È noto che un paese di straordinaria tradizione vinicola come il nostro guardi alla birra con lo stesso occhio con il quale un aristocratico dell’ancien regime osservava un acquaiolo o un falegname. Eppure, data la sua molteplicità stilistica e la gradazione alcolica mediamente accessibile, la birra si può proporre sia come generosa ministra (leggasi: servitrice) del cibo che come strumento di dissetante convivialità. In questa rubrica non parleremo di superiorità di un liquido odoroso su un altro, poiché ogni bevanda ha la sua dignità e il suo momento conveniente: abbiamo, piuttosto, la disincantata volontà di essere utili alla gratificazione del palato e di costruire una sorta di laboratorio sul tema, un luogo virtuale di spunto e confronto. Con una premessa necessaria: l’abbinamento (così come la degustazione) appartiene all’affascinante e complessa categoria delle scienze inesatte, che richiede un approccio altrettanto articolato e positivo.
Breaking news: Molson Coors acquista il 100% di Birradamare
Avanti un altro. Alla calda estate 2017, destinata a riscrivere la geografia della birra artigianale in Italia, dobbiamo aggiungere un ulteriore tassello. È praticamente ufficiale infatti la notizia della cessione totale del birrificio Birradamare al colosso Molson Coors, una delle più grandi multinazionali del settore. L’operazione dovrebbe essere confermata a breve dagli stessi interessati e riguarda il 100% delle quote dell’azienda laziale, che dunque passerà totalmente in mano all’industria nordamericana. Inutile specificare che il movimento artigianale italiano perde un altro pezzo importante.
Un convegno per fare il punto sulla coltivazione del luppolo in Italia
Quello della coltivazione italiana del luppolo è un tema che sta tornando con sempre maggiore frequenza e che attira un crescente interesse in tutto l’ambiente della birra artigianale. Qualche giorno fa vi ho raccontato del progetto Luppolo.it promosso dal Ministero delle politiche agricole, ma chiaramente quella gestita dal CREA non è l’unica iniziativa del genere nel nostro paese. Una delle più importanti in assoluto è quella che si sta portando avanti a Marano sul Panaro (MO) da diversi anni e che vede coinvolti diversi soggetti: il comune, l’Università degli Studi di Parma, e l’azienda Italian Hops Company (unica nel suo genere nel panorama nazionale). Lo studio è in stato avanzato e si pone, tra gli altri, un obiettivo affascinante e ambizioso: ottenere la prima varietà di luppolo completamente italiana, con caratteristiche proprie e ben definite. Come vi ho accennato in una delle recenti rassegne sugli eventi birrari, avremo modo di fare il punto della situazione durante il convegno “Luppolo italiano: il futuro è già qui”, in programma sabato 15 luglio durante il Marano Wild Hopfest.
Altro che indipendenza: ecco i veri dettagli dell’accordo tra Ducato e Duvel
Che un birrificio artigianale venda all’industria è un fatto comprensibile, per molti versi anche accettabile. Ciò che è molto meno accettabile è che un’operazione del genere venga tenuta nascosta a tutto il movimento – dunque anche a clienti e fornitori – e che si accompagni a una serie di affermazioni ingannevoli. È quanto accaduto con la vicenda riguardante il Birrificio del Ducato, che qualche giorno fa ha ufficializzato, con estremo ritardo, l’accordo raggiunto con Duvel. Un accordo che secondo le dichiarazioni del produttore emiliano avrebbe dovuto prevedere esclusivamente la cessione del 35% delle quote societarie, così da lasciare il controllo aziendale nelle mani della vecchia proprietà (il duo Giovanni Campari – Manuel Piccoli). Un concetto che il Ducato ha mostrato di avere ansia di ribadire a più riprese nel suo comunicato, tanto da esprimerlo con alcuni passaggi scritti a lettere maiuscole. Ma al di là della maldestra scelta stilistica, c’è un problema ben più grave: quanto affermato dall’azienda non risponde a verità. E possiamo dimostrarlo.
Prossimi eventi birrari per il mese di luglio
Sono davvero una marea gli appuntamenti che vi segnalo oggi nella consueta panoramica del venerdì: arrivare alla fine di questo mese di luglio sarà una piacevole sofferenza 🙂 . Partiamo allora dal weekend alle porte, nel quale si terranno altri due eventi oltre a quelli già segnalati in passato: Le Birre in Corte, a Grazzano Visconti (PC) e Bevi Birra, a Salsomaggiore Terme (PR). La prossima settimana si aprirà con Historia in Festa! a Puglianello (BN), il festival organizzato dalla storica birreria Historia, mentre da giovedì prenderanno il via ben tre diverse manifestazioni: Hop Summer Fest a Livorno, A Tuscia Birra a Montefiascone (VT) e il Festival birre artigianali delle colline teramane a Notaresco (TE). E non ci fermiamo qui, perché poi il prossimo fine settimana si terrà anche La Bira te Fascia a Campitello di Fassa, nel cuore delle Dolomiti. Mai come questa volta, buone bevute a tutti!
