Forse è proprio vero che quello natalizio è un periodo magico: a riaccendere una flebile luce nel programma di festività più triste degli ultimi decenni arrivano, quasi inaspettati, due gustosi eventi birrari. A godere di questo fuori programma saranno però solo gli appassionati di Roma, perché parliamo di due iniziative legate alle birre di Natale e organizzate da altrettanti locali capitolini. Il primo appuntamento è con la quindicesima edizione dello storico Birre sotto l’albero, che si terrà – chiaramente con un profilo decisamente basso – a partire da giovedì 10 dicembre presso il Ma che siete venuti a fà. Rimanendo in zona Trastevere, già da oggi partirà invece l’evento Station de Noël di Luppolo Station, dove una speciale tap list sarà accompagnata da pranzi speciali e street food. Ci voleva proprio un po’ di tepore in questo triste Natale 2020, anche se limitato ahimé alla sola Capitale.
Il birrificio Retorto vende linea confezionamento completa
Attenzione: l’annuncio non è più valido.
Il birrificio Retorto vende una linea di confezionamento completa di:
- Etichettatrice Sts Savino con possibilità fronte e retro sulla stessa bobina, possibile etichetta sul collo inclinato
- Riempi-tappatrice Cime Careddu a gravità (non isobarica), 8 becchi
- Nastro con piano di raccolta iniziale e finale
Attualmente in uso, sarà disponibile a febbraio-marzo, produzione ora 1500 circa nel formato 0.33 e 750 circa nelle 0.75.
Predisposta già per bottiglie long neck e metodo (tranne canalina tappatore).
Cifra richiesta 38.000 euro.
Per informazioni e contatti potete chiamare il numero 347 3001538 o scrivere all’indirizzo info@retorto.it.
Birre con luppolo fresco: caratteristiche e consigli per wet e fresh hop (parte II)
La produzione di birre con luppolo fresco – chiamate anche harvest beer – è una consuetudine sempre più diffusa in Italia e consolidata da anni a livello internazionale. Oggi torniamo a occuparci di questa interessante nicchia produttiva riprendendo e concludendo il viaggio cominciato una settimana fa. Dopo aver riportato i cenni storici relativi al fenomeno e aver affrontato diversi argomenti – dalla valutazione dei coni alle differenze tra wet hop e fresh hop, dalle note di fornitura alle caratteristiche proprie delle diverse harvest beer – è ora giunto il momento di concentrarci sull’impiego di luppolo fresco durante le fasi prettamente produttive, sulle peculiarità aromatiche e sui rapporti tra coltivatori e birrai. Si tratta infatti di un piccolo microcosmo con regole precise, che spesso richiede nozioni specifiche.
Il birrificio Sièman cerca un unitank troncoconico isobarico
Il birrificio Sièman è alla ricerca di un unitank troncoconico isobarico da 10-12 HL.
Se siete interessati potete contattare Andrea al numero 3479593032 o scrivendo all’indirizzo afilippini85@gmail.com.
Nuovi birrifici: Birra Impavida, Fèlsina, Boia Brewing e Birrificio Molesto
Come abbiamo visto nelle scorse settimane, anche in un periodo difficile come quello che stiamo vivendo non mancano le aperture di birrifici e beer firm su tutto il territorio nazionale. Nonostante il settore sia cresciuto enormemente negli ultimi anni, molte aziende partono ancora con dimensionamenti e investimenti relativamente contenuti. Ogni tanto, tuttavia, si affaccia sul mercato qualche nuovo progetto in grado di presentarsi da subito con un’impronta di un certo rilievo. È il caso di Birra Impavida, neonato produttore di Arco di Trento (TN): nato dall’idea delle imprenditrici Serena Crosina e Raimonda Dushku, il birrificio è situato sulle sponde del Lago di Garda, in un luogo speciale dedito all’attività sportiva – da qui il nome del birrificio. Il progetto architettonico del polo produttivo si basa sul recupero di un edificio industriale ed è stato curato dallo studio milanese Genuizzi Banal. È presente una tap room con un bancone in legno di 10 metri, mentre al piano superiore sono collocati gli uffici, una sala polifunzionale con vista sulle Alpi e una grande terrazza. Insomma, ogni cosa è stata pensata decisamente in grande.
