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Se vi ricordate bene, lo scorso giugno, in occasione dei risultati del Mondial de la Bière di Montreal, avevo annunciato che gli organizzatori della manifestazione canadese avevano programmato di esportare il format anche in Europa, forti del successo ottenuto in questi anni. Ed ecco che puntuale è arrivata la versione europea del Mondial de la Bière, che si terrĂ da venerdì 16 a domenica 18 ottobre nella cittĂ di Strasburgo. In anteprima, Cronache di Birra riporta l’elenco – interessante ancorchĂ© non definitivo al 100% – delle birre presenti alla manifestazione.
Come giĂ apparso su Fermento Birra dell’amico Nicola Utzeri, a dicembre tornerĂ uno dei piĂą importanti concorsi per homebrewers d’Italia. Si tratta di XMAS 2009, che quest’anno festeggia addirittura la sua decima edizione: si tratta infatti del “papĂ ” di tutti i concorsi italiani del genere. Come nelle passate edizioni, i concorrenti dovranno misurarsi su uno stile specifico: dopo le IPA del 2008, anche stavolta si rimarrĂ fedeli all’ispirazione di stampo anglosassone, cercando di realizzare la migliore incarnazione delle Bitter, forse la “birra inglese” per antonomasia.
I grandi appuntamenti birrari sembrano non lasciare tregua agli appassionati e, sebbene ormai le condizioni meteorologiche siano poco adeguate alle classiche feste estive della birra, tra saloni e rassegne internazionali c’è ancora di che divertirsi. A tal proposito è d’obbligo segnalare alcuni imperdibili appuntamenti che si terranno a breve in Italia e all’estero. Oggi ci occupiamo della nostra nazione e nello specifico di un grande evento organizzato nel pavese.
Passano i mesi e il Birrificio del Ducato continua a raccogliere riconoscimenti in giro per il mondo. In passato avevo giĂ scritto relativamente alla medaglia d’oro allo European Beer Star con la Verdi Imperial Stout e all’inserimento della Nuova Mattina (la versione americana della New Morning) tra le 25 migliori birre dl 2008 secondo Draft Magazine. Proprio quest’ultima birra torna ad essere protagonista, visto che si è aggiudicata la medaglia d’argento nella propria categoria di appartenenza al recente Stockholm Beer Festival.
Come segnalatomi dai ragazzi di Aizercast, da giovedì 8 a domenica 11 ottobre torna l’Ăśtuberfest, festa delle birre piemontesi organizzata da Eataly Torino. I birrifici presenti saranno: Baladin con Super, Isaac e Lurisia 6, Beba con Gilda e Molto Malto, Grado Plato con Spoon River e Melissa, Troll con Palanfrina e Dorina, Montegioco con Makke Stout, Pausa Cafè con T.I.P.A. e San Paolo con Robinia. Ad essi si aggiungeranno dei produttori “ospiti”: Forst, Olmaia e Birra del Borgo.
Gli scorsi giorni mi è capitato di confrontarmi con l’amico Lorenzo su una questione abbastanza delicata. Chiacchierando del piĂą e del meno ci siamo ritrovati a discutere su un’abitudine sempre piĂą in voga tra i locali, almeno quelli di Roma: proporre alla spina un solo “formato” quantitativo di birra, spesso servita in bicchieri diversi da quelli preposti. La riflessione è nata parlando del nuovo Open Baladin, dove tutte le 40 birre presenti al bancone sono servite nel formato da 33cl, versate nella Pinta Romana (versione mignon di quella inglese) o nell’ormai famoso Teku. Bicchieri e quantitĂ che possono andare benissimo per certe tipologie birrarie, ma che mal si sposano con altre.

In un periodo in cui tutti i campi dell’industria internazionale sono orientati alla riduzione di costi e di emissioni nocive per l’ambiente, anche la produzione brassicola si adegua alla filosofia (moda?) del momento. Tra ricerche innovative e coraggiose politiche da parte dei pionieri del settore, pian piano anche il mondo birrario sta abbracciando quella che è considerata la prossima rivoluzione dell’industria mondiale: crescita sostenibile, impatto ambientale limitato, efficienza e riduzione degli sprechi. In America le conquiste di alcuni microbirrifici sono giĂ tangibili…

Birra e Chiesa sono concetti che da sempre vanno a braccetto, su questo non ci piove. In tanti monasteri o abbazie esiste da secoli la consuetudine produrre birra per il consumo interno e per la vendita, e oggi proprio alcuni monaci realizzano veri e propri gioielli brassicoli, come Rochefort, Orval o Westvleteren. Ma, ripristinando la prassi del post “leggero” del venerdì, il rapporto tra religione e birra di cui parlerò oggi è ben diverso e decisamente curioso.
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