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Italia Beer Festival Roma 2012: il mio resoconto

Negli scorsi giorni ho spiegato come l’edizione 2012 dell’Italia Beer Festival di Roma sarebbe stata piena di novità. Ora che la manifestazione si è conclusa, possiamo affermare che una “non novità” sono state le condizioni meteorologiche, anche stavolta piuttosto deprimenti. La pioggia incessante di tutta domenica e i nuvoloni di sabato hanno diradato i dubbi sulla scelta della nuova location al coperto: mi immagino cosa sarebbe successo se invece che all’Atlantico Live, anche quest’anno l’IBF si fosse tenuto presso Villa Piccolomini. Tra l’altro la scelta della nuova sede non mi è dispiaciuta: molto meno centrale ma più comoda (soprattutto in termini di parcheggio), con una chiara disposizione degli stand. Certo, nell’immaginario collettivo un festival birrario si tiene all’aperto, ma ci sono certi rischi che, come dimostrato, è pericoloso correre.

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Chiusa la parentesi iniziale, passiamo all’offerta birraria dell’IBF. Quest’anno i birrifici presenti erano 22, un numero considerevole, ben diviso tra nomi vecchi e nuovi. Molti i debuttanti all’edizione capitolina della manifestazione, che hanno aggiunto interesse a una selezione sicuramente di livello. Come spiegato nel dettaglio la scorsa settimana, l’IBF è stata per molte aziende l’occasione di presentare novità assolute o comunque produzioni inedite per il mercato romano. La qualità degli assaggi è stata media: personalmente ho trovato poche cose davvero esaltanti, alcune cose imbevibili o non in perfetta forma e una marea di birre più o meno interessanti.

Tra le tantissime novità presenti la mia personale palma d’oro va alla birra con farro e lenticchie del birrificio Svevo – ancora non ha un nome definitivo. Se mi leggete, sapete con quanta perplessità solitamente mi avvicini alle birre con ingredienti strani. Nella fattispecie, invece, la creazione di Vito Lisco mi ha conquistato subito: è una birra al farro fresca e dissetante, senza quella nota acidula e astringente che di solito apporta l’impiego di questo frumento. La dolcezza la fa da padrone, ma poi viene ben bilanciata da un finale discretamente secco, caratterizzato da una nota speziata data dalle lenticchie. Le leguminose in realtà sono impiegate in quantità ridotte, appaiono poco avvertibili se non con un tocco speziato che si ritrova anche al naso. Una birra ottima per l’estate, ça va sans dire.

Per quanto riguarda le altre novità, buone le due one shot di Toccalmatto (ho apprezzato soprattutto la Cecco Beppe, una Vienna), ottima la NEOS di Turan, così come la AES di Siebter Himmel. In particolare, il produttore di Carnago (VA) sta rivedendo completamente la propria gamma alzando costantemente l’asticella della qualità: il merito è del birraio Nicola Grande, che sta lavorando con attenzione sulle ricette. Sempre di Siebter Himmel segnalo la Nuce, una convincente appartenente allo stile Dubbel, spesso snobbato da tanti birrai italiani.

Tra i vari assaggi mi ha piacevolmente impressionato la Vlad del BQ, nuovo nato tra le tante attività di Paolo Polli. Un’APA profumata e non particolarmente amara, ideale per chi ama le note dei luppoli americani senza che debbano necessariamente tradursi in IBU devastanti. Un birrificio debuttante questo BQ, così come il neonato Retorto, che ha dimostrato di avere subito buone carte da giocare nel settore. Per molti ha rappresentato la novità più interessante: in effetti ha una gamma di birre già piuttosto valide, tuttavia credo che le ricette siano ancora d’affinare per raggiungere livelli d’eccellenza. Sia chiaro, è un birrificio appena partito e la qualità è già ottima, sarà dunque interessante verificare come evolverà, considerando anche che può giovarsi di una grafica curata e divertente.

Cito poi altri assaggi che mi sono piaciuti particolarmente: la Marsilia di Amiata, un po’ giovanotta ma già incredibile, con il suo assurdo profilo aromatico dato dall’impiego di sale e coriandolo; la Cherry Lady di Foglie d’Erba, vincitrice del premio di migliore produzione del festival; la Sora Ciace di Birrone, un esperimento single hop sorprendente per il modo in cui è stato concepito; la 10 e Lode barricata di Opperbacco, una bomba di eleganza.

