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Novità birrarie da Opperbacco, BSA e Gilac

Devo ammettere che questo 2011 ha visto un costante lancio di nuove birre italiane durante tutto l’arco dell’anno. Oggi andremo alla scoperta di tre novità assolute da altrettanti produttori, nessuna delle quali tuttavia definibile come Christmas brew. Visto il periodo, è un dettaglio decisamente insolito 🙂 . Partiamo allora dal frutto di una collaborazione tra i birrifici Opperbacco, Dada e Foglie d’Erba, da cui è nata un’Imperial IPA battezzata Overdose. Chiaramente l’overdose in questione è quella da luppolo, grande protagonista della ricetta. L’idea è partita da Luigi Recchiuti (Opperbacco), che ha deciso di coinvolgere Enrico Bartoli (Dada) e Gino Perissutti (Foglie d’Erba) nell’intrepido tentativo di replicare la grandissima Pliny the Elder del produttore americano Russian River.

Luigi ha progettato la ricetta di partenza, che ha poi passato al vaglio dei colleghi. Questi ultimi hanno apportato le proprie modifiche – in particolare Gino ha messo a disposizione la sua padronanza nell’integrare i luppoli americani con quelli tedeschi – quindi si sono ritrovati tutti a Notaresco (TE) per brassare la Overdose presso l’impianto di Opperbacco. Il risultato è una bomba da 9,2% alc. e da addirittura 409 unità d’amaro – anche se l’etichetta recita 10,5% alc. e 359 IBU. Sono stati impiegati 30 kg di luppolo per 900 litri di birra, con 4 settimane di dry hopping in 4 gittate.

Come potete vedere in questa pagina l’etichetta (fantastica!) ricorda quelle di Dada: in effetti è opera di Enrico, che ha costruito il solito eccezionale collage di immagini distintive. Ora non resta che assaggiarla, anche per verificare quanto sia vicina alla mitica Pliny the Elder 😉 .

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L’intraprendente Birrificio Sant’Andrea di Vercelli ha deciso di festeggiare il primo anno di attività con una nuova birra (oltre che con una grande festa). Si chiama HellRice ed è un Barleywine da 10,5% alc. curiosamente prodotto con l’impiego di riso. L’insolito ingrediente serve per dare maggiore secchezza a una birra inevitabilmente molto dolce.

Ecco come viene descritta dal produttore:

Una birra infernale. Una Barley Wine (vino di malto) con note potenti di frutta sciroppata e alcool che scaldano il palato e l’anima. La secchezza donata dalle speciali varietà di riso usate (Pilaf, Baldo, Carnaroli, Rosso) unita alla dolcezza di una birra così calda e corposa ne danno un equilibrio straordinario.

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Sarà disponibile in sole bottiglie numerate da 50 cl. Se volete assaggiarla, l’appuntamento è per sabato 10 dicembre, quando il BSA festeggerà il suo primo compleanno con tanta musica dal vivo. Per informazioni si può consultare il blog del birrificio.

Concludiamo infine con l’ultima nata in casa Gilac, produttore di Val della Torre (TO). Si tratta della Diva Gold Cuvèe 2011, versione “spumantizzata” della Diva. La birra è infatti caratterizzata da un particolare iter realizzativo che, sulla falsariga di altri prodotti analoghi, sperimenta il processo tipico dello spumante adattandolo all’arte brassicola. La Diva Gold Cuvèe 2011 subisce quindi tre diverse fermentazioni: la prima in tino, la seconda in bottiglia a cui seguono il remuage e il degorgement (tipici della spumantizzazione con metodo classico) e la terza prima di una successiva maturazione lenta e prolungata a temperatura costante.

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Il risultato è così spiegato dall’azienda:

Nel bicchiere si presenta con un elegante colore giallo oro, limpidezza cristallina, schiuma esuberante ben strutturata, perlage fine e persistente tipico degli spumanti. Inizialmente sprigiona un bouquet floreale, poi l’aroma diventa fruttato, di mela cotta, uva matura, agrumi canditi. Il corpo è equilibrato, il gusto bilanciato con piacevoli note fruttate. La persistenza retrolfattiva lunga, fresca di luppoli. Rispetto alla birra d’origine risulta più vellutata e piena, il finale più morbido.

Non è realizzata appositamente per le festività, ma è chiaro che può essere considerata una “birra da brindisi”. Misura 8% alc. ed è disponibile esclusivamente in bottiglie di alta gamma da 75 cl con tappo in sughero e gabbietta.

Se sulle vostre tavole imbandite vorrete proporre qualche novità, direi che questo post vi ha offerto alcuni interessanti suggerimenti 🙂 .

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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20 Commenti

  1. Complimenti per il tentativo di replicare la pliny. Se non sbaglio la ricetta è pubblica, ma di certo non è impresa da poco 😀

  2. Assaggiata la HellRice in anteprima sabato scorso, un manipolo di Malti da Legare ha fatto irruzione al birrificio e abbiamo assaggiato tutto 🙂 e alla fine è saltata fuori questa mezzo litro ancora senza etichetta.
    E’ giovane giovane ma promette bene, secchezza sì ma ancora tantissimi zuccheri, bel corpo e aromi, un buon equilibrio. Una bottiglia riposa nella cantina, tra sei/otto mesi ne riparliamo 🙂

      • Perché Luigi mi ha dato quei dati, poi sull’etichetta ho visto che ce n’erano altri. Colpa mia che non me ne sono accorto per tempo per chiedere delucidazioni.

    • Andando da un birrificio amico della bergamasca mi ha detto che ora è aumentato e non di poco l’amarillo, ed anche che non si troverà tanto sorachi per il 2011… è vero??? come mai???

  3. Qualcuno sa se e dove si può trovare questa bomba al luppolo nella zona bergamo-milanese?
    Una bottiglia di “inferno di riso” devo accaparrarmela..punto alla n.666!

    • Sabato vado a provare la Hell Rice (e a festeggiare il compleanno di BSA).
      Mi sono fatto spiegare il processo di produzione e pare che il colore scuro sia dato non tanto dai malti (anche da quelli ovviamente), quanto dal fatto che viene usata l’acqua in cui sono stati cotti del riso rosso e del riso venere. C’è curiosità.

      Piccolo OT: Slevin, ma sei di Vercelli? Può essere che ci conosciamo e non lo sappiamo…

      • Sono appena passato al BSA.
        Le bottiglie di Hell Rice sono numerate fino a 710.
        Io ho la 215 e la 137… ma aspetterò qualche mese per berle.

  4. Chiarisco un paio di punti sulla Overdose.
    Essa si ispira alla Pliny the Elder dalla quale riprende il dry hopping di un mese con 4 gittate diverse, ma ha poi preso una strada tutta sua (non è nostra intenzione replicarla!). Ho letto che il mastro birraio della Russian River ha risposto a delle domande degli homebrewers americani di utilizzare estratto di luppolo ma io penso che possano bastare kg 6,7 di luppolo in dry hopping (tettnanger, perle, amarillo, centennial, columbus, simcoe) più 5 kg in hop back (per circa 900 litri di birra). Inoltre abbiamo utilizzato Chinook e Simcoe in first wort, hercules a 80′, columbus, perle e simcoe a 20′, perle, simcoe, tettnanger, sora ace e columbus a 10′. L’etichetta riporta dei dati discordanti perchè è stata sviluppata tempo fa; in seguito abbiamo apportato numerosi aggiustamenti.
    Un saluto, Luigi

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