Birrai stranieri in Italia: intervista a Carl Fitzpatrick (BBBirra) e Romain Verrecchia (Kashmir)
Tra gli oltre 1.000 produttori di birra artigianale operanti in Italia ce ne sono alcuni dalle caratteristiche molto curiose. Tra questi vanno sicuramente inseriti quei birrifici che sono stati fondati e sono attualmente gestiti da birrai stranieri, i quali hanno scelto il nostro paese per aprire la propria attività. Una decisione insolita e anche un po’ folle, considerando che l’Italia non è certo una nazione dall’anima brassicola e che molti di questi professionisti giungono da realtà dove la birra è molto più radicata. Ma proprio per questo la loro storia è ancora più intrigante e ricca di sfumature romantiche, che ho deciso di raccontarvi attraverso delle interviste doppie. Quella di oggi ha come protagonisti l’inglese Carl Fitzpatrck e il francese Romain Verrecchia: il primo è il birraio del sardo BBBirra (pagina Facebook), situato a Bosa, in provincia di Oristano; il secondo del molisano Kashmir (sito web), con sede a Filignano, in provincia di Isernia. Ecco come sono finiti a fare birra in Italia e qual è il loro rapporto con il nostro movimento.
Nuove birre da Jungle Juice + MC77, ECB, Lambrate + Kees, Lucky Brews + Hilltop e altri
Archiviati per il momento gli episodi tellurici che hanno investito la birra artigianale italiana in questi giorni, cerchiamo di ritrovare un po’ di normalità analizzando le tante produzioni inedite lanciate recentemente dai nostri birrifici. E facciamolo partendo da Roma, dove i suoi protagonisti sono sempre in fermento. Tra questi si segnala Jungle Juice, che dopo aver inaugurato il suo impianto di produzione, ora può concentrarsi nell’ampliamento della propria gamma, anche grazie a ricette collaborative. Come nel caso della recente Toda Joya (4,8%), nata dal lavoro in comune con il marchigiano MC-77 e rientrante nel novero delle birre che impiegano frutta esotica. La Toda Joya è infatti una Sour Ale alla papaya, brassata con malto Pils, frumento e segale e con luppoli Perle e Bramling Cross. Oltre a lievito “standard” (Belgian Saison) sono stati impiegati lattobacilli della specie Plantarum, responsabili della delicata acidità finale. Da notare l’illustrazione della birra, che richiama pensieri sicuramente “gioiosi”.
Dopo i casi Toccalmatto e Ducato è necessaria chiarezza, con l’aiuto di Unionbirrai
E niente, uno non può godersi il ponte festivo di San Pietro e Paolo che nel mondo della birra artigianale italiana succede il finimondo. In effetti le notizie arrivate negli ultimi giorni rischiano di gravare pesantemente sullo sviluppo del movimento nazionale, perché non solo coinvolgono due birrifici importanti del nostro panorama, ma soprattutto perché documentano le difficoltà di espansione che sta vivendo il segmento artigianale, apparentemente incapace di crescere preservando la propria indipendenza. Dei fatti ormai dovreste essere tutti a conoscenza: giovedì scorso Toccalmatto ha annunciato la sua partnership con Caulier, questa mattina invece Ducato ha confermato la cessione del 35% delle sue quote a Duvel. Due avvenimenti indipendenti ma in qualche modo profondamente collegati, che decretano la fine della totale autonomia aziendale – almeno in termini di proprietà – dei due produttori emiliani.
Ufficiale: il Birrificio del Ducato ha venduto a Duvel
Le voci si rincorrevano da mesi, ma ora la notizia può essere considerata ufficiale: il Birrificio del Ducato ha venduto all’industria. Nello specifico ha ceduto il 35% delle sue quote societarie al colosso belga Duvel, terzo produttore del paese dopo i giganti AB Inbev e Alken-Maes. A quanto pare però Duvel avrebbe una sorta di opzione sulle quote rimanenti, che potrebbero passare totalmente sotto il controllo dell’azienda belga.