Sarà sicuramente il frutto di una curiosa e insospettabile coincidenza, ma da quando su Cronache di Birra abbiamo cominciato a parlare delle Brut IPA, diversi birrai italiani hanno cominciato a confrontarsi con questa nuova tipologia proveniente dalla California. Il primo è stato Pietro Fontana del Carrobiolo, che a fine maggio ha lanciato la sua Cuvee Tu Quoque, realizzata in maniera piuttosto fedele rispetto al modello della West Coast americana. Negli ultimi giorni però i casi si sono moltiplicati, con la bellezza di tre differenti produttori che hanno annunciato altrettanto Brut IPA: le sperimentazioni in tal senso si stanno diffondendo così velocemente da lasciar intendere la creazione di un vero e proprio fenomeno, destinato a crescere nelle prossime settimane. È proprio con queste tre produzioni inedite che apriamo la carrellata di oggi sulle nuove birre italiane.
Prossimi eventi: Burp!, Porck’n’Beer, Americans e altri
Nella panoramica di oggi sui nuovi eventi birrari andiamo a integrare gli appuntamenti previsti la seconda metà di luglio, oltre a quelli già evidenziati in passato. Partiamo dal fine settimana alle porte, perché domani a Milano andrà in scena la prima edizione del Gorla Beer Festival del pub John Barleycorn, mentre domenica si terranno altre due iniziative: Americans al Golden Pot di Guidonia (RM), con un evento completamente dedicato alle lattine (e all’american bbq), e Birre al Borgo a Rionero del Vulture (PZ), con quattro birrifici locali. Poi il weekend successivo si terrà la terza edizione di Burp! a Oleggio (NO) e l’ormai storico Porck’n’Beer del birrificio Montegioco, nell’omonimo comune in provincia di Alessandria. E non pensate che gli appuntamenti di luglio si fermino qui, ma per ulteriori aggiornamenti ci risentiamo venerdì prossimo. Buone bevute a tutti!
3 temi di viaggio per la vostra estate birraria
Girare il mondo per amore della birra è un’attività non necessariamente collegata a una stagione specifica, ma è normale che proprio in questo periodo ci si abbandoni più facilmente ai progetti di viaggio. Esiste qualcosa di più entusiasmante che programmare un itinerario dedicato alla nostra bevanda, studiare le tappe da visitare di giorno in giorno e poi vivere effettivamente quelle esperienze, così profondamente cariche di cultura birraria? Effettivamente viaggiare per la birra è un’opportunità straordinaria e l’unico modo per capire realmente alcune realtà locali, sia che abbiamo uno stretto legame con le tradizioni brassicole internazionali, sia che appartengano a scene emergenti o comunque di più recente ascesa. Così il pezzo di oggi è da leggere come un supporto alla vostra pianificazione estiva: un elenco di diverse definizioni birrarie, divise in base a tre diversi temi di viaggio.
Gli italiani sempre più legati alle birre speciali: la ricerca di Osservatorio Birra
Come qualche giorno fa ha raccontato l’Annual Report di Assobirra, il 2017 è stato un anno strabiliante per la birra in Italia. I consumi pro capite hanno segnato un nuovo record storico, così come accaduto per altri importanti dati di mercato, in particolare la produzione e l’export. A fare da traino a tutto il settore è stato il segmento delle birre speciali, cresciuto del 19% rispetto al 2016 e capace di rappresentare quasi il 10% del mercato: cifre impressionanti se pensiamo che sei anni fa non raggiungeva il 5%. Proprio su questa eterogenea tipologia di prodotti si è recentemente concentrato una ricerca di Doxa per Osservatorio Birra, finalizzata a indagare il rapporto tra i consumatori e le produzioni non assimilabili ai marchi “standard”. Sono emerse indicazioni molto interessanti, in grado di suscitare più di qualche riflessione.
God save the beer: il duro colpo dell’industria alla rivoluzione craft anglosassone
Cosa sta succedendo alla birra craft anglosassone? È una domanda che molti osservatori si staranno ponendo in questi giorni, a causa delle frequenti notizie riguardanti accordi tra birrifici artigianali e multinazionali del settore. La risposta più immediata è che non sta accadendo nulla di diverso da ciò a cui ormai siamo abituati: in tutto il mondo, Italia compresa, è in atto una chiara strategia da parte dell’industria, che sta invadendo il segmento craft grazie ad acquisizioni, prodotti ambigui e altre manovre di contorno. Tuttavia quella britannica è una scena decisamente importante, probabilmente senza paragoni a livello europeo e l’unica in grado di competere in hype con i birrifici americani, almeno nel suo complesso.
