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Che 2018 birrario è stato – I risultati

Come ogni anno, a fine anno, arriva il momento più atteso da tutti i lettori di Cronache di Birra: il premio per il miglior Nostradamus birrario d’Italia! Il gioco ormai va avanti da diversi anni e vi invita a prevedere le tendenze del settore per i prossimi dodici mesi, appurando quanto davvero conoscete questo mondo. Prima però di lanciarsi nei pronostici, sui quali ci concentreremo nei prossimi giorni, ora è giunto il momento di recuperare il post di fine 2017 e incoronare il vincitore di quest’anno. Come viene individuato? Semplice: recuperando i commenti passati e verificando quante ipotesi si sono effettivamente realizzate. Come al solito l’operazione di revisione sarà suddivisa nei quattro argomenti del concorso: trend della birra artigianale in Italia, trend stranieri, birrifici italiani in evidenza e sfera di cristallo. Ovviamente al gioco partecipa anche il sottoscritto con i suoi pronostici.

I trend della birra artigianale in Italia

Personalmente lo shopping dell’industria tra i microbirrifici italiani ha sempre sconvolto i miei pronostici. Dopo che AB Inbev acquistò Birra del Borgo, ipotizzai che vicende analoghe non si sarebbero concretizzate in tempi brevi; invece nei mesi successivi assistemmo alle cessioni di Ducato, Birradamare e Hibu. Lo scorso anno allora profetizzai altre acquisizioni in Italia, invece la situazione è rimasta tranquilla nel corso di tutto il 2018. Insomma, ho toppato clamorosamente un’altra volta. Non che sia andato meglio a chi tra voi (Kevin, Alexis) aveva immaginato evoluzioni simili.

Una delle novità più importanti per il panorama nazionale è la riduzione delle accise per i piccoli birrifici, prevista dalla Legge di Bilancio. Una conquista che sembrava impossibile dopo le delusioni degli ultimi anni, quindi non è un caso che sull’argomento vi foste espressi in direzione completamente opposta (Dani, Kevin). Le lattine sono cresciute tantissimo in Italia nel corso del 2018: una tendenza azzeccata da Barleywine84 e Silvio Belli. Quest’ultimo – che, ricordiamolo, è il campione in carica – in particolare ha descritto perfettamente le dinamiche che hanno caratterizzato gli ultimi dodici mesi di birra artigianale italiana, motivo per cui riporto un intero estratto del suo commento dello scorso anno:

Italia: Diminuiranno drasticamente le produzioni di Neipa ed affini a vantaggio di Saison (stile in forte ascesa) e basse fementazioni (pils e keller in primis)
Qualcun altro seguirà la strada intrapresa da Ca del Brado, concentrandosi su birre in botte e blend.
Lattine sempre più presenti, con le primissime apparizioni di Crowler da asporto nei pub.
Notevole ridimensionamento di festival birrari, aumento di vendite dirette dei birrifici (taproom, locali di proprietà, spine ad appannaggio di birrifici previo accordo con gli stessi)

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Silvio ha indovinato tutto: calo delle NE IPA, apertura di nuove cantine brassicole, ridimensionamento dei festival birrari, aumento delle tap room e, come detto, diffusione delle lattine. La classe non è acqua, ma bisogna capire se Silvio sarà stato ugualmente preciso anche negli altri pronostici.

I trend della birra artigianale nel mondo

Lo scorso anno ipotizzai la crescente importanza delle proprietà visive della birra, portate alla ribalta dall’aspetto torbido delle New England IPA. Pronostico che considererei indovinato: nel corso del 2018 siamo incappati in birre dall’aspetto insolito (soprattutto da un punto di vista cromatico) se non addirittura glitterato, mentre il nuovo trend delle Brut IPA gioca proprio sull’estrema limpidezza in aggiunta alla peculiare secchezza. Le acquisizioni delle multinazionali a livello mondiale si sono decisamente placate ed è finita quella fase di shopping quasi isterico che ha caratterizzato gli ultimi anni: una tendenza interessante, che però nessuno di voi (noi) aveva preso in considerazione. Senza dimenticare però il polverone alzato dalla cessione di Beavertown a Heineken.

