Il “famolo strano” nel mondo della birra esiste da sempre e rappresenta per i birrifici uno degli stratagemmi più efficaci per attirare la curiosità dei consumatori. Spesso si riduce a una semplice divagazione rispetto allo stile di riferimento: pensiamo alle tante varietà di agrumi nostrani utilizzate in alternativa (o in aggiunta) alle arance amare per le Blanche italiane. In altri casi l’originalità si spinge verso limiti più fantasiosi, come nel caso delle birre realizzate con mosto di vino (Italian Grape Ale) o aromatizzate con frutta esotica. Talvolta, però, incappiamo in casi estremi in cui il desiderio di sorprendere spinge a imboccare strade al limite del buonsenso, se non addirittura del buongusto. E dopo un periodo di relativa tranquillità, sembra che questa tendenza stia tornando alla ribalta.
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