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Nuove birre da Hammer + Crak, Pork’n’Roll + Elvo, Ritual Lab e altri
Ci sono birre collaborative destinate a diventare pietre miliari e altre che vengono dimenticate nell’arco di una settimana. A inizio 2018 una certo interesse si sviluppò intorno alla Red Shadow, nata dall’incontro tra i birrifici Crak e Hammer. Oggi i due produttori del nord Italia ci riprovano con la Suya Garden (5,3%), una Pale Ale riccamente luppolata – immancabile l’ormai inflazionato double dry hopping – con varietà Mosaic, Citra, Simcoe e Vic Secret. Il lievito utilizzato è ancora una volta il Vermont, mentre il mix di malti è ottenuto con Golden Promise, Cara e avena. A differenza della Red Shadow, questa birra sarà realizzata nell’impianto di Hammer: è lì che sarà presentata sabato 21 luglio, prima di renderla disponibile alla spina e in bottiglia.
Prossimi eventi: Vulcano di Birra, Largo Castello, Wild Hopfest e altri
Pensavate che con l’aumentare delle temperature i festival birrari diminuissero, e invece è tutto il contrario. Preparate dunque le vostre agende perché le iniziative da segnalare nei prossimi giorni sono davvero tantissime. Oggi in provincia di Modena comincia l’edizione 2018 di Spinalamberto, mentre il weekend successivo, a pochi chilometri di distanza, andrà in scena la quinta edizione di Wild Hopfest, la festa del luppolo autoctono di Marano sul Panaro. Tra i due appuntamenti c’è da segnalare Largo Castello, l’evento di celebrazione dell’Historia di Puglianello (BN). Sempre nel weekend di metà luglio troviamo La Bira te Fascia, dedicato alla birra di montagna, e la sesta edizione di Birrajò. Infine nel fine settimana successivo occorre segnalare la seconda edizione di Vulcano di Birra, in scena a due passi dal Monte Amiata. Buone bevute a tutti!
Novità dal BJCP: arrivano quattro nuovi stili “provvisori”
Risale a maggio 2015 il rilascio dell’ultima versione delle Style Guidelines del BJCP, il documento universalmente considerato riferimento per gli stili birrari mondiali. Nonostante siano passati solo 3 anni, i suoi contenuti oggi potrebbero già sembrare in ritardo sui tempi, a causa principalmente della velocità con la quale si susseguono le novità nel nostro ambiente. E poiché la pubblicazione di ogni nuova release richiede un lavoro mastodontico – motivo per cui è prevista in media ogni 5 anni – il BJCP ha ben pensato di identificare degli “stili provvisori”, cioè delle bozze di nuove categorie che possono essere utilizzate ufficialmente nei concorsi internazionali. Un modo insomma per mantenere la documentazione aggiornata, senza dover rilasciare un’intera nuova versione delle Style Guidelines. La premessa è necessaria, perché proprio ieri l’organismo ha annunciato la definizione dei primi 4 stili provvisori, che vale la pena andare a scoprire nel dettaglio.
Firenze culinaria: 7 piatti tradizionali (+1) da abbinare alla birra artigianale
Firenze rappresenta un vero orgoglio italiano: luogo di storici mecenati e illustri poeti, culla del Rinascimento, è davvero difficile aggiungere aggettivi sulla qualità dell’offerta artistica, sull’entusiasmante bellezza di palazzi e musei, sullo splendore del centro cittadino. Dal punto di vista birrario, attualmente non è uno dei centri di riferimento, ma porge evidenti cenni di risveglio e rappresenta comunque il capoluogo di una regione che conta un notevole numero di appassionati e importanti birrifici, tra cui i primissimi che hanno puntato sulla coltivazione delle materie prime e sul forte legame col territorio. Questo ci ha consentito di abbinare alla cucina tradizionale gigliata solo birre toscane, elemento non da poco.
Antipasti: frittata con gli zoccoli e sformato di bucce di piselli
Un buon incipit all’insegna della sostanza e dell’imprescindibile tributo alla proteina animale è la frittata con gli “zoccoli” (la pancetta tesa salata), un ingrediente che insaporiva e nobilitava una delle preparazioni più utilizzate dai contadini, normalmente accompagnata da verdure o cipolle. Due le proposte per l’abbinamento: la Bianca, dello storico e mai banale Bruton, una blanche delicata di cui risulteranno utili freschezza, speziatura e l’aspetto detergente della carbonazione; oppure la Big One dell’aretino Calibro 22, birrificio abbastanza giovane ma già in grado di farsi ben conoscere da critica e pubblico, una godibilissima American IPA che va incontro a untuosità e aromaticità del piatto, favorendo i palati che gradiscono le chiusure amare, ma senza inopportune astringenze.
Il secondo antipasto è lo sformato con le bucce di piselli. Prevedendo la besciamella tra gli ingredienti, è un piatto con tendenza dolce, ma anche con nette sensazioni vegetali e un’aromaticità delicata: lo possiamo accompagnare con le note maltate della Meridiano Zero, best bitter dell’affidabilissimo Birrificio del Forte, prediligendo un incontro tra le note accomodanti della cremosità con quelle rassicuranti dei malti e del toffee. Altra opzione può essere la Giulia di Birrificio Saragiolino, valida e giovane realtà produttiva senese, figlia di una storica azienda agricola: una american IPA che raggiunge un elegante equilibrio tra i toni morbidi e maltati e l’intensità aromatica del luppolo, con una chiusura giustamente secca del sorso.
