Da ieri sta rimbalzando su tutte le principali testate italiane e straniere l’ultimo annuncio di Mark Zuckenberg, presidente di Meta e fondatore di Facebook. In un post pubblicato proprio sul suo social network per eccellenza, l’imprenditore americano ha svelato alcuni dettagli del suo ultimo progetto, che per una volta esula dal settore prettamente tecnologico. Dimenticate Internet, l’intelligenza artificiale e i computer quantistici, perché il prossimo obiettivo di Zuckerberg è “creare carne di bovina di altissima qualità , la migliore del mondo”. E per farlo ha iniziato ad allevare bestiame, nella cui alimentazione – fondamentale per ottenere un prodotto di pregio – è prevista anche la birra. È solo l’ultimo esempio di come la nostra bevanda entri non di rado nei progetti degli uomini più ricchi del mondo.
Zuckerberg afferma di aver avviato un allevamento di bovini nel Ko’olau Ranch di Kauai, una struttura mastodontica situata alle Hawaii. La mandria è composta da razze Wagyu e Angus che, secondo quanto dichiarato dal magnate statunitense, “cresceranno mangiando farina di noci macadamia e bevendo birra che produciamo qui nel ranch”. Tutto il processo sarà basato su concetti di prossimità produttiva e integrazione verticale: le noci arriveranno dagli alberi da frutto che saranno piantanti nel ranch, mentre la birra sarà brassata direttamente in loco. Sarà uno Zuckerberg birraio? Prima di escluderlo è opportuno considerare che le figlie attualmente lo stanno aiutando a piantare gli alberi da cui ottenere le noci macadamia.
La presenza di birra nella dieta dei bovini ha spinto diversi utenti a commentare il post di Zuckerberg. C’è chi chiede se davvero le mucche bevono birra – “Sì la amano” la risposta dell’imprenditore – chi immancabilmente tira fuori il (falso) mito che la birra aiuta i mammiferi a produrre latte, chi sottolinea gli effetti di un composto del luppolo nella crescita degli animali. Ma non mancano le polemiche da parte degli animalisti e di chi rinfaccia a Zuckerberg la sua presa di posizione del passato, quando affermò di volersi cibare solo della carne di animali che poteva uccidere da solo.
La birra è centrale anche nei progetti di altri “colleghi” di Zuckerberg. A ottobre del 2021 Elon Musk, tra il lancio di un veicolo spaziale e l’acquisto di X (all’epoca Twitter), trovò il tempo di presentare la Gigabier, una Pils prodotta in Germania con dei non meglio specificati “cyberluppoli”. A colpire fu soprattutto la confezione: una bottiglia di colore nero lucido, con filigrana luminescente e dalle forme futuristiche modellate sul design del Cybertruck. Rispetto ad allora, la novità è che la Gigabier si sta rivelando un discreto flop, come spiega Fanpage in un articolo dello scorso novembre. Negli ultimi tempi infatti si stanno moltiplicando i commenti negativi degli utenti, che sottolineano soprattutto la pessima qualità della birra. Ma c’è anche chi avanza critiche alla bottiglia, evidenziando la presenza di ruggine sul coperchio.
Why does the Tesla CyberBeer feel like something I’m gonna get alcohol poisoning from. pic.twitter.com/7FgRrmGtJm
— Jeremy Judkins (@jeremyjudkins_) November 15, 2023
Dopo Zuckerberg e Musk non poteva mancare Bill Gates, con due vicende diverse. A inizio 2023 fece abbastanza scalpore la scelta del fondatore di Microsoft di acquistare una quota di Heineken (3,76%) con un investimento vicino al miliardo di euro. Curiosamente quella notizia di stampo prettamente finanziario aveva scatenato la fantasia dei complottisti – per i quali Gates rappresenta un’ossessione ricorrente – che non avevano perso tempo per allertare il mondo intero sulle sostanze nocive che l’imprenditore avrebbe finito per inserire nelle birre del colosso olandese.
A giugno dello stesso anno, invece, fu lanciata sul mercato la Epic OneWater Brew, una birra ottenuta da acque reflue e prodotta dal birrificio californiano Devil’s Canyon Brewing Co. per conto della società Epic Cleantec. Nel 2012 proprio Bill Gates aveva concesso un’importante sovvenzione all’azienda, il cui obiettivo è sviluppare tecnologie per il riuso dell’acqua reflua. All’epoca fu una scelta visionaria, perché negli ultimi tempi sono apparsi molti progetti simili con risultati eccellenti, anche in termini di risposta dei consumatori. Una nicchia produttiva destinata a c