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Non solo acquisizioni di birrifici: tutti i settori in cui le multinazionali stanno attaccando la birra craft

Che le multinazionali della birra stiano puntando il mercato artigianale è ormai un fenomeno assodato da anni, ma probabilmente in Italia abbiamo cominciato a comprenderne l’urgenza solo negli ultimi tempi, con le cessioni (totali o parziali) di Birra del Borgo, Ducato e Birradamare. Operazioni che hanno sconvolto il nostro panorama nazionale, ma che – come ben saprete – si accompagnano a quanto sta avvenendo di simile in altri paesi: negli Stati Uniti in primis, ma anche in Belgio, Regno Unito, Olanda, Spagna, Brasile, Svizzera e persino Cina. Il punto, però, è che le acquisizioni di microbirrifici non sono che la punta dell’iceberg, uno dei tanti elementi che compongono una strategia di più ampio respiro con cui l’industria sta cercando di ottenere il controllo della cultura craft internazionale. I fronti della battaglia infatti sono diversi, spesso strategici e talvolta decisamente subdoli. Per avere una visione completa di ciò che sta accadendo è allora opportuno analizzare le mosse delle multinazionali in tutti i segmenti, non solo in quello produttivo.

Cornish beer: viaggio in treno alla scoperta della Cornovaglia

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Il nostro viaggio verso la Cornovaglia birraria inizia a Londra, nella stazione di Paddington, da dove, sin dal 1854, partono i treni diretti verso il sud ovest dell’Inghilterra. La meta è proprio la famosa penisola, ovvero l’ultima delle contee britanniche che si getta nell’oceano Atlantico. Giunti a destinazione, la prima tappa è la vivace e colorata Bristol. Per affrontare un’inaspettata temperatura di 29° C ci rechiamo subito ad esplorare quello che viene definito il “Triangolo delle Beermuda”, cioè quella porzione di King Street compresa tra tre locali rinomati per servire birra craft: Small Bar, The Beer Emporium e The Famous Royal Navy Volunteer.

Festival birrari italiani: quando il successo travalica i confini nazionali

È comune affermare che gran parte del successo della birra artigianale italiana risiede nella creatività dei nostri birrai. E se quella creatività, da sempre segno distintivo del popolo italico, non si esprimesse nel mondo birrario solo al momento di ideare una nuova ricetta? È ciò su cui sto riflettendo in questi giorni, in un periodo dell’anno nel quale la concentrazione di festival a tema raggiunge il suo apice. È vero, tali eventi spesso ripropongono la stessa formula, pur con piccole variazioni: una selezione di birrifici (italiani o anche stranieri) più o meno ampia, street food, musica dal vivo e, nei casi migliori, incontri di approfondimento e laboratori di degustazione. Ci sono però alcune manifestazioni italiane che si sono specializzate su “temi” precisi, acquistando un’identità tale da spingere gli organizzatori a riproporle anche fuori dai confini nazionali. I casi in tutto il mondo sono rari, ma l’Italia appare in prima fila in questo fortunato fenomeno. Segno che anche quando dobbiamo organizzare un evento, riusciamo sempre a metterci del nostro.

Alla scoperta dei nuovi luppoli italiani: intervista a Eugenio Pellicciari

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Come forse saprete, qualche giorno fa ho avuto l’onore di moderare il convegno “Luppolo italiano: il futuro è già qui”, tenutosi a Marano sul Panaro (MO) e organizzato nell’ambito dell’edizione 2017 del Wild Hopfest. L’incontro ha avuto come obiettivo la presentazione delle prime tre varietà di luppolo italiano, un traguardo straordinario raggiunto dal progetto promosso dal comune di Marano, l’Università di Parma e l’azienda Italian Hops Company. L’annuncio di cultivar autoctone ha alimentato grandi aspettative nell’ambiente e questo mi ha spinto ad approfondire il discorso intervistando Eugenio Pellicciari di Italian Hops Company, per saperne di più in merito e per capire quali sono le potenzialità di questi tre luppoli. Perché le attese sono giuste, ma devono essere correttamente instradate per non creare confusione tra operatori e consumatori.

Ancora eventi a luglio: La Fucina and Friends, Birragustando, Southern Beer Fest e altri

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L’agenda degli eventi birrari sarà ancora bella piena di appuntamenti per qualche settimana, prima della sosta per le vacanze e il ricco “colpo di coda” di settembre e ottobre. Ma rimaniamo nell’immediato futuro per vedere quali iniziative ci attendono nell’ultimo fine settimana di luglio. Sabato 29 rischia di diventare il singolo giorno più impegnativo della stagione, considerando il numero di eventi che si concentreranno (anche esclusivamente) in quella data. Partiamo da La Fucina and Friends, la grande festa organizzata per l’anniversario del birrificio La Fucina, e proseguiamo con Una montagna di birra a Prade (TN) e con Padru Birra e Tradizione a Padru (OT). Ma in quel weekend si terranno anche l’edizione 2017 di Birragustando a Montenero d’Orcia (GR), il secondo Southern Beer Fest a Reggio Calabria e Note di Luppolo a San Martino al Cimino (IS). Per quanto mi riguarda in quei giorni sarà in Molise, ci vediamo lì!

