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Che 2013 birrario è stato – I risultati

previsioni-2010Devo dire che quest’anno le festività natalizie cadono in maniera eccellente e quindi con pochi giorni di ferie potrò permettermi una vacanza piuttosto lunga 🙂 . L’unico inconveniente (se così vogliamo chiamarlo) è che Cronache di Birra andrà in pausa con largo anticipo, costringendomi ad anticipare i tradizionali post del periodo. Oggi allora andiamo a verificare le mie e le vostre profezie per l’anno birrario 2013, che lasciammo su queste pagine dodici mesi fa. All’epoca vi siete sbizzarriti non poco e le tante cose accadute nel frattempo ci offrono la possibilità di divertirci nel verificare le previsioni. Partiamo…

I trend della birra artigianale in Italia

A differenza del 2012, direi che questo 2013 è stato piuttosto vivo, con novità che hanno avuto un impatto non indifferente sull’ambiente. La più importante è stata probabilmente quella rappresentata dall’aumento delle accise, che avevo ampiamente pronosticato a suo tempo. Previsione anche facile se vogliamo, visto che lo spauracchio era stata una costante dei mesi precedenti, e che infatti molti di voi avevano confermato: Kashmir, Velleitario, Riccardo, Vincenzo, GhostWriter, Claudio, Simone Monetti, Ale, Enrico Cornelli… insomma tutti (a parte qualche mosca bianca in errore 🙂 ).

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L’aumento delle accise ha fatto riaffiorare gli attriti tra Unionbirrai e Assobirra, ma soprattutto ha contribuito a uno dei fenomeni più interessanti del 2013: l’ingresso della birra artigianale nella politica italiana. E non solo per questioni meramente finanziarie: vi ricorderete che a metà novembre è stata presentata una proposta di legge regionale denominata “Norme in materia di Birra Artigianale Piemontese”. Una novità che nasconde luci e ombre, dove – tanto per non smentirci mai – le seconde potrebbero essere più numerose delle prime.

Di conseguenza negli ultimi mesi è tornata di gran carriera la questione della definizione di birra artigianale, fino alla recentissima notizia della determinazione direttoriale dell’Agenzia delle Dogane, che ha ufficialmente riconosciuto la fattispecie del microbirrificio – oltre a stabilire alcune apparenti semplificazione riguardo alla sua apertura e gestione. L’unico di voi che citò qualcosa del genere fu Angelo Jarrett, con un eloquente “arriva la disciplinare sulla birra artigianale italiana”.

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Sul fronte del mercato l’apertura di nuovi birrifici è proseguita al solito ritmo impressionante, visto che nell’arco di un anno siamo passati da circa 510 aziende alle attuali 630. Molti di voi avevano immaginato invece un rallentamento della crescita, mentre chi aveva creduto nell’ascesa è riuscito anche a indovinare il costante spostamento delle proporzioni dai birrifici alle beer firm.

A livello di altri trend segnalo la previsione di Rauchloverbier, che aveva pronosticato la nascita delle birre dei frati di Norcia, e quella di Adriano, che aveva profetizzato un aumento considerevole di sour italiane – e tra Gose, esperimenti acidi e birre alla frutta non gli si può dar torto. Doppio colpo per Enrico Cornelli, che dodici mesi fa aveva lanciato due possibili novità: l’aumento delle esportazioni italiane all’estero e, soprattutto, dei reality show sulla birra. Non sarà un reality, ma sicuramente il programma televisivo di Brewdog si avvicina molto al concetto.

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Infine relativamente ai locali, segnalo che Carletto aveva previsto lo sviluppo dei beershop con impianto di spillatura, mentre Adriano l’aumento dei locali “gastrofighetti”, con servizio non sempre impeccabile e scarsa conoscenza del prodotto. Luci e ombre anche qui dunque, ma sono le conseguenze dei fenomeni di successo.

I trend della birra artigianale nel mondo

Non mi sembra che quest’anno ci siano state grande novità dall’ambiente brassicolo internazionale. Personalmente avevo parlato di birrifici USA impegnati in birre in “stile italiano” o ancestrali (tipo Dogfish Head), ma non ci sono stati segnali concreti in questo senso. Sono stato molto più profetico quando avevo scritto del possibile ritorno dell’Inghilterra come nazione di riferimento per il movimento brassicolo mondiale e il calo di interesse per i prodotti danesi e scandinavi.

Da parte vostra segnalo la profezia di Carletto, che aveva previsto una crescita costante del movimento inglese trascinato da Londra, e quelle di chi aveva previsto un interessamento verso nazioni brassicole emergenti (Gennaro aveva giustamente accennato a una aumento dei birrifici in Spagna).

