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Cercasi birrificio artigianale in Veneto

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Vendesi Sala Cotte da 5 hL e attrezzatura specialistica

Birrificio vende sala cotte da 5 hL e attrezzature....

Il Birrificio BIRA vende impianto completo con sala cottura da 2,5/2,7 hL

Il Birrificio BIRA vende, preferibilmente in blocco, impianto completo...
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A inizio marzo torna il corso di degustazione online di Cronache di Birra

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Iscriviti al corso

Quando la scorsa estate lanciammo i primi corsi di degustazione online firmati Cronache di Birra non sapevamo cosa aspettarci. Era un’iniziativa praticamente nuova nel panorama nazionale e dunque le incognite non mancavano. Ma c’era la voglia di proporre qualcosa che spezzasse la rigidità imposta dal lockdown, sfruttando la crescente attenzione per le tecnologie web destinate alla condivisione di contenuti. Quella sorta di esperimento è oggi non solo uno dei capisaldi delle attività di Cronache di Birra, ma rappresenta anche un momento di piacevole condivisione in un periodo in cui molte gioie del genere ci sono negate. Come raccontato in un precedente articolo, infatti, questo tipo di didattica a distanza non toglie quasi niente all’esperienza generale, ma offre persino vantaggi non indifferenti. Non solo: la voglia di condivisione, amplificata dalla nostra meravigliosa bevanda, permette di abbattere la distanza fisica e di creare vero e proprio entusiasmo alla fine di ogni lezione. Questo ci ha spinto a riproporre l’iniziativa nei mesi successivi e di adattarne la formula a un master sugli abbinamenti, tuttora in corso.

Il birrificio Babylon vende 2 fermentatori troncoconici

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Attenzione: l’annuncio non è più valido.

Causa rimodulazione spazi cantina, il birrificio Babylon vende n° 2 serbatoi per “fermentazione birra” mod. Narciso Co 60° da 1320 litri, su Ø 1150 mm, completi di:

  • chiusino superiore Ø 400 mm con valvola in acciaio inox, di sicurezza gas inerte,
  • fascia di condizionamento termico, prestampata ad alveoli, h 600 mm sulla virola,
  • termometro anteriore, termometro digitale e porta sonda posteriore,
  • asta segnalivello attacchi DIN, con protezione inox e rientro isolabile, su sistema di lavaggio, di lunghezza “massima capacità”,
  • tubo di lavaggio e/o carico, completo di sfera, attacco din DIN 32 e gorgogliatore a “bicchiere”, con tappo DIN 25,
  • preleva campione inox DIN 15,
  • fascia di condizionamento termico, prestampata ad alveoli, h 300 mm su cono a 60°,
  • gambe con piedini regolabili,
  • poggia scala,
  • predisposizioni di prelievo e scarico, attacco din DIN 32, completi di valvola inox DIN 32 (n° 2 pz. a serbatoio).

Importo netto cad. € 2.500 + IVA

Importo netto acquisto coppia € 4.500 + IVA

Per info: [email protected].

Nuove birre da Ca’ del Brado, Rebel’s, Geco, Torre Mozza + Rattabrew e Agrilab

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Cosa significa reinterpretare uno stile birrario? Spesso consiste nel prendere un modello classico e arricchirlo di elementi di modernità, grazie all’inserimento di ingredienti, tecniche produttive o suggestioni gustative del tutto nuove. Talvolta invece un simile esercizio procede in una direzione temporale completamente opposta: si ricercano le radici più profonde della tipologia e si ripropongono nella ricetta, confezionando un prodotto di stampo “archeologico”. Troviamo questa impostazione in diverse birre di Ca’ del Brado (sito web): potremmo citare la Zena (una Gose a l’ancienne) o la linea Cerbero, che si focalizza sulle Old Ale. Proprio nelle scorse ore la cantina brassicola ha annunciato la sua terza e ultima Cerbero, identificata da un’etichetta color viola. La Cerbero Purple Label (9,8%) è affinata per un anno in botti ex-vino con l’aggiunta di una piccola percentuale di Saba emiliana ed è contraddistinta da una contaminazione di batteri e Brettanomyces. I toni maltati (biscotto, toffee) si alternano alle note della Saba (vino passito, liquorosità balsamica) e si accompagnano al carattere selvaggio del Brett e alla profondità delle ossidazioni. Perfetta per chi è in cerca di una birra da invecchiamento.