Tante conferme dai nomi più consolidati (Toccalmatto, Brewfist), mentre è stato piacevole vedere come birrifici relativamente nuovi continuino a crescere (Maneba, Math, Croce di Malto).

Birre a parte, mi pare che il festival sia andato alla grande, nonostante un’affluenza leggermente inferiore allo scorso anno. In generale si è vissuta una bella atmosfera come sempre, soprattutto domenica quando le panche sono state posizionate al centro del padiglione causa pioggia: un piccolo dettaglio, che però ha dato l’idea di un festival birrario più che di una fiera, a vantaggio dell’atmosfera generale.

Ottima organizzazione, file più che gestibili (anche se ho appositamente evitato la calca di venerdì e sabato sera), situazione rilassata e divertita. Nel pomeriggio di domenica ho preso parte alla tavola rotonda su distribuzione e comunicazione della birra, di cui probabilmente scriverò nel dettaglio nei prossimi giorni.

Nel complesso, l’IBF si conferma un valido evento anche nella sua incarnazione romana, mediante il quale calarsi per qualche giorno nel meraviglioso mondo della birra artigianale italiana. Complimenti dunque all’Associazione Degustatori Birra per l’ottimo lavoro e in bocca al lupo per le prossime iniziative.

Chi di voi ha partecipato all’IBF? Impressioni?

 

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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43 Commenti

  1. ci sono stato venerdì pomeriggio, confermo la comodità assoluta della location, anche per chi è di roma! A me il festival è piaciuto molto, si respirava passione e l’atmosfera era davvero perfetta… ma ammetto di essermi da poco avvicinato al mondo della birra di qualità, quindi occorre di certo qualche commento più autorevole!

  2. Aggiungerei anche la White Ipa di Bad Attitude e la Bitterland di Doppio Malto. Mi aspettavo qualcosa di più dalla Laziale del Boa; decisamente sbilanciata su profumi e aromi di rosmarino…

    • Non sono riuscito ad assaggiare la Bitterland, mentre la White Ipa mi ha molto deluso (credo che non fosse in formissima quando l’ho provata). Sulla Laziale concordo pienamente.

        • Sicuramente forte il sentore di rosmarino, credo che abbia pesato la scelta di utilizzare l’intera pianta il che a mio avviso ha rilasciato anche parecchie note di resina. Vero è pure che a bilanciare doveva pensarci il carciofo il cui potere amaricante forse s’è mostrato un po’ debole. Una birra sbilanciata ma migliorabile. Spero decidano di rifarla, facendo tesoro del risultato della prima cotta.

          • Si,
            il carciofo era veramente evanescente (mi era venuto il dubbio quasi che proprio non ci fosse ).

  3. Ho partecipato al IBF solo sabato pomeriggio. Atmosfera piacevole, location comoda anche se il panorama di villa Piccolomini era impagabile. Nelle 3 ore di permanenza al festival ho assaggiato poche birre (ahimè 5 in tutto) e nessuna mi ha impressionato particolarmente. La migliore che ho assaggiato è una bitter di un birrificio che non conoscevo e di cui non ricordo il nome (lo stand era al centro della sala) che ho trovato complessivamente molto elegante ed equilibrata (nonostante l’uso di luppoli americani). Mi ha invece un po’ deluso la one shot di toccalmatto e la 10 e lode barricata di opperbacco che stranamente mi ha “stancato” dopo qualche sorso. L’ultrasonica di Turan è sempre una piacevole conferma!

        • Vabbè, manco sai di che parli.

          Un ragazzo allo stand mi ha dato la definizione “molto elegante” che qua ho ritrovato (e che mi ha riempito di orgoglio, ma tranquillo, le mie birre fanno cagare così sei contento).

          Avendo pure un nome di birrificio poco memorabile e una posizione centrale volevo verificare fosse lui. Anche per ringraziarlo dei commenti fatti.

          Rilassati schigi, non devi sempre abbaiare.

  4. Bellissima esperienza anche quest’anno l’Ibf romano. Sono in linea con te sulla valutazione di alcune birre. Forse meritavano una menzione nel post anche anche Maiella e soprattutto il Geco che s’è piazzato sul podio con la sua Pecora Nera (milk stout) ed aveva una splendida Pilsner, che sabato ha dato il via ai miei assaggi.

    Sempre in merito alla competizione, trovandomi in giuria, è stato curioso notare che, a mio modestissimo parere, mancavano in concorso delle vere chicche, forse “sottovalutate” dagli stessi birrai. Da notare inoltre la totale assenza di Ipa e Apa tra le prime classificate, un risultato che stride con la tendenza del mercato romano che fa di Roma capitale del lupplo.