Un riassunto delle due settimane che sconvolsero la birra artigianale italiana

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Complice probabilmente l’avvicinarsi delle vacanze estive (o comunque del periodo tradizionalmente ad esse dedicato), la situazione nel mondo della birra artigianale italiana pare essersi calmata. Ciò che è accaduto nelle ultime settimane ha avuto un effetto sconvolgente per tutto il movimento: nel giro di pochissimi giorni siamo stati costretti a cambiare completamente la visione del nostro ambiente a causa di acquisizioni, partnership e operazioni che avranno pesanti ripercussioni nell’immediato futuro. Abbiamo dovuto eliminare dal novero dei “piccoli birrifici indipendenti” nomi altisonanti e accettare l’idea che ormai l’industria ha messo più di un piede nel segmento artigianale. Sicuramente nei prossimi mesi andremo incontro a ulteriori evoluzioni, ma per il momento possiamo fermarci, guardare a quanto accaduto recentemente e tirare le somme. Una pausa quasi vitale dopo il trambusto di inizio mese.

Nuove birre da Ritual Lab, Hammer, Lucky Brews, The Wall, Hibu e altri

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La febbre per le Juicy o comunque per le birre da profumi e aromi esotici – provenienti quasi sempre dalle varietà di luppolo impiegato – ha dato nuovo vigore alla grande famiglia delle IPA, che risultano protagoniste assolute anche di questa estate 2017. La conferma arriva da due tra i giovani birrifici italiani più in voga al momento: Ritual Lab di Roma e Hammer di Villa d’Adda (BG). L’ultima novità del produttore capitolino si chiama Too Nerdy e può essere considerata un “upgrade” della Nerd Choice, Session IPA capace di conquistare in poche settimana gli appassionati di tutta Italia. Chiaramente la Too Nerdy perde la caratteristica “session” per approdare nel campo delle Double IPA: aumenta quindi il tenore alcolico, che raggiunge l’8%, così come la quantità di luppolo utilizzata e il corpo della birra. È uno stile che non sempre si associa all’estate, ma se ben realizzato risulta facilmente bevibile (e quindi pericoloso) nonostante la gradazione elevata.

Giovanni cerca finanziatori per il suo birrificio

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Giovanni è alla ricerca di finanziatori per il suo progetto di crowdfunding finalizzato alla creazione di un birrificio.

Tutti i dettagli sono disponibili a questa pagina.

Il cervello in diretta con Thimus: la risposta sensoriale all’amaro

Per chi si occupa di formazione all’assaggio, studiare i processi cognitivi che lo regolano è (dovrebbe essere) sempre fonte di grande curiosità. Potersi confrontare con chi conosce, interpreta e misura quanto avviene nel nostro cervello è un po’ come godersi il concerto del proprio gruppo preferito con il pass da addetti ai lavori. Insomma, il dietro le quinte non è concesso a tutti e per questo sono felice del tempo speso con Thimus e ancora di più di potervi presentare i risultati del live test svoltosi a Vinitaly in collaborazione con Unione Degustatori Birre. Ricordate? Lo avevo accennato in questa intervista: l’idea di mostrare il metodo con un test a tema birrario ci venne proprio in quella occasione.

Il Trono di Spade è tornato: tutte le birre Ommegang dedicate alla serie cult

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Questo lunedì l’Italia si divide in due fazioni: da una parte i fan del Trono di Spade, che imprecano contro coloro che stanno spoilerando qualsiasi fotogramma della puntata originale andata in onda nella notte; dall’altra i non fan della serie, che imprecano contro coloro che stanno parlando e scrivendo ovunque del Trono di Spade. Che apparteniate alla prima o alla seconda fazione – soprattutto alla prima, comunque – dovreste sapere che esistono delle birre dedicate espressamente alla serie e prodotte dal birrificio americano Ommegang, di proprietà del colosso belga Duvel. Sono birre ufficiali, quindi non semplici omaggi alla serie: nascono infatti da un’esplicita partnership con HBO, che presumibilmente è stata pagata fior di dollari. Uno dei vantaggi – se così vogliamo definirlo – nell’avere alle spalle un’industria interessata a investire nel proprio marchio. Visto che mancano poche ore alla messa in onda della prima puntata “italiana”, il post di oggi è proprio dedicato alle birre di Ommegang.

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