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Cercasi birrificio artigianale in Veneto

Sono alla ricerca di un birrificio artigianale in Veneto...

Vendesi Sala Cotte da 5 hL e attrezzatura specialistica

Birrificio vende sala cotte da 5 hL e attrezzature....

Il Birrificio BIRA vende impianto completo con sala cottura da 2,5/2,7 hL

Il Birrificio BIRA vende, preferibilmente in blocco, impianto completo...
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Ninkasi cerca un impiegato commerciale per l’estero

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Ami la birra? Hai una buona conoscenza di come viene prodotta, e ovviamente delle fantastiche materie prime utilizzate?
Oltre all’italiano hai una buona padronanza scritta e parlata della lingua francese e inglese? (se conosci anche il tedesco ancora meglio)

Ottimo!

Allora Ninkasi sta cercando proprio te!

La crescente domanda di alcuni dei prodotti da noi distribuiti anche in altri paesi Europei, per i quali abbiamo esclusiva, ci porta a aver bisogno di una nuova figura nel nostro Team: un impiegato commerciale per l’estero, che dovrà occuparsi di quanto segue:

  • Mantenere i rapporti con i clienti già acquisiti
  • Trovare nuovi clienti, tramite mail, telefono, e partecipazione a fiere
  • Organizzare eventuali visite per il nostro TSM
  • Curare al meglio la vendita dei prodotti verso i clienti esteri
  • Elaborare report bimestrali

I requisiti essenziali sono:

  • Buona conoscenza delle tecniche di birrificazione
  • Ottima conoscenza dei diversi stili birrari
  • Ottima capacità di organizzazione e di rapportarsi con il cliente
  • Voglia di crescere con noi

Se sei interessato, invia il tuo curriculum a: [email protected].

Un altro gigante della birra si ritira: Charlie Papazian lascia la Brewers Association

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Lo scorso settembre la comunità internazionale della birra artigianale ha dovuto incassare la decisione di Roger Protz, uno dei più grandi divulgatori al mondo di cultura birraria, di lasciare il suo storico incarico come curatore della Good Beer Guide. Un annuncio molto simile è arrivato negli scorsi giorni e riguarda un altro immenso evangelizzatore della birra: come dichiarato dalla Brewers Association, il 23 gennaio 2019 Charlie Papazian lascerà l’associazione che egli stesso ha contribuito a fondare dopo 40 anni di onorata carriera. La data non è scelta a caso, bensì sarà quella del suo settantesimo compleanno: un traguardo importante dopo una vita dedicata alla passione per la nostra amata bevanda e per l’homebrewing. Tuttavia Papazian non è stato semplicemente uno dei fondatori della Brewers Association – o per meglio dire, della sua versione precedente, l’Association of Brewers – ma soprattutto uno dei padri dell’intero movimento craft americano. La sua figura è giustamente nell’Olimpo dei divulgatori birrari, accanto a quella del già citato Protz o del compianto Michael Jackson.

La birra di Frascati cerca distributori e grossisti

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Il birrificio La birra di Frascati cerca distributori e grossisti, con esclusiva di zona. Per la distribuzione delle nostre birre, siamo specializzati nella produzione di birra alla canapa oltre ad altre tipologie di birre.

Per qualsiasi informazione:
Franco 3284165452
[email protected]

Riscoprire l’abbinamento tra pizza e birra: intervista a Francesco Oppido

In una rubrica che parla di abbinamenti tra birra e cibo ogni tanto ci fa piacere incontrare dei personaggi che tanto hanno puntato su questo aspetto, tanto più chi lo fa scegliendo una delle accoppiate assieme più celebrate e vituperate della storia gastronomica moderna: birra e pizza. Oggi il disco lievitato si trova visibilmente in mezzo a due tendenze opposte: una di splendida rinascita o di nuova crescita, in aree della penisola dove non fa parte della tradizione, e l’altra di macchietta buona solo per mangiatori distratti e turisti svampiti. Chissà se la recente acclamazione del mestiere di pizzaiuolo come Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco aiuterà a diffondere la vera cultura della pizza napoletana e italiana. Certamente uno di quelli che ha meno bisogno di stimoli in tal senso è Francesco Oppido: simpatico, preparato e a tratti geniale, ha fatto di Bologna una città dove vale la pena fermarsi per una pizza eccellente accompagnata da selezioni birrarie di altissimo livello, protagonista di locali dove questa potenziale affinità diventa storia d’amore.