    • Sottoscrivo il tuo ultimo pensiero. Mentre ieri tornavo a casa riflettevo proprio su quante birre luppolate fossero davvero interessanti, e secondo me l’incidenza non era assolutamente alta. Non basta buttare luppolo per fare una buona IPA, APA o variazioni sullo stile. Sono in pochi ad essere maestri nel luppolo, e i nomi sono ben conosciuti. Evidentemente quando la giuria di Birra dell’Anno decise di non assegnare il primo premio nella categoria, non aveva tutti i torti…

    • Ciao Salvatore,
      forse ne ho parlato proprio con te o con un altro degustatore adb della faccenda delle chicche non presentate e si parlava, tra le altre della mia AES Belgian Special che ha sorpreso tanta gente. Grazie dei complimenti a tutti voi: li userò come energia per fare sempre meglio.

  5. La location mi è piaciuta!
    Riguardo invece i prodotti migliori che ho potuto provare in un solo pomeriggio, ecco la mia personalissima classifica:

    – al PRIMO posto: le crocchette! Con pezzetti di prosciutto cotto e con un piccolo cuore di mozzarella filante! Prese più volte, sempre calde e perfette! Due (piccole) ad 1 euro.
    – al secondo posto: i supplì! Stavolta è uno solo, ma è più grande. Ottimo il sugo e la cottura del riso. Se la batte con le crocchette ma l’ho trovato un pò salato.
    – al terzo posto: la Nuce, finalmente una Dubble! E il birraio è molto simpatico e disponibile alla chiacchiera.
    – a seguire, un mix tra birre nella media e una discreta quantità di birre svuotate nel pratico (finalmente pratico!!) lavabicchieri. In questo gruppone si distinguono positivamente, oltre a poche solite note, la Cascadian Lager de Il Birrone e la Marsilia di Amiata.

    Chi vuole intendere intenda, tutti gli altri in camper!

  6. Sicuramente una valida manifestazione. Bell’ambiente, buona organizzazione e tanta passione, una grande opportunità insomma. Nonostante io sia un neofita del mondo birraio concordo sul pensiero espresso nell’articolo inerente la qualità generale. Mi spiego. Tante birre buone, interessanti, però è stato difficile trovare un prodotto che mi abbia emozionato. Nel mondo della birra artigianale nostrana, in forte crescita, forse non è così scontato trovare compiuta, qualitativamente ed artisticamente parlando, la realizzazione di un prodotto fuori dagli schemi , caratterizzato da un tocco personale e maturo, in grado di contraddistinguere il prodotto stesso dalla “massa artigianale ” e di valorizzarlo. Forse nel tentativo di intraprendere il valoroso cammino delle personalizzazione e della creazione, che probabilmente non è omogeneamente maturo, paradossalmente si può finire con il confondersi con la massa da cui ci si vuole distinguere. In parallelo, nelle numerose varianti di ciascun birrificio, penso sia difficile trovare un numero sostanzioso di birre che incarnino, senza troppe pretese, l’anima di uno stile birrario e che quindo riescano a rimanere impresse nel bevitore, come un simbolo dell’immaginario. O forse devo bere ancora molte birre…. 😀

  7. Per me Croce di Malto sta raggiungendo livelli di altissima Qualità! Complimenti davvero!
    … e complimenti invece al Ducato per Viaemilia Silver medal alla World Beer Cup 2012!

  8. Gran bell’evento. Location perfetta (e ieri ce ne siamo accorti tutti) e stand interessanti. Sono arrivato sul tardi, ma non mi sono fatto mancare nulla. Mi ha stupito il birrificio Birrone, ottime birre di ispirazione tedesca. Solitamente i tentativi italiani di riprodurre pils/weizen et similia non mi convince mai appieno, invece la loro hell, la dunkel e la weizenbock erano davvero degne di nota. Fantastico anche Sibter Himmel e non vedo l’ora di stappare la loro tripel. Tra le birre più interessanti provate sicuramente la Temporis di Croce di Malto e l’Abboccata di Birranova. Già non vedo l’ora che arrivi l’edizione 2013 🙂

  9. Forse non è una novità ma io non riuscito a fare a meno della Cibus di Birrone (presa due o tre volte). Da appassionato dello stile la trovo semplicemente fantastica, fresca densa e cremosa, per niente beverina o sciacquata (come altre Weisse presenti).

