Ieri si è conclusa l’edizione 2019 del Villaggio della Birra, un festival che non necessita di presentazioni e che giustamente rappresenta uno degli appuntamenti più attesi dagli appassionati italiani (e non solo). Il motivo non risiede solo nell’ampia selezione di birrifici di altissimo livello, ma anche nei tanti aspetti di contorno: la formula consolidata nel tempo, la favolosa location a due passi da Buonconvento, il programma di laboratori di qualità strabiliante, la ricca proposta gastronomica, l’ottima musica dal vivo e altro ancora. Come probabilmente saprete, tra i contenuti collaterali del Villaggio della Birra quest’anno c’è stata anche la prima uscita pubblica di Whatabeer, l’app di Cronache di Birra lanciata ufficialmente solo una settimana fa ma che sta già destando molto interesse nell’ambiente. Grazie alla partnership con la manifestazione, Whatabeer ha proposto un contest con tutte le birre (circa 170!) presenti alle spine, permettendo agli utenti di votare le proprie preferite. Oggi dunque è arrivato il momento di svelare i risultati finali.
In realtà gli utenti di Whatabeer hanno già avuto la possibilità di consultare la graduatoria finale del contest, mentre i visitatori del Villaggio della Birra hanno potuto votare in loco senza spendere crediti e persino seguire in tempo reale l’evoluzione delle classifiche grazie alle informazioni proiettate nella sala di somministrazione. Alla fine il coinvolgimento è stato clamoroso, con più di 21.000 preferenze espresse nel giro di pochissimi giorni: si tratta di una cifra sbalorditiva, che è andata ben oltre le nostre più rosee aspettative.
Di conseguenza ne è nata una lotta molto appassionante e alla fine a spuntarla tra le birre presenti al Villaggio è stata la Crianza III della Brasserie De La Senne (80,3%), una Flemish Red Ale frutto di una fermentazione mista e lasciata maturare un anno in legno. L’acida del birrificio di Bruxelles ha preceduto ben tre creazioni della Gueuzerie Tilquin, blender di Lambic che nei relativamente pochi anni di attività ha raggiunto livelli eccezionali. Così la medaglia d’argento è andata alla “base” Oude Gueuze Tilquin à l’Ancienne (79,2%), il bronzo alla Oude Quetsche Tilquin à l’Ancienne (con prugne, 78,1%) e il quarto posto alla Oude Mure Tilquin à l’Ancienne (con more, 77,7% 215 voti). In quinta posizione finalmente troviamo una birra italiana, che tra l’altro spezza il dominio delle creazioni acide: è la Mukkellerina (76,7%) di Mukkeller, bassa fermentazione ormai alla stregua di un grande classico del settore.
A rendere interessante il testa a testa per il podio è stato il modo in cui le birre hanno conquistato o perso posizioni negli ultimi giorni. La Mukkellerina è stata a lungo in testa alla graduatoria, salvo poi subire il ritorno della Crianza III che si è stabilita in testa alla classifica nella giornata di sabato. Quando ormai la vittoria sembrava sicura, la rimonta delle creazioni di Tilquin ha permesso all’ammiraglia della casa di scalzare la Flemish Red Ale di De La Senne. Ma i colpi di scena non si sarebbero fermati lì, perché proprio nelle ore conclusive la Crianza III ha compiuto un balzo decisivo riconquistando il vertice per poco più di un punto percentuale. Insomma, difficilmente ci saremmo aspettati una sfida così interessante per il primo contest ufficiale di Whatabeer.
Chi è stato presente al Villaggio della Birra ha avuto anche la possibilità di apprezzare altre due graduatorie, dedicate rispettivamente ai birrifici e agli stili birrari e calcolati sulla base delle preferenze ricevute dalle singole birre. E qui Tilquin ha potuto vendicarsi dello smacco subito nella precedente graduatoria, riuscendo a conquistare il primo posto grazie a un superbo punteggio finale (73,8%). In questa classifica per De La Senne è arrivata “solo” la consolazione della medaglia di bronzo (62,2%), poiché ad aggiudicarsi il secondo posto è stato Mukkeller (63,6%). Nella Top 10 troviamo altri sei birrifici belgi (Glazen Toren, De Ranke, Fantome, Hof Ten Dormaal, Blaugies): un dominio intervallato solo dall’italiano L’Olmaia (ottava posizione) e dall’americano Hill Farmstead (decima posizione). Interessante infine la classifica degli stili, con le Keller – anzi la Keller, visto che l’unica rappresentante della tipologia è stata la già citata Mukkellerina – che hanno preceduto un quintetto ne segno dell’acidità: rispettivamente Gueuze, Fruit Lambic, Flemish Red Ale, Oud Bruin e Lambic.
I risultati ci dicono che nel contest di Whatabeer dedicato al Villaggio della Birra hanno trionfato i nomi allo stesso tempo più consolidati e meno sconosciuti alle nostre latitudini: personalmente ad esempio ho apprezzato anche Kane, Burning Sky e Hill Farmstead, ma i relativi risultati sono stati deludenti rispetto alle aspettative. Si avverte il predominio delle tipologie acide, ma per fortuna le birre più apprezzate sono quelle che interpretano questo trend in chiave tradizionale e senza spingerlo verso estremi aberranti. A ogni modo per consultare classifiche e graduatorie più dettagliate potete scaricare Whatabeer (ancora solo per Android) e trarre le vostre considerazioni.
Concluso il contest dedicato al Villaggio della Birra, attualmente su Whatabeer sono attivi altri due tornei: quello incentrato sui grandi classici del Belgio e quello dedicato alle birre estive (italiane e straniere) prodotte con frumento. Inutile ricordare che altri contest si aggiungeranno nei prossimi giorni, quindi restate sintonizzati! Complimenti a De La Senne per la vittoria nel primo contest ufficiale di Whatabeer e alla prossima occasione!