Italian Harvest Beer: le fresh hop e wet hop italiane del 2020
Con l’espressione “harvest beer” si indicano le birre prodotte con luppolo fresco, secondo una tradizione strettamente associata all’attività di raccolta all’interno dei luppoleti. Questa consuetudine è diffusa da tempo immemore in molte nazioni a trazione brassicola, ma negli ultimi anni ha cominciato ad attecchire anche in Italia grazie alla crescente disponibilità di coltivazioni di luppolo. Il fenomeno ha portato alla nascita di molte wet hop e fresh hop italiane – se volete conoscere le differenze tra queste due tipologie potete leggere il recente articolo di Eugenio Pellicciari – al punto che ormai quasi ogni birrificio propone stagionalmente la sua harvest beer. Riuscire a censire ogni anno tutte le produzioni italiane rientranti in questa categoria è un’impresa titanica, ma è ciò che proveremo a fare nell’articolo di oggi sfruttando il database di Beer Zone prontamente arricchito con le informazioni ricevute in questi giorni.
Nasce il marchio Luppolo italiano dell’Associazione Nazionale Luppoli d’Italia
Negli scorsi giorni il Ministero dello Sviluppo Economico ha comunicato la registrazione ufficiale del marchio Luppolo italiano, presentato dall’Associazione Nazionale Luppoli d’Italia. In seguito a questa novità, i prodotti realizzati con i luppoli provenienti dai luppoleti associati ad ALI riporteranno in etichetta il suddetto marchio. Rientra nel registro non solo la birra, ma anche gli amari, le conserve e qualsiasi altro prodotto al luppolo. Si tratta di una novità importante in un momento dell’anno in cui si parla molto di luppolo fresco e che aggiunge un altro tassello a un segmento in forte crescita in Italia negli ultimi anni.
L’Italia torna a brillare al Brussels Beer Challenge: 7 ori, 10 argenti e 12 bronzi
A distanza di un paio di settimane dal pezzo dedicato allo European Beer Star, torniamo a occuparci di concorsi internazionali con i risultati di un’importante contest europeo: il Brussels Beer Challenge. Per fortuna i toni possono essere altrettanto trionfalistici, perché, dopo alcune edizioni in chiaroscuro, i nostri birrifici tornano a casa con un bottino di tutto rispetto: 7 ori, 10 argenti e 12 bronzi, per un totale di 29 riconoscimenti. Il risultato complessivo migliora la performance dello scorso anno (21 medaglie di cui 4 ori) e per ritrovare un prestazione superiore bisogna tornare al 2016. Insomma, anche dal Belgio arrivano ottime notizie per il movimento italiano della birra artigianale, con alcune conferme sia rispetto al concorso tedesco, sia rispetto a discorsi generali. Andiamo dunque ad analizzare nel dettaglio i vincitori, perché ci sono alcune considerazioni che meritano sicuramente attenzione. Ma prima se volete vedere tutte le birre premiate a colpo d’occhio, sappiate che su Beer Zone abbiamo creato una lista speciale dedicata.
Birre con luppolo fresco: caratteristiche e consigli per wet e fresh hop (parte I)
Le harvest beer (cioè le birre prodotte con luppolo fresco) sono sempre più popolari, eppure il loro processo produttivo è ancora sconosciuto ai più. Dal nostro ruolo di coltivatori ma anche di beer lover vorremmo pertanto puntare la lente di ingrandimento proprio su questa categoria, andandone a definire meglio tratti caratteristici, contorni e magari suggerendo qualche consiglio sull’utilizzo. Chiariamo subito un punto: le espressioni “wet hop” e “fresh hop” non possono essere usate in maniera intercambiabile. Con wet hop, o luppolo verde, si indica generalmente il luppolo appena raccolto dalla pianta e destinato all’utilizzo immediato; con fresh hop, invece, ci si riferisce al luppolo raccolto, essiccato e utilizzato entro pochi giorni dall’essiccazione.