Prendo spunto da un articolo apparso ad inizio mese sul New York Times e citato da Tyrser su it.hobby.birra, in cui l’autore affronta l’attuale tendenza del mondo brassicolo nel proporre birre invecchiate in botte. Questo “trattamento” è spesso riservato alla realizzazione di versioni limitate di marchi già presenti sul mercato, quindi in teoria relegato a casi eccezionali. E se in effetti fino a qualche anno fa questa era la situazione, oggi si può dire che la moda si stia diffondendo a macchia d’olio.
Il ricorso alle botti in verità era una pratica normale nell’arte brassicola del passato, quando ancora non erano disponibili strumenti in acciaio o alluminio. Un po’ come per l’uso di malti affumicati o per la fermentazione spontanea, due “tecniche” dalle quali un tempo non si poteva prescindere e che oggi invece identificano prodotti di nicchia. In seguito alla nascita di procedimenti sperimentali nella produzione brassicola, i birrai hanno riscoperto il barriquee prendendo spunto dal mondo del vino e del whisky.