I birrifici italiani in evidenza

I concorsi internazionali sono stati molto generosi con i nostri birrifici quest’anno, facendo registrare alcuni risultati impressionanti. Il Ducato si è confermato al top tra i produttori “da concorso”, ma si è trovato in buona compagnia. Segnalo allora le belle prestazioni di Elav, B94, Foglie d’Erba, Tenute Collesi, Croce di Malto e dei giovanissimi Birra Perugia e Batzen Brau. Nei contest italiani invece è da ricordare la proclamazione di Baladin come Birrificio dell’anno nel concorso Unionbirrai e la vittoria di Retorto al Ciba di ADB. In molti di voi avevano ovviamente puntato sul Ducato, ma anche su Foglie d’Erba. Personalmente avevo previsto l’immancabile exploit del birrificio di Giovanni Campari, mentre avevo inserito anche B94 tra gli altri nomi meritevoli di attenzione.

La sfera di cristallo

I pronostici più pazzi hanno offerto belle sorprese, rivelandosi in alcuni casi perfettamente azzeccati – spero che non abbiate barato! Così Riccardo aveva previsto l’apertura di un vero brewpub a Roma – cosa che è avvenuta nelle scorse settimane e di cui spero di riuscire a scrivere a breve – e Patrick Bateman l’annuncio di un futuro Brewdog Bar nella Capitale. Aggiungo anche la perla di Ale, che aveva immaginato l’ingresso nella “redazione” di Cronache di Birra di uno o più collaboratori: l’avvento della rubrica di Marcello Mallardo ha confermato la sua previsione.

Da parte mia avevo sfidato la sorte immaginando la nascita della squadra di calcio di Brewdog, quella di una nuova associazione birraria e l’elezione di Teo Musso ad assessore all’agricoltura nella provincia di Cuneo. Direi che ho sbagliato su tutti i fronti 🙂 .

I migliori nostradamus birrari

E quindi non rimane che incoronare i migliori nostradamus in base alle vostre previsioni. Direi che Adriano e Angelo Jarrett meritano una menzione – quest’ultimo aveva anche previsto che il numero dei micro sarebbe arrivato a 600 – ma quello che ha mostrato le migliori abilità premonitrici è stato Carletto: oltre a quanto riportato, aveva anche indovinato la continua ascesa delle beer firm. Anche se poi aveva concluso negando il possibile aumento delle accise 😛 .

Per le previsioni del 2014 aspettate ancora qualche giorno, quando scriverò un post specifico. Per il momento non posso che farvi i complimenti 🙂 .

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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12 Commenti

  1. Oltre a quella sui frati di Norcia ho azzeccato pure la situazione tedesca. Qui in effetti stanno iniziando a spopolare ipa, doppel ipa, imperial stout, porter… E c’è un fermento sui canali di informazione (giornali, tv, radio e magazines) che in Italia ci sogniamo.

    ps: Ho avuto poi il piacere di provare le due Nursia, che non mi dispiacciono affatto. Qualcun altro ha avuto modo di berle?

  2. Grazie per la mInzione! 😀
    Comunque io ero assolutamente convinto della cosa, non la ritenevo affatto una previsione pazza. Non poteva finire altrimenti, continuavano (continuano) ad aprire cani e porci, poteva mai non sfruttare un terreno del genere Brewdog?
    Chissà se mi ci farebbero lavorare… devo chiedere. 😉

  3. “Aggiungo anche la perla di Ale, che aveva immaginato l’ingresso nella “redazione” di Cronache di Birra di uno o più collaboratori: l’avvento della rubrica di Marcello Mallardo ha confermato la sua previsione.”

    Ma parli di me? 😀

  4. Ciao, mi hai lasciato con la curiosità: l’apertura di un vero brewpub a Roma.
    In attesa dell’articolo che scriverai, puoi indicare almeno il nome e la zona di apertura?

    Ciao
    Carlo

  5. Grazie.

    Non so perchè lo definisci primo vero brewpub (non ci sono mai stato) ma per questo aspetto il tuo prossimo articolo.

    Ciao e Buone Feste

    Carlo

    • Sì beh sono stato un po’ sbrigativo con la definizione, dovevo aggiungere “urbano”, visto che dentro il raccordo c’è solo Atlas Coelestis (che è più un ristorante con produzione brassicola interna) e Eataly Birreria (che è un mondo, non solo un brewpub).

  6. Ah…. E io che pensavo che il 4:20 producesse all’interno del locale. Avevo capito male e no n avendo modo di girare ancoranon ci sono andato. Ciao

  7. Andrea, se la fonte della cifra 630 è microbirrifici.org, come credo, sii conscio che il valore indica i birrifici listati, ossia anche quelli elencati come chiusi, che al momento sono 69.
    Quindi i birrifici in attività elencati sarebbero 561, compresi i beerfirm.
    Il dato attuale è comunque stimabile maggiore di 561, perchè il sito non ha ancora registrato altri birrifici appena aperti e da verificare, nonchè alcuni in via di apertura.
    Per la precisione, Davide Alfredo Giuseppe Maria Bertinotti.
    Buon Natale a tutti.

    • Ciao Davide, sì la fonte è Microbirrifici e so bene che indica tutti i birrifici, compresi i non operativi.
      Buone feste a te!

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