Nuovi birrifici italiani: Lieviteria, Maltonauta, SBAM e Birrificio Ciociaro

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Se lo scorso weekend siete stati a Firenze per Birraio dell’anno, avrete sicuramente verificato l’alto livello qualitativo delle birre presentate dai cinque birrifici finalisti della categoria “giovani”. Nonostante negli ultimi anni sul mercato siano comparsi molti progetti campati in aria, le new entry degne di nota non mancano e ci lasciano piuttosto ottimisti per il futuro del movimento. È dunque con fiducia che ci avviciniamo a questa nuova panoramica sui nuovi produttori italiani, che comincia dalla Puglia con il marchio Lieviteria. Di questa iniziativa sono venuto a conoscenza tramite il blog Berebirra, poiché l’autore Angelo Ruggiero vi ha da qualche mese cominciato a collaborare con il ruolo di birraio. Ma l’aspetto interessante è che la produzione brassicola è solo uno dei tanti obiettivi che persegue Lieviteria. Per spiegare l’idea nel complesso occorre partire dall’inizio…

Black Barrels cede il suo negozio di Torino

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Black Barrels cede il negozio di Torino per cambio sede. Il negozio è strutturato su due piani: al piano di sopra c’è lo spaccio per i clienti, al piano di sotto ci sono 24 barriques di rovere francese contenenti birra.

Doppio ingresso fronte strada e retro più balcone, due bagni, scala comoda per l’accesso in cantina, attrezzature varie, pompe, impianti di spillatura, pompe inglesi, scaffalature e pupitre per lo stoccaggio birra e altre materie prime, materiale per l’ufficio, soppalco di circa 8 mq.

Si può accedere in cantina in automobile per carico e scarico. Sono anche disponibili un piccolo impiantino per homebrewing autocostruito e materiale per homebrewing.

Basse spese di affitto. Riservato a chi interessa la lavorazione in legno.

Per informazioni 3892870838 o [email protected].

Josif Vezzoli (Elvo) è Birraio dell’anno 2017. Premiato anche Ritual Lab

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La giornata di ieri ha incoronato Josif Vezzoli del birrificio Elvo miglior professionista del settore brassicolo per l’anno 2017. Il titolo è arrivato con la conquista del riconoscimento Birraio dell’anno istituito da Fermento Birra, alla fine di un’appassionata cerimonia di premiazione condotta da Kuaska. Josif è riuscito a precedere coloro che, a detta di molti, avrebbero dovuto sfidarsi per la vittoria finale: Marco Valeriani di Hammer (già trionfatore nella scorsa edizione) e Luigi “Schigi” D’Amelio di Extraomnes, arrivati rispettivamente secondo e terzo. La Top 5 del concorso è completata con la quarta posizione di Mauro Salaorni di Birra Mastino e la quinta di Alessio Selvaggio di Croce di Malto. Un risultato, quello di Josif Vezzoli, non proprio scontato ma non per questo immeritato: al contrario Birra Elvo negli ultimi anni si è giustamente imposto all’attenzione di consumatori ed esperti, grazie a un livello qualitativo davvero impressionante.

La birra craft americana è in affanno: problemi anche per Smuttynose

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Fino a oggi abbiamo sempre raffigurato il mercato internazionale della birra artigianale come un contesto in forte evoluzione, caratterizzato da trasformazioni veloci e rapide inversioni di rotta. Invece di raggiungere una dimensione più equilibrata, paradossalmente sembra che negli ultimi tempi l’ambiente sia diventato ancor più turbolento, a tratti isterico. I motivi sono diversi: il cieco entusiasmo che ha spinto molti a lanciarsi nel settore, l’invasione da parte dell’industria, il crescente impatto di dinamiche di tipo social. Il risultato è che situazioni date per acquisite e consolidate, possono improvvisamente venir travolte da sviluppi negativi con effetti devastanti. Possiamo inquadrare in questo contesto quanto sta accadendo al birrificio americano Smuttynose, che è alla disperata ricerca di un acquirente per non essere messa all’asta dalle banche.

E voi chi avreste votato come giovane emergente a Birraio dell’anno 2017?

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Nel weekend si terrà a Firenze la tre giorni dedicata a Birraio dell’anno, che avrà il suo clou nel pomeriggio di domenica quando saranno rivelati i vincitori del premio indetto da Fermento Birra. Da qualche anno, oltre al riconoscimento più importante, è assegnato anche un trofeo dedicato ai giovani produttori: alla palma di Birraio emergente concorrono tutti i birrai che “hanno messo in commercio birre con un proprio impianto” a partire dai due anni precedenti a quello oggetto del concorso – quindi, in questo caso, dal 2015 in poi. Trovo questo titolo forse persino più interessante di quello standard, dove il turnover è sempre molto limitato e i nomi dei 20 finalisti simili di edizione in edizione. Birraio emergente permette invece di conoscere birrifici relativamente nuovi e che rappresentano una valida fetta della nuova leva brassicola nazionale. Ecco perché ogni anno decido di “spendere” un articolo per presentare i profili dei 5 birrai che si contenderanno il titolo di giovane talento italiano. Li trovate di seguito secondo l’ordine proposto dalla manifestazione.

