In attesa che le novità normative spalanchino le porte alle birre analcoliche artigianali, il 2025 si candida a essere l’anno delle low-alcohol italiane. Il trend è evidente: in poco più di quattro mesi il totale di birre inedite con una gradazione inferiore al 4% ha quasi raggiunto quello complessivo delle annate precedenti. E, complice l’arrivo della bella stagione, la tendenza è destinata a crescere ulteriormente. Non è un caso che la panoramica di oggi sulle nuove birre italiane si apra con una birra leggerissima (solo 2,5%) che già guarda all’estate. Mutuando un’espressione abusata in campo musicale, prepariamoci a quello che probabilmente sarà il (piacevole) tormentone dei prossimi mesi.
Birra dell’Eremo
Una ragazza in bikini bianco, ombrellone, sdraio e una lattina di birra artigianale. L’umbro Birra dell’Eremo (sito web) è già entrato nel pieno del mood estivo con la sua nuovissima Low (2,5%), una Session IPA dal basso contenuto alcolico, ma con il carattere e la struttura di una luppolata moderna. La ricetta prevede solo malto Pils e un succoso mix di luppoli, composto dalle varietà Citra, Mosaic e Sabro; per ottenere il risultato finale sono stati esclusi coadiuvanti enzimatici o l’impiego di lieviti poco attenuanti, bensì la fermentazione è stata portata avanti da un ceppo neutro di origine californiana. La Low è scorrevole e mediamente amara, dal corpo esile ma non sfuggente e contraddistinta da aromi di pesca, albicocca e frutta tropicale. La comunicazione di supporto al lancio della birra è semplice nell’idea ma curatissima nella realizzazione, in pieno stile Birra dell’Eremo.
Croce di Malto
Ieri si è tenuto il ventesimo appuntamento di Italia a sorsi, il nostro filone di Formazione Birra dedicato ai protagonisti della scena birraria italiana. Neanche il tempo di riprendersi che abbiamo subito lanciato il prossimo webinar, che vedrà protagonista il birrificio Croce di Malto (sito web). Parleremo di birre collaborative e non è un caso che proprio l’ultima creazione del produttore piemontese sia il frutto di una partnership. La nuovissima F.O.D. (5,7%), infatti, è una DDH IPA realizzata insieme al pub F.lli Macondo (sito web) di Oleggio, locale di riferimento nella provincia di Novara. Ideale per i primi caldi primaverili, la F.O.D. è brassata con il ricorso a diverse varietà di luppolo: Chinook e Motueka in late hopping, Wai-iti, Citra, Simcoe e ancora Motueka nel massiccio dry hopping. La collaborazione è anche un omaggio al traguardo raggiunto da F.lli Macondo, che quest’anno festeggia il suo decimo anniversario.
Cantina Errante
Il toscano Cantina Errante (sito web) rappresenta uno dei progetti brassicoli italiani più interessanti degli ultimi anni. Decisamente affascinante è il processo produttivo battezzato Perpetua, che fondamentalmente consiste in una sorta di metodo Solera applicato a un’unica botte, tramite cui il birrificio ottiene fermentazioni spontanee uniche e peculiari. Dalle sperimentazioni eseguite sulle varie perpetue (luppolature, fermentatori aperti, ecc.), negli scorsi giorni Cantina Errante ha lanciato una nuova linea, denominata Rustic e costituita da birre secche, non acide e con un buon contributo di esteri e fenoli. Lo stile di rifermento può essere quello delle Saison e delle Farmhouse Ale in generale, come dimostrano le prime due etichette del progetto: la Rustic Noble (6%) è ispirata alle Saison di matrice francese e luppolata generosamente con varietà nobili (Saaz e Saphir); la Rustic Double (7,2%) è invece più assimilabile a una Hoppy Saison grazie all’impiego di luppoli americani (nello specifico il Citra, sia in bollitura che in dry hopping). Le due Rustic sono state presentate il 24 aprile in una trentina di locali italiani.
Otus + Lieviteria
Negli ultimi mesi Angelo Ruggiero, birraio del pugliese Lieviteria (sito web), è stato ospite di alcuni birrifici italiani, con cui ha collaborato per la realizzazione di nuove birre. Un paio di settimane fa è stata annunciata la Karel (4,5%), prodotta in partnership con il birrificio Otus (sito web) di Seriate (BG): si tratta di una tradizionalissima Polotmavé, cioè una Lager ambrata di stampo ceco, realizzata con diversi malti (tra cui Pils maltato a terra), luppoli Premiant e Saaz e un curioso blend di due lieviti (W34/70 e S189). Il risultato è una birra da 12° Plato, caratterizzata da aromi di crosta di pane e complesse note di caramello, con un ingresso dolce che si articola tra diverse tostature dei malti e un taglio moderato di amaro accompagnato da una discreta secchezza finale. Anche Alessandro Reali, birraio di Otus, è al pari di Angelo un amante delle basse fermentazioni europee.
Meltz + Lieviteria
Ieri invece è stata annunciata la Grafen (4,8%), nata dalla collaborazione tra il giovane birrificio Meltz (sito web) e il già citato Lieviteria. In questo caso ci spostiamo idealmente in Germania, perché la Grafen appartiene alla contraddittoria famiglia delle Weizen, reinterpretata però nella variante bavarese detta Hopfenweizen. Si tratta di una declinazione luppolata della classiche birre di frumento tedesche, la cui incarnazione più conosciuta è probabilmente la Tap 5 di Schneider. In questo caso Cristian Bordonaro (Meltz) e Angelo Ruggiero hanno scelto come luppolo protagonista della ricetta lo Spalter Select, che conferisce delicati aromi agrumati ed erbacei, che si fondono con quelli di banana e chiodi di garofano tipici delle Weizen. Diverso dal modello di riferimento è invece il finale secco e moderatamente amaro, che snellisce la bevuta.
Birrificio Trunasse
Le Oyster Stout rappresentano una delle tipologie brassicole più strane, affascinanti e meno conosciute in assoluto. Fa dunque sempre un certo effetto quando un produttore italiano annuncia una birra del genere, cosa accaduta recentemente con il Birrificio Trunasse (sito web). La Ostrica nella Perla (4,8%) è quindi una classicissima Oyster Stout, realizzata con l’impiego delle rinomate ostriche che aggiungono un tocco salmastro al tipico profilo organolettico di una Stout. Perfetta se spillata a pompa – come capita presso la tap room di Trunasse – la Ostrica nella Perla ammalia per il suo carattere old fashioned e il corpo morbido e avvolgente. Come abbinarla? All’Osteria della Torre è stata affiancata a un’audace una tartare di fegatini e ostriche!
Birrificio del Golfo
Chiudiamo con un salto a La Spezia dove il Birrificio del Golfo (sito web) ha deciso di festeggiare il suo ventesimo compleanno organizzando il One Shot Beer Festival – Palio Edition. L’iniziativa consiste in una serie di eventi organizzati presso le diverse borgate della città, con una birra inedita prodotta per ciascuna tappa. Sabato scorso è stata presentata la Venera Azzurra (5,3%), una White IPA agile e rinfrescante, mentre nelle settimane precedenti hanno visto la luce la Lerici, la Canaletto, La Spezia Centro, la Cadimare, Le Grazie e altre birre ancora. Sulla pagina Facebook del Birrificio del Golfo trovate tutti gli aggiornamenti.