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Vendesi Sala Cotte da 5 hL e attrezzatura specialistica

Birrificio vende sala cotte da 5 hL e attrezzature....

Il Birrificio BIRA vende impianto completo con sala cottura da 2,5/2,7 hL

Il Birrificio BIRA vende, preferibilmente in blocco, impianto completo...

Birrificio dell’hinterland milanese cede intera attività o vende impianto produttivo

Si propone in vendita brewpub nell’hinterland milanese, avviato nel...
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Il dietro le quinte della World Beer Cup, il più grande concorso birrario del mondo

Al mondo esistono tanti concorsi birrari, ma nessuno è così grande come la World Beer Cup® (WBC) organizzata dalla Brewers Association, l’associazione di categoria no-profit che cura gli interessi dei piccoli birrifici indipendenti americani. Quest’anno la competizione ha registrato 10.213 birre da 2.376 produttori, a rappresentanza di 51 paesi. Inaugurata nel 1996 e ora in programma con cadenza annuale, la World Beer Cup è il concorso birrario più grande e competitivo del mondo. Un panel di 272 giudici da 26 nazioni ha valutato le birre in 18 sessioni di degustazione distribuite su nove giorni, con la terza e ultima fase tenutasi a Nashville, in Tennessee,  nel corso della Craft Brewers Conference and BrewExpo America®. Avendo recentemente partecipato per la prima volta come giudice alla World Beer Cup, sono rimasta sbalordita dalla qualità dell’iniziativa, l’efficienza dell’organizzazione e la professionalità dei miei compagni di giuria. Coordinare più di 10.000 birre è una sfida in termini logistici e organizzativi, ma la Brewers Association l’ha superata con disinvoltura anche grazie alla guida di Chris Williams, il nuovo direttore del concorso. Ecco com’è andata…

Prossimi eventi: BeerFort in Valchiavenna, CBF, Parco Birre e Fermento

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Luglio è stato il mese più ricco di eventi birrari degli ultimi anni e con la panoramica di oggi presentiamo altri quattro appuntamenti, cominciando però a dare un’occhiata anche al prossimo mese. Riflettori puntati sulla seconda edizione di BeerFort in Valchiavenna, dove parteciperò personalmente per condurre tre workshop nella giornata di sabato: una parte del ricchissimo programma di laboratori e tavole rotonde, che si aggiungeranno alla valida offerta birraria e gastronomica del festival. Negli stessi giorni si terrà il Carnago Beer Festival del Birrificio Settimo, mentre all’inizio di agosto andranno in scena Parco Birre a Domusnovas, in Sardegna, e Fermento a Tarquinia Lido, in provincia di Viterbo. Buone bevute a tutti e ci vediamo in Valchiavenna!

Nuovi locali (a marchio e non) a Milano, Verona e Roma Fiumicino

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Nonostante gli alti e bassi del nostro movimento artigianale, le aperture di nuovi locali non sono mai mancate. Su Cronache di Birra le seguiamo con regolarità e c’è un fenomeno interessante che abbiamo notato negli ultimi tempi: è cambiata la natura di questi progetti. In particolare oggi la maggior parte dei nuovi locali birrari è rappresentata da tap room o birrerie direttamente collegate a un birrificio, mentre è meno frequente incontrare pub “indipendenti”. Che sia effettivamente una tendenza in atto nel nostro settore? O semplicemente i birrifici hanno l’interesse e la forza a comunicare meglio e in maniera più efficiente simili novità? È difficile rispondere a queste domande, così nella panoramica odierna sulle recenti aperture in Italia diamo voce a entrambe le fattispecie, sebbene le prime sia anche in questo caso in maggioranza.

In che stato si trova l’homebrewing in Italia?

Qualche mese fa mi è capitato di intercettare una discussione – direi piuttosto un pacato confronto – su Fail Beer, pagina Facebook gestita da Simone Larcher, homebrewer che racconta le sue esperienze con produzioni casalinghe, attrezzatura, concorsi. Questa volta si chiedeva in che stato versasse l’homebrewing in Italia, ipotizzando una scena non proprio in crescita, anzi, probabilmente nel pieno di una sorta di stagnazione. Sono seguiti commenti che hanno portato punti di vista diversi e interessanti. È venuto spontaneo pormi la stessa domanda, alla ricerca di risposte che sono tutt’altro che scontate, visto che dati veri e propri non ce ne sono. Alcuni elementi si possono dedurre dal contesto, dai forum, dai gruppi Facebook, dai concorsi che si trovano in giro. Ne derivano sensazioni contrastanti, vediamo in quali termini.

Nuove birre da Zero.5 + Biren, Shire + Bajon, Rebel’s, Antikorpo, Birra Puddu e altri

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La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane si apre con due collaborazioni molto interessanti, che coinvolgono quattro birrifici meritevoli di attenzione. La prima è la Haka (5%), una Pale Ale di stampo “oceanico” nata dall’incontro tra il giovane produttore laziale Zero.5 (pagina Instagram) e il birrificio Biren (sito web) della provincia di Ferrara. È una luppolata che punta tutto sul contributo aromatico delle varietà Mosaic (originaria degli Stati Uniti) e Nelson Sauvin (sviluppata in Nuova Zelanda), che conferiscono note spiccatamente tropicali. Leggermente velata, la Haka si beve molto facilmente, grazie al corpo snello e a una piacevole secchezza finale. Insomma, una birra fresca e perfetta per l’estate, che a quanto pare sta andando molto bene, tanto che è già in programma una seconda cotta.