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Poca fantasia da parte di tutti nel provare a pronosticare altre tendenze internazionali. Nessuno aveva presagito la direzione che avrebbero preso alcuni concorsi birrari, né l’ascesa delle birre alla marijuana e quelle ai confini della nostra bevanda. Alcuni di voi si sono concentrati sull’evoluzione di nuovi lieviti, ma al di là delle continua presenza di fermentazioni miste e sour beer, direi che non abbiamo assistito a eventi dirompenti da questo punto di vista. A livello mondiale il 2018 è stato privo di colpi sensazionali: in generale si sono consolidati i fenomeni emersi in passato, con l’industria che ha guadagnato terreno nel comparto craft soprattutto a detrimento dei birrifici di medie dimensioni.

I birrifici italiani in evidenza

Crak è stato un birrificio molto citato nel pezzo di un anno fa, ma nessuno aveva scommesso sulla sua vittoria a Birra dell’anno, che in effetti ha rappresentato una mezza sorpresa. Stesso discorso per il vincitore di Birraio dell’anno, dove l’exploit di Josif Vezzoli (Elvo) ha preso alla sprovvista non pochi scommettitori. Diverso il discorso nella categoria “giovani”, dove il trionfo di Ritual Lab era stato previsto da molti: segnalo che Barleywine84 aveva ipotizzato anche una buona prova di Vetra, giunto effettivamente secondo. Nei concorsi internazionali si è distinto il Birrificio di Cagliari al Barcelona Beer Challenge e Birra Perugia e Lambrate allo European Beer Star: tre nomi, nessuno dei quali citati un anno fa.

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Forse è il caso di preparate pronostici migliori per questa sezione del gioco, dove questa volta abbiamo fatto tutti schifo (con qualche eccezione). Segnalo il tentativo all-in di Silvio Belli, che aveva persino abbozzato una classifica finale dei giovani a Birraio dell’anno: tentativo lodevole ma non riuscito, a parte la già citata (e inflazionata) vittoria di Ritual Lab.

Sfera di cristallo

L’ultima parte del concorso è dedicata alle ipotesi più fantasiose e fuori di testa, che però talvolta possono concretizzarsi oltre ogni logica. Inquietante la previsione di Dani che, tra il serio e il faceto, aveva profetizzato la possibilità di incidenti in un festival birrario: lo scorso novembre due rapinatori hanno sparato durante BeerCatania, ferendo uno degli organizzatori che per fortuna se l’è cavata con poco. Per il resto i commentatori si sono avventurati in previsioni (giustamente) poco verosimili, che puntualmente non si sono avverate. Concludo però ancora con il pronostico secco di Silvio Belli:

Il Belgio vince i mondiali, Cantillon gli dedica una birra, Nainggolan va in coma etilico.

Il Belgio in realtà è arrivato terzo, Cantillon al massimo ha creato una Lambic IPA e Nainggolan non è andato in coma etilico, ma in questi giorni sembra essere sulla buona strada come non mai.

Il miglior Nostradamus del 2018

Quest’anno non c’è molto da discutere, perché molti di noi si sono auto eliminati dalla competizione a causa di previsione poco precise. La battaglia finale è dunque tra il campione in carica, Silvio Belli, e Barleywine84, apparso molto deciso un anno fa a compiere una buona prestazione. E la buona prestazione c’è stata, ma la precisione di Silvio ancora una volta ha avuto la meglio. Per il secondo anno consecutivo è dunque lui il miglior Nostradamus birrario d’Italia: un traguardo prestigioso, che dimostra la sua grande conoscenza dell’ambiente. Da sottolineare che Silvio lavora nel settore, ma non ha mai sfruttato eventuali informazioni riservate per distinguersi nel concorso. Bravo Silvio, congratulazioni!

E ora preparatevi con i pronostici per il 2019, perché ve li chiederò a breve.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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