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La svolta “cosmopolita” di Kbirr: ecco la linea People per conquistare nuovi mercati

Il birrificio Kbirr è una delle realtà più interessanti nel panorama birrario campano e nazionale. Fondato a Napoli nel 2016, quattro anni più tardi divenne un birrificio a tutti gli effetti, stabilendo il suo polo produttivo nella zona industriale di Giugliano in Campania (NA). La particolare struttura verticale dell’impianto lo rende uno birrifici artigianali con la maggiore capacità produttiva (potenziale) d’Italia, con tre sale cotte che possono lavorare in parallelo. Sin dagli esordi, ha puntato su una comunicazione dal forte stampo territoriale, giocando sull’identità napoletana in ogni suo aspetto. Il nome del marchio richiama un’esclamazione in dialetto (“Ua, ch’ birr”) e le birre sono state battezzate sottolineando il legame diretto con la città e la sua cultura: dalla Natavota alla Jattura, dalla Pullicenhell alla #Cuoredinapoli, tutte afferenti alla cosiddetta linea Pop.

In questi anni Kbirr è cresciuto molto, tanto da sentire ora l’esigenza di compiere un passo ulteriore nel suo percorso evolutivo. Nasce così la linea People, che supera la forte componente identitaria della precedente comunicazione per rivolgersi a nuovi mercati con un approccio di respiro più ampio, pur continuando a veicolare i valori del made in Italy. Le cinque birre della linea hanno nomi che richiamano direttamente la tipologia di appartenenza e non presentano alcun riferimento a Napoli e al suo immaginario collettivo. Anche a livello estetico si ritrova lo stesso approccio, con etichette che sviluppano interessanti pattern grafici “astratti”, circondando il logo di Kbirr posto al centro dell’illustrazione.

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Ci sono almeno un paio di elementi interessanti nella nuova iniziativa di Kbirr. Il primo riguarda gli stili birrari individuati per la linea People, che, in nome di un’impostazione cosmopolita, si rifanno ai grandi classici dell’arte brassicola internazionale. Ma più che gli stili in quanto tali, occorre evidenziare la scelta di realizzare prodotti facili da bere, al fine di avvicinare un pubblico ampio e diversificato rispetto a quello dei beer lover. In questa scelta troviamo una risposta ad alcune sfide che la birra artigianale è chiamata ad affrontare in Italia: cercare nuovi sbocchi commerciali in canali poco battuti in passato e svestirsi di quell’aura di esclusività ed eccentricità – anche in termini di ricette – per favorire un consumo spensierato e immediato.

Le cinque birre della linea People di Kbirr incarnano tutti questi elementi. La Helles (5,2%) è una bassa fermentazione con note di cereali sostenute da un delicato floreale, facile da bere e con un bel taglio amaro finale. La Strong Lager (7,5%) è una Doppelbock chiara in cui toni di pane e miele s’intrecciano a note floreali ed erbacee, valorizzate da una sottile vena alcolica riscaldante che non ne compromette la bevibilità. La Red Strong (7%) è invece una Dunkles Bock dal colore ambrato carico e decisamene maltata, con aromi che vanno dai cereali tostati al toffee, con una piacevole chiusura amara. Immancabile la India Pale Ale (5,6%), che si muove a cavallo tra la cultura brassicola del Regno Unito (malti inglesi) e quella degli Stati Uniti (luppoli americani), con intense note agrumate e tropicali e un finale secco e lungo. Infine la Blanche (5,6%) omaggia l’omonimo stile belga, seguendo fedelmente il modello di riferimento: aspetto opalescente, grist composto da un’alta percentuale di frumento non maltato, aromatizzazione ottenuta con coriandolo e scorza d’arancia.

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La presentazione della linea People è avvenuta ieri nel corso di un bell’evento stampa ospitato nei suggestivi spazi del CAM Museum di Casoria (NA), riaperto al pubblico proprio per l’occasione. L’iniziativa – e questo è il secondo punto di interesse – dimostra che il mondo della birra artigianale italiana offre ancora segnali di vitalità, sebbene stia affrontando un periodo di difficoltà che richiedono un riposizionamento di tutti i suoi attori. Ma progetti come quello di Kbirr confermano che c’è ancora voglia di investire e di portare avanti la propria visione imprenditoriale, trovando magari proprio in questo momento storico lo spunto per uscire dalle dinamiche, in parte aberranti, su cui si è sviluppato il mercato in passato.

Nonostante il periodo complicato per chi vuole fare impresa in Italia (e non solo), Kbirr si conferma dunque una realtà in fermento e pronta a raccogliere nuove sfide. Parallelamente alla linea People, infatti, il birrificio ha presentato ufficialmente Officine Kbirr, il suo nuovo locale a San Giorgio a Cremano (NA). Si tratta di un’apertura molto ambiziosa, basata su un concept innovativo che pone la birra artigianale al centro dell’esperienza gastronomica, con una particolare sezione dedicata alla mixology. L’offerta è variegata anche sul fronte food, con la pizza d’autore che si affianca a piatti più ricercati. Di Officine Kbirr scriveremo più dettagliatamente in un prossimo articolo sulle nuove aperture.

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La nuova linea People di Kbirr sarà disponibile in bottiglia e in fusto, dando priorità a questo secondo contenitore. Nella visione generale del mercato, rappresenta uno dei tentativi che stanno compiendo i birrifici italiani per superare i limiti del settore e riposizionarsi in un contesto profondamente cambiato rispetto al passato. L’impressione è che iniziative come questa sono destinate ad aumentare nettamente nei prossimi mesi.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. “Strong Lager (7,5%) è una Bock
    Red Strong (7%) è invece una Doppelbock ”

    forse c’è un’inversione di stili

    ciao
    demus

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