Primi: ribollita e risotto trippato
Proseguiamo coi primi e partiamo dalla ribollita: un piatto simbolo del mondo contadino e delle verdure di Toscana, con cavolo nero e pane raffermo. La prima opzione di abbinamento è la gratificante Santa Giulia del livornese Piccolo Birrificio Clandestino, prima birra e oggi ancora tra le migliori della casa, che sa della cara, vecchia Inghilterra, risulta morbida e appagante, perfetta con uno dei piatti toscani più “introversi”; valida alternativa potrebbe essere la Vècc, saison con le medesime origini (agricole) del piatto, appropriata secchezza e note fruttate e speziate prodotta dal senese Podere La Berta, progetto giovane e in crescita.
Non si poteva non omaggiare anche il grande amore gigliato per gli intestini animali. Ecco, dunque, il risotto trippato, con l’utilizzo della parte chiamata lampredotto, cioè lo stomaco del bovino, su cui torneremo anche in un’altra versione da cibo di strada. Ci piace sempre ribadire che, al contrario di quello che comunemente si pensa, i piatti del quinto quarto non sono pesanti, dispongono di aromaticità e adeguata untuosità. Ecco perché per l’accompagnamento proponiamo una triade liquida di opzioni di tutto rispetto: Limes, IGA di Bruton con mosto di Vermentino, se volete prediligere delicatezze, aromi eterei e lieve vinosità; La Mancina, fantastica e pluripremiata belgian strong ale di Birrificio del Forte, con la quale giocherete più sul corpo, sul sostegno alcolico e sulla ripulente anidride carbonica; oppure la Gentilrossa, una sorta di dubbel in versione light, de La Stecciaia, altra realtà artigiana e agricola dell’ex Granducato, con la quale si uniranno i caratteri accoglienti di entrambe, con l’aggiunta dei frutti rossi maturi tipici dello stile.
Secondi: bistecca alla fiorentina e peposo
La bistecca alla fiorentina è uno dei punti più alti dell’esaltazione cittadina rispetto al concetto del cucinare. È un taglio “nobile” del manzo che pesa almeno 7-8 etti, comprensivi di osso, da cuocere rigorosamente alla brace a temperature discretamente basse, senza fretta e da servire al sangue: vanta una forte dose di virilità assieme ad una certa succulenza e agli aromi figli della bontà della carne e dell’opera della reazione di Maillard. In abbinamento ci servirà potenza alcolica, in grado di asciugare la succulenza, e le morbidezze maltate ad accompagnare e integrare l’aromaticità. Ecco allora la Momus del già citato Bruton, una strong ale che integra influenze scozzesi (malti) e belghe (lieviti), grande energia, notevoli rotondità e capacità di farsi ricordare; oppure la più agile Rossa Forte, una strong ale del birrificio agricolo Petrognola, tra i primi a credere nelle possibilità brassicole del farro.
A chiudere la coppia dei secondi, il peposo, uno dei grandi piatti dimenticati: è un umido di manzo a cottura lenta, con pepe, aglio e tanto vino, che noi sostituiremo con le birre degli abbinamenti. Ricco di fragranze e dell’intramontabile fascino della cucina delle nonne, in bocca è morbido e consolante. Ha bisogno delle morbidezze fruttate di una Belgian Dubbel come quella de La Luppolaia, dove le note di zucchero candito e frutti rossi maturi si integrano perfettamente con le note speziate e umami della carne e la personalità della birra è in grado di domare le esuberanze aromatiche, accorciando la persistenza gusto-olfattiva del boccone per prepararci bene per quello successivo. Oppure, per chi vuole aggiungere alle note maltate e al profluvio aromatico anche le agilità acidulo-acetiche di una lunga maturazione in botte, valida compagna può essere la Vecchia Bastarda dello storico Birrificio Amiata, il prodotto più elaborato e bisognoso di tempo dell’apprezzata linea a base dell’omonima tipologia di castagna.
Dolce: zuccotto fiorentino
Chiudiamo con lo zuccotto fiorentino, con base di pan di spagna e guarnizioni al cioccolato. Ci serviranno birre che indulgono in corpo e zuccheri residui, per un abbraccio di dolci piacevolezze, con rimandi liquorosi e meditativi: proponiamo la Bastarda Doppia, quadrupel maltata di Amiata, tostata e fortemente alcolica, oppure la Cintura d’Orione, strong ale ambrata di Birrificio del Forte, che gioca proficuamente tra complessità e morbidezze.
Bonus da strada: panino con lampredotto
In caso di tranquilla passeggiata sul Lungarno, un improvviso attacco di fame può essere felicemente appagato dal re dei cibi di strada fiorentini: il panino col lampredotto. Partendo da casa con due tracolline, una per il nostro bicchiere di fiducia e l’altra per La 10.000, vigorosa Double IPA del birrificio Math, godremo di un appagante abbinamento, segno evidente che la felicità è nelle piccole cose.