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Cronache del 2028: come cambierà il mondo della birra nei prossimi 10 anni

Raggiungere il decimo anno di attività per un sito – cosa avvenuta domenica scorsa per Cronache di Birra – significa non solo tagliare un traguardo importante, ma anche potersi fermare un secondo e riflettere su dove si è arrivati nel frattempo. È inutile spiegare che dieci anni fa la scena internazionale della birra artigianale era profondamente diversa da oggi: molti elementi che ora diamo per scontati neanche esistevano all’epoca dell’inaugurazione del blog. Il totale dei produttori nazionali ammontava a un quarto della somma odierna, i festival a tema erano pochi sia in Italia che all’estero e l’ambiente nel suo complesso era ancora piuttosto estraneo alle mire espansionistiche dell’industria. Ovviamente di cambiamenti ce ne sono stati tanti e molti altri avverranno nei prossimi dieci anni. Ciò che faremo oggi sarà proprio pronosticare come sarà il mondo della birra craft nel 2028, quando cioè Cronache di Birra festeggerà il suo ventennale.

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Brindiamo tutti insieme: Cronache di Birra ha compiuto dieci anni!

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Ieri era il 4 marzo 2018 e dieci anni prima, esattamente martedì 4 marzo 2008, partiva l’avventura di Cronache di Birra. Se la matematica non è un’opinione, 24 ore fa è caduto il decimo anniversario del blog birrario più letto d’Italia, che da allora, ogni singolo giorno, vi offre una panoramica su quanto accade nell’universo della birra artigianale. Senza falsa modestia, posso tranquillamente affermare che il traguardo raggiunto è a dir poco straordinario: sono pochi i progetti online che possono vantare una simile longevità, non solo in Italia e non solo nell’ambito birrario. Chiaramente non potevo non dedicare un articolo a questa ricorrenza, quindi vi avviso che quello di oggi sarà un post molto autocelebrativo. Ma sarà anche una celebrazione della bevanda migliore del mondo, perché Cronache di Birra oggi non esisterebbe se non fosse ancora viva quella stessa passione da cui è nato proprio dieci anni fa.

Eventi per l’inizio di marzo: Festa delle Birre Artigianali, Fermento Beer Festival e altri

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Chiuso un febbraio sempre molto tranquillo per quanta riguarda gli eventi birrari, entriamo in questo marzo che invece tradizionalmente riserva belle soddisfazioni per noi appassionati. Già la scorsa settimana abbiamo passato in rassegna alcuni appuntamenti che animeranno il mese in corso, oggi invece integriamo con altre iniziative a partire dal Brex Hops di questa sera: il tap takeover del Barbeer di Forlì dedicato al fenomeno delle small-batch breweries britanniche. Un altro tap takeover è quello che giovedì 8 e venerdì 9 farà approdare una mare di birre campane alle spine dello Scott Duff di Milano, grazie a una selezione compiuta dall’Ottavonano. Passando ai festival veri e propri, in quel fine settimana occorre segnalare la consueta Festa delle Birre Artigianali di Eataly Roma e il Fermento Beer Festival a Sant’Angelo Lodigiano (LO). Insomma, nonostante il gelo di questi giorni avremo modo di riscaldarci alla grande. Buon weekend a tutti.

Small-batch breweries: luci e ombre del nuovo fenomeno della birra anglosassone

In Italia è semplice per un giornalista parlare di birra: è una bevanda tradizionalmente lontana dalle nostre tradizioni, la cui riscoperta in chiave artigianale desta immediatamente interesse e curiosità. È un prodotto facilmente spendibile su giornali e trasmissioni radiofoniche e televisive, fondamentalmente perché rappresenta la novità del momento. Se questo è valido per il nostro paese, non è però scontato in quelle realtà dove la birra è da secoli un elemento onnipresente che scandisce la quotidianità delle persone. Così in tali contesti è più facile che la cronaca si concentri su tendenze di nicchia, capaci tuttavia di richiamare l’attenzione di testate generaliste. È ciò che sta accadendo da qualche tempo nel Regno Unito con il fenomeno delle small-batch breweries: birrifici di dimensioni minuscole, ma in grado di affermarsi nel panorama nazionale della birra artigianale. Un fenomeno con luci e ombre, che vale la pena di analizzare.

Nuovi locali ufficiali per i birrifici Doppio Malto, Svevo, Elav e altri

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Da qualche anno a questa parte sembra che i birrifici italiani abbiamo compreso l’importanza di possedere dei locali di proprietà. I vantaggi li abbiamo spiegati spesso in passato, dunque è inutile ripetersi, tanto più che le aperture si stanno moltiplicando su tutto il territorio nazionale. Solo negli ultimi sei mesi sono stati tantissimi i produttori che hanno aperto pub ufficiali: Birrificio Italiano, Ritual Lab, Birranova, I Tri Bagai, Maneba, Birrificio del Doge e Muttnik, oltre al futuro progetto Pop and Toast di Baladin. Gestire un proprio locale sta diventando non solo una mossa strategica per i programmi di crescita di un birrificio, ma anche una scelta che sta scalando posizioni in termini di priorità aziendali. Così al nutrito elenco appena snocciolato è già giunto il momento di aggiungere altri nomi, che confermano l’ascesa di un trend molto interessante.

Cucina romana e birre artigianali: si può fare!

Le tradizioni culinarie fanno parte di una radice personale antica, delle memorie di famiglia impossibili da non onorare: per questo, in territorio italico, permane la diffusa convinzione della difficoltà di abbinamento con le birre, “le nuove, le pagane, le strane”. Che invece possono donarci gustose sorprese: quelle che proveremo a scovare nell’interazione con alcuni dei piatti poveri e negletti della cucina romana. Visto il focus territoriale, dove possibile preferiremo appaiamenti con birre di provenienza regionale, per mostrare come il Lazio stia finalmente crescendo anche dal punto di vista della produzione.

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Alla scoperta delle Eisbock, le birre tedesche nate dal ghiaccio

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In questi giorni l’Italia è attanagliata dal gelo, dunque quale momento migliore per parlare di uno stile birrario strettamente legato alle basse temperature? Sto chiaramente parlando delle Eisbock, birre particolarissime e difficili da reperire sul mercato, che rappresentano una delle innumerevoli tipologie di cui si compone lo straordinario patrimonio brassicolo tedesco. Come il nome suggerisce, queste produzioni nascono dal ghiaccio (eis) e possono essere considerate una variazione delle Bock, le tradizionali birre forti invernali della Germania. A ben vedere sono lo stile birrario più alcolico in assoluto: sebbene alcune interpretazioni “light” si mantengano su livelli contenuti (7-9%), solitamente viaggiano in doppia cifra fino a raggiungere, in alcuni casi, forbici tra il 30% e il 40% di titolo alcolometrico. Nonostante questa loro peculiarità molto “notiziabile”, sono birre praticamente sconosciute alla massa e poco esplorate dagli appassionati.

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