al cospetto di una birra chiara dal corpo morbido e vellutato, con una resa “succosa” di agrumi e guava, accompagnata da sfumature erbacee. Il grist è composto da una percentuale di avena e frumento a integrazione del malto d’orzo, mentre la luppolatura è ottenuta con la varietà Krush, in formato criogenico. Se siete amanti della tipologia, il consiglio è di non farvela sfuggire.
Meltz + Lieviteria
“Ma ‘ste Weizen ce servono o non ce servono?”. Secondo i birrifici Meltz (sito web) e Lieviteria (sito web) ci servono, tanto che il frutto della loro recente collaborazione è proprio una birra ispirata al classico stile di frumento maltato della Baviera, ma rivisto in chiave moderna. La nuova Grafen (4,8%) è dunque una Hopfenweizen, in cui cioè il contributo del luppolo è particolarmente preminente e si fonde con gli aromi tipici della tipologia. Nel profilo troviamo quindi note di agrumi in aggiunta ai convenzionali toni speziati (chiodi di garofano) e fruttati (banana matura) di una Weizen. Un’interpretazione estiva e dissetante, con un boost aggiuntivo di luppoli moderni.
Mukkeller
Nel frattempo il marchigiano Mukkeller (sito web) continua con la sua linea “nitro” dedicata ai pub italiani. Dopo la The Dark Side of The Mu e la The Gentleman, è ora il momento di accogliere la The Hooligans (4,7%), una Extra Special Bitter rigorosamente confezionata con l’aggiunta di carboazoto. La tecnica permette di replicare parzialmente la resa “smooth” delle birre servite con questo sistema, come la celebre Guinness. In questo caso Mukkeller ha deciso di applicarla a una classica Bitter, realizzata con una percentuale di frumento in aggiunta all’immancabile malto d’orzo.
Podere La Berta
Con l’arrivo di giugno sono ufficialmente cominciati i festeggiamenti per i dieci anni di attività del birrificio Podere La Berta (sito web). Tra le tante iniziative previste nelle prossime settimane c’è, ovviamente, anche una birra inedita, battezzata Dabon (5%). È una Golden Ale in tipico stile britannico, che rappresenta un tributo alla prima cotta eseguita sull’impianto pilota del birrificio, nonché un inno alla semplicità e agli stili tradizionali. È insomma una birra che incarna la filosofia produttiva di Podere La Berta, accompagnata da un elemento nostalgico che, in casi del genere, non guasta mai. Per assaggiare la Dabon dovrete aspettare ancora qualche giorno: sarà disponibile in anteprima a partire dal 16 giugno presso 32 locali italiani, poi il 20 giugno anche alla festa di compleanno del birrificio.
Gimme More
Chiudiamo con due birre inedite provenienti dal birrificio lombardo Gimme More (sito web). La prima si chiama Hazy Daizy (4,2%) e può essere considerata una Session NEIPA, perché unisce la limitata gradazione alcolica ai caratteri tipici delle luppolate di tipo “hazy”. È perciò una birra opalescente (avena e frumento nel grist), con profumi di ananas e mandarino e sfumature resinose ed erbacee e un corpo setoso. La Mango n.5 (3,8%), che nel nome richiama una celebre canzone, è invece una Berliner Weisse impreziosita dall’aggiunta di mango. Il frutto risulta fondamentale non solo per caratterizzare il profilo aromatico, ma anche per aggiungere un intrigante contrappunto tanto all’acidità (sia lattica che citrica), quanto alla vivace carbonazione.