Il delivery di Westvleteren e altre notizie dal mondo della birra trappista

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Il mondo della birra trappista è scandito da ritmi molto diversi rispetto al resto dell’universo brassicolo. È un ambiente costituito da poche realtà, che rimane tendenzialmente sempre uguale a sé stesso e in cui le novità si susseguono con una frequenza neanche lontanamente comparabile all’irrequietudine che spesso contraddistingue il nostro settore. Tuttavia in tempi recenti le cose hanno subito un’inversione di tendenza, tanto che oggi ci ritroviamo a riassumere in un singolo articolo le ultime notizie provenienti dai (pochi) produttori trappisti sparsi sul pianeta. Come si spiega questo fenomeno? Probabilmente dipende da vari fattori: in parte dal crescente numero di birrifici che negli ultimi anni hanno ottenuto il bollino esagonale; in parte dalla globalizzazione dell’informazione e il rafforzamento di quella specializzata in temi birrari; in parte da una maggiore propensione di questi birrifici per soluzioni di marketing diverse dal passato. A ogni modo eccoci qui, a raccontare le ultime vicende che hanno caratterizzato questo affascinante mondo.

Nuovi locali birrari a Padova, Napoli, Biella, Milano e Roma

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Da quanto non ci occupiamo dei nuovi locali birrari aperti recentemente in Italia? Dato il momento si potrebbe pensare da tempi immemori, in realtà l’ultimo aggiornamento risale allo scorso ottobre: segno che il settore è andato avanti e diversi progetti partiti nei mesi precedenti sono stati portati a compimento. Il problema è che con il perdurare dell’emergenza sanitaria, ogni nuova iniziativa si scontra con le difficoltà del periodo. In altre parole il rischio è che l’articolo che state leggendo sarà l’ultimo di questo tipo per molto tempo. Ovviamente facciamo gli scongiuri e speriamo che non sia così, ma è chiaro che senza certezze sul futuro a breve e medio termine le alternative sono minime. Così oggi ci occupiamo di cinque (anzi sei) nuove (o quasi nuove) aperture che, mai come ora, hanno bisogno del vostro supporto.

La rinascita delle Raw Ale: la tipica birra cruda (priva di bollitura) del Nord Europa

Approfondire una disciplina significa a volte spingersi oltre le proprie convinzioni, se non addirittura mettere in dubbio concetti dati per assodati. Così può succedere che, studiando le antiche abitudini brassicole europee, si incappi nelle Raw Ale. Con questa espressione si indica un’ampia famiglia di birre “ancestrali”, dalle caratteristiche poco definite ma accomunate da un singolo, fondamentale aspetto: il loro processo produttivo non prevede bollitura. Proprio così. Quello che oggi consideriamo uno step fondamentale nel corso di una cotta, in queste produzioni semplicemente non è contemplato. Lo ripeto: non si tratta di un vezzo nato da una strana moda odierna, ma di una peculiarità propria di tante tradizioni brassicole – concentrate soprattutto nel Nord Europa – e presumibilmente di tutte le birre prodotte in epoche remote. Sebbene il concetto di Raw Ale appartenga a un passato lontano dalle nostre consuetudini, queste creazioni non sono mai scomparse del tutto e oggi stanno vivendo un periodo di grande interesse, con la riscoperta delle loro incarnazioni più antiche e la reinterpretazione dei birrifici moderni.

Nuove birre da Lucky Brews, Crak, Busa dei Briganti, Mastri Birrai Umbri e Chianti Brew Fighters