Non di solo maiale vive il salume: birre artigianali e insaccati alternativi

Come visto nel precedente articolo sul tema, la necessità di conservare le carni ha trovato nel maiale l’animale perfetto per le attenzioni norcine: grazie alla varietà della sua alimentazione e al suo grasso, i salumi rappresentano la quintessenza di questo animale straordinario. Ma ci sono anche delle zone dove, per le più disparate ragioni, il nostro simpatico onnivoro non viene allevato: avverse condizioni pedoclimatiche (pendenze proibitive, freddo o caldo eccessivi), ragioni religiose e culturali (pensiamo all’ebraismo o all’islam) o per la necessità di disporre di animali a multipla attitudine (come le pecore) ne hanno penalizzato la diffusione in alcuni contesti, favorendo la propensione salumistica di altri bipedi e quadrupedi. Un’esigenza che ha riguardato molte popolazioni del Mediterraneo e che ci porta in questa occasione a fare un viaggio anche fuori dall’Italia, procedendo nel nostro percorso con i salumi Presidio Slow Food abbinati alle birre.

Prossimi eventi: Burp!, Birragustando, Americans e iniziative a Torino e in Val Gardena

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In questo afoso venerdì di luglio non rimane molto da fare che cercare refrigerio immaginando di partecipare a uno dei prossimi eventi birrari in Italia. Oggi ne segnaliamo altri cinque in programma nei prossimi dieci giorni, partendo da domenica, quando al Golden Pot di Villalba di Guidonia (RM) andrà in scena la sesta edizione di Americans, iniziativa completamente dedicata alla birra in lattina. I restanti appuntamenti invece cadranno tutti nel weekend successivo: in provincia di Novara si terrà Burp! Festival, a Torino il debutto dell’evento firmato birrificio Edit, in Val Gardena l’edizione 2023 del Gherdëina Craft Beer Festival e in Val d’Orcia la nona edizione di Birragustando. Tutti appuntamenti degni di nota per continuare a bere bene in questa lunga estate della birra artigianale italiana. Buone bevute!

Chiude il birrificio Anchor: il triste epilogo del pioniere della birra craft americana

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Può una notizia risultare clamorosa anche se attesa da tempo? Decisamente sì, quando diventa ufficiale. È il caso del triste epilogo di Anchor Brewing Co., che nelle scorse ore ha annunciato l’interruzione della sua attività e la messa in liquidazione dell’azienda. Per chi non ne fosse a conoscenza, si tratta di uno dei birrifici più importanti della storia della birra artigianale americana, che circa cinquant’anni fa diede il via alla rivoluzione craft negli Stati Uniti. La vicenda dunque acquista un significato simbolico notevole e le dichiarazioni arrivate nella giornata di ieri, sebbene non inaspettate, hanno prodotto nell’ambiente un certo effetto emotivo. La notizia appare come la naturale conclusione di un marchio che negli ultimi anni ha vissuto una pesante involuzione, iniziata nel 2010 quando il leggendario fondatore Fritz Maytag vendette la società a nuovi investitori. Da quel momento si aprì per Anchor una fase tribolata, passata anche per la cessione delle quote alla multinazionale Sapporo nel 2017. Un vortice negativo, dal quale purtroppo il birrificio non si è più ripreso.

Riutilizzare il luppolo del dry hopping: una ricerca presentata in occasione dei 20 anni del CERB

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L’Italia non è certo un paese all’avanguardia per gli studi sulla birra, tuttavia può vantare un soggetto che rappresenta una felice eccezione: il CERB, ossia il Centro di ricerca per l’eccellenza della birra. Fondato nel 2003 e  diretta emanazione dell’Università degli Studi di Perugia, promuove da sempre attività finalizzate alla ricerca, sperimentazione, analisi e formazione nel settore agroalimentare, con particolare riferimento alla birra e alle sue materie prime. A fine giugno è stato celebrato il suo ventennale con un grande convegno tenutosi presso la Scuola di Lingue Estere dell’Esercito italiano a Perugia, che ha sede all’interno del suggestivo complesso monumentale di Santa Giuliana. Hanno partecipato esponenti della politica (compreso il ministro Lollobrigida tramite un messaggio scritto) e i principali operatori del settore birrario nazionale: Assobirra, Unionbirrai, Consorzio Birra Italiana e diversi birrifici, oltre ad alcuni importanti ospiti internazionali. L’evento ha fornito l’occasione per ripercorrere i venti anni del prezioso lavoro del CERB, illustrati in primis dalla direttrice Ombretta Marconi, e per fare il punto sulla filiera italiana della bevanda.

Nuove birre da Alder, Porta Bruciata, Vertiga, Filodilana, Jungle Juice e TIP

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Il birrificio Alder (sito web) è stato negli ultimi anni il produttore italiano più prolifico di novità e punta a confermare il primato anche nel 2023. Recentemente ha annunciato due nuove creazioni, appartenenti alle tipologie preferite dal birraio Marco Valeriani: le basse fermentazioni di stampo mitteleuropeo e le luppolate di ispirazione statunitense. La Hütte (2,6%) è una Lager dal contenuto alcolico bassissimo, ispirato alle birre della Franconia. È realizzata con malti Barke, Vienna, Monaco e Cara e luppolata con varietà Select, Mittelfruh e Tradition. Nonostante la sua gradazione, presenta un buon corpo e una buona definizione maltata in supporto al contributo dei luppoli. La Shasta (6,5%) è invece una classica West Coast IPA brassata con solo luppolo Mosaic nei formati T90 e Cryo, mentre il grist è composto da malti Pils e Cara. A dominare le sensazioni sono le note di frutta gialla e passion fruit, con pochissima componente “dank”.

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