Nuove birre da Rebel’s, Ritual Lab, Kashmir, Birrificio Bari e altri

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La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane inizia con il birrificio Rebel’s di Roma, che recentemente ha promosso una profonda rivisitazione in termini di identità visiva. L’azienda capitolina ha cambiato praticamente tutto: il logo, il sito web, le etichette delle sue birre (minimalistiche e concettuali) e tutta la comunicazione di contorno, come il magazine online Not Only Beer (NOB) che vuole esprimere la filosofia di Rebel’s ben oltre i confini prettamente brassicoli. Tranquilli però, perché le ricette sono rimaste le stesse che abbiamo imparato ad apprezzare in questi anni, affiancate tuttavia da nuove creazioni. Come ad esempio la Free Hugs (8%), presentata un manciata di giorni fa al Ma che siete venuti a fà: si tratta di un’Imperial Porter aromatizzata con fiocchi di castagne e miele di castagno, contraddistinta da una leggera nota affumicata a bilanciare la dolcezza degli zuccheri residui. Un omaggio all’autunno, che rientra nella linea dedicata a riscoprire le birre scure (Why so black! Series), spesso ignorate dai bevitori occasionali. Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito di Rebel’s.

Restiamo nella zona dell’Urbe per occuparci dell’ultima new entry di un altro giovane produttore, che risponde al nome di Ritual Lab. Lo scorso venerdì, in un evento che ha coinvolto diversi locali italiani, il birrificio di Formello ha presentato la sua nuovissima Holy Haze (6,5%), ulteriore interpretazione del birraio Giovanni Faenza della tipologia New England IPA. Il prevedibile aspetto opalescente si ripercuote anche a livello tattile, con sensazioni “felpate” derivanti anche da un generoso uso di fiocchi d’avena.  L’amaro non è particolarmente intenso, mentre a emergere è soprattutto l’esplosivo profilo agrumato e tropicale grazie a un doppio dry hopping con luppoli Citra ed Ekuanot. Se vi piace il genere è assolutamente da provare.

Restiamo a Roma, ma da Formello ci spostiamo nel quartiere Pigneto, dove domani il brewpub Birstrò presenterà la sua nuova creazione, realizzata in collaborazione con il birrificio reatino Maccardi. A dispetto di chi lo considera un ingrediente ormai in disuso, anche qui protagoniste sono le castagne: la ricetta è infatti ispirata al modello delle Brown Ale, ma impreziosita dall’aggiunta di vaniglia, buccia d’arancia e, appunto, castagne arrosto provenienti dalla provincia di Rieti. Il nome? Assolutamente geniale: Laetitia Castagna (5,5%). Se è “bona” almeno la metà della modella francese, direi che stiamo apposto per il resto della stagione 🙂 .

Concludiamo questa ampia parentesi delle novità provenienti dall’area romana con la segnalazione della Ciao Bello, annunciata la scorsa settimana dal birrificio Vale La Pena, che avevamo incontrato anche nell’ultima panoramica sulle nuove birre italiane grazie alla sua Recuperale. La Ciao Bello è un’Italian Grape Ale brassata con l’aggiunta di mosto di uve Bellone, autoctone della provincia di Roma. In aggiunta, nel processo produttivo sono stati impiegati lieviti da prosecco per attivare la rifermentazione in bottiglia. Il risultato è una White IGA – per utilizzare la definizione introdotta dalla prossima edizione di Birra dell’anno – che immaginiamo fresca e profumata, con un delicato accenno acidulo nel finale.

Lasciamo la Capitale per muoverci verso sud e fermarci in Molise, dove il marchio Kashmir ha da poco lanciato la Heavy Mist, prodotta in collaborazione con il birrificio laziale Cerevisia Vetus. La birra è ispirata allo stile delle Wee Heavy (l’estremo più alcolico delle tipologie scozzesi), ma reinterpretato in chiave statunitense con l’impiego di una percentuale di malto torbato. Si presenta di colore rubino scuro con una schiuma avorio pannosa e si distingue per aromi fruttati e, ovviamente, torbati. Il contenuto alcolico non indifferente (8,7%) si percepisce in un abbraccio caldo perfetto per la stagione in corso. La luppolatura è ottenuta con un mix di varierà Bramling Cross, Northern Brewer e EKG. Per saperne di più vi rimando al sito di Kashmir.

E chiudiamo come abbiamo aperto, cioè parlando di un restyling a livello d’immagine. Così come Rebel’s, anche il Birrificio Bari ha recentemente pensato di dare una ventata di novità alla propria identità visiva, limitandosi tuttavia alle sole etichette. A livello prettamente brassicolo, la birraia Paola Sorrentino ha modificato molte ricette nell’ottica di un maggiore equilibrio e ha iniziato a lavorare su nuove creazioni, come la Cotta di te (6%), prima inedita del 2018. Nata per attirare un pubblico prettamente giovanile anche grazie a un prezzo concorrenziale, la Cotta di te è una Golden Ale realizzata con malto Maris Otter e Carapils e luppoli Target, Challenger e Cascade. È disponibile oltre che nel classico formato da mezzo litro – sì, il Birrificio di Bari è uno dei pochi produttori italiani a usare bottiglie da 50 cl – anche nel nuovo da 33 cl. Anche qui approfondimenti sono disponibili sul sito del produttore.

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