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L’avvento delle lattine nel mondo della birra artigianale ha generato molti effetti secondari non trascurabili. Uno dei più importanti è stato l’universo di possibilità che si è aperto per i birrifici in termini di design e grafica: da questo punto di vista le potenzialità del nuovo contenitore sono impareggiabili rispetto alle risicate etichette delle bottiglie. Negli ultimi anni abbiamo ammirato vere e proprie opere d’arte impresse sulle lattine di birra, ma probabilmente sono ancora molte le potenzialità inespresse a livello di marketing. Il birrificio Lucky Brews, ad esempio, ha recentemente lanciato una nuova birra con un’etichetta in 3D, apprezzabile grazie agli storici occhialetti bicolore tanto di moda negli anni ’80, che ritrae una locomotiva-tender in piena marcia. Il nome della birra è per l’appunto Locotender (10,5%) e appartiene vagamente alla categoria delle Pastry Stout: la ricetta prevede l’impiego di cacao amaro, fave di cacao, nocciole Igp del Piemonte e lattosio, oltre a una dose di frumento in aggiunta al malto d’orzo. I ragazzi di Lucky Brews suggeriscono di tenere gli occhiali per tutto il tempo della bevuta al fine di ottenere la sensazione di un “viaggio lisergico”: faremo la prova appena possibile!

La vittoria a Birraio dell’anno chiude un 2020 magico per Ritual Lab

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Nonostante i problemi legati alla pandemia, comuni a tutti i birrifici italiani, possiamo affermare che il 2020 per il romano Ritual Lab non è stato affatto un anno da dimenticare. Al contrario, se ci limitiamo esclusivamente ai riconoscimenti conquistati, è stato un anno indimenticabile, capace di lanciare definitivamente l’azienda di Formello (RM) nel gotha dei produttori nostrani. L’ultima consacrazione è arrivata sabato scorso con la vittoria a Birraio dell’anno, il premio indetto da Fermento Birra che rappresenta una sorta di Pallone d’oro brassicolo: la classifica non è infatti stilata assaggiando alla cieca le produzioni dei vari birrifici, ma semplicemente conteggiando le preferenze espresse da un’ampia platea composta da publican, distributori, degustatori e altri protagonisti del comparto artigianale. La vittoria di Giovanni Faenza segna un punto d’arrivo (speriamo solo temporaneo) di un percorso di crescita iniziato solo pochi anni fa, ma già in grado di regalare immense soddisfazioni.

Giovanni Faenza (Ritual Lab) trionfa a Birraio dell’anno

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Giovanni Faenza del birrificio Ritual Lab di Formello è il vincitore di Birraio dell’anno, il premio istituito da Fermento Birra che incorona il miglior professionista del comparto brassicolo sulla base dei voti degli esperti del settore. Si tratta di un successo di grande pregio per Giovanni, che conferma uno stato di grazia che ormai va avanti da diversi anni. La nuova affermazione infatti arriva dopo il trionfo di Ritual Lab all’ultima edizione a Birra dell’anno di Unionbirrai e la conquista del titolo Birraio Emergente del 2018. Con questa ennesima consacrazione Giovanni Faenza entra nell’olimpo dei birrai italiani e ribadisce lo straordinario livello raggiunto dal suo birrificio. Un riconoscimento che – ne siamo certi – egli vorrà condividere con tutto lo splendido staff di Ritual Lab.

Arbareska vince il Premio Lallemand: la mia esperienza come “giudice di ricette”

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Qualche settimana fa, Andrea mi ha telefonato per chiedermi di capitanare la giuria del Premio Lallemand, concorso collegato al Ballo delle Debuttanti della Italy Beer Week 2021. Ho subito accettato, ancor prima di conoscere le regole del gioco. Ho avuto un moto di commozione, ricollegando immediatamente l’evento alla mia ultima partecipazione a una manifestazione birraria, prima dell’arrivo di questa terribile pandemia. Era l’inizio del 2020, il 28 Febbraio per essere precisi. L’evento si teneva da Eataly, a Roma, ed era proprio il Ballo delle Debuttanti di quella che allora si chiamava Settimana della Birra Artigianale, diventata ora Italy Beer Week. Mi è rimasto ancora un gettone di quella serata, e un ricordo nostalgico che conservo con molto affetto. Quando ho visto che non solo la Settimana Della Birra Artigianale si sarebbe svolta anche quest’anno, ma che sarei stato coinvolto attivamente nella sua iniziativa principe, il Ballo Delle Debuttanti, non ho potuto che accettare con grande entusiasmo l’invito di Andrea. Certo, la maggior parte delle attività si svolgerà probabilmente online, ma ormai ci siamo abituati ed è sicuramente meglio di niente. Molto meglio di niente. Ma torniamo a noi. Cos’è il Ballo Debuttanti?

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