  10. Andrea,
    brevemente dico due cose visto che ero al mio primo IBF da birraio pro.
    Innanzitutto grazie della visita e delle degustazioni che riservi alle mie birre sempre con la stessa equità di giudizio.

    Parlando invece delle birre che ho bevuto, sono d’accordo con te sulla Neos di Turan e rilancio. Secondo me la miglior American IPA, con un malto nettamente in evidenza e mai troppo sovrastato da luppoli che c’erano ma non erano anestetizzanti (IMHO) come nelle american che sono presenti.
    Poi…per quel che ho potuto, ho assaggiato la Stout di Math e anche quella mi è piaciuta.
    La Saison di Croce di malto, la kriek di Foglie d’erba (mado’ che buona), la weizenbock di Birrone, la APA e la bitter di BQ, la decennale di Svevo tutte buone.
    E poi ancora le birre assaggiate dai vicini di stand di Opperbacco, delle quali preferisco alla grande la 10 e lode barrique, ancora Turan con la Stout, la Belgian Strong di Maneba, la Belgian IPA di Karma e…boh, altro non ricordo bene.

    ciao ciao e grazie a tutti gli altri per i complimenti

    nix

  11. ciao ..io ho partecipato sabato nel primo pomeriggio… devo dire che di qualità a livello di birrificio ce ne stava tanta ma mancava qlks a livello di birre.. la salute delle presenti penso che non era a livelli altissimi …sono riuscito ad assaggiare parecchie cose…Opperbacco è sempre un leader; foglia d erba non mi ha entusiasmato 2 birre su 3 non mi sono piaciute(dalla joyce mi aspettavo piu personalità un altra non stava bene..l unica era la CherryLady); un po deluso da Toccalmatto; Amiata si è messo in luce un altra volta, dopo la RyeCccomi ha tirato fuori la Marsilia che è sicuramente nella top 3 della rassegna ;Retorto mi ha dato un ottima impressione ,birre non da primo della classe ma per un birrificio nato legalmente due giorni prima della rassegna ha fatto veramente un bel lavoro…diamogli tempo!!!bene pure DoppioMalto !Sinceramente immaginavo di trovare qualche bella Ipa o almeno Apa …vabbè!!
    la Location alla fine s’è rivelata azzeccatissima…. visto il tempo… poi ha evitato problemi di parcheggio che non è poco…

  12. Concordo con tutti i post precedenti, ma devo dire che nel mio personale podio metto anche la Niura del birrificio Bustone, birra che mi ha sorpreso e che mi ha fatto imbarcare in una “verticale” sul birrificio che non conoscevo. salvo poi rimanere leggermente deluso da altre produzioni e ritornare sulla Imperial Stout che secondo me merita davvero una buona bevuta. Per il resto essendo appassionato di Session Beer ho goduto come pochi a sgargarozzarmi 3-4 mandate di Pecora Nera.
    Mensione speciale : le due vecchiette inglesi presenti il sabato pomeriggio, una delle due con la bombola dell’ossigeno che beveva ingenti quantità di birra con la cannuccia!!!
    Per la location, devo dire che continuo a preferire villa piccolomini, anche se quest’anno ci ha detto bene, visto il tempaccio. Forse bisognerebbe valutare la possibilità di “vederci” in una villa montando dei tendoni modello festa dell’unità che all’occorrenza possono essere “aperti”. In quel caso villa piccolomini andrebbe bene: gli stand sotto le tettoie e gli sbevazzoni con l’ancora di salvezza del tendone.
    In mezzo al verde mi viene più sete 🙂

  13. Anche per me è stato il primo Beer Fest organizzato dall’ADB. Sono assolutamente soddisfatto: è stata una bella esperienza e ritengo che il livello medio dei birricifi non fosse assolutamente scarso, anzi tutt’altro.
    Personalmente ho avuto modo di (ri) apprezzare la “Pecora Nera” dei ragazzi, tra l’altro simpaticissimi e davvero gentili, del birrificio Geco; la ritengo anche superiore alla Fear di BF, che pure è uno spettacolo. Altra birra che si è fatta apprezzare, e non poco, è stata la Buccefalo (Maiella): l’ho “degustata” parecchie volte, una birra non banale. Concordo con Andrea sulla birra al Farro&Lenticchie di Svevo: gusto intenso, molto bilanciato, mi dispiace solo perchè non credo sia stata apprezzata come avrebbe dovuto (ma ciascuno ha i propri gusti).
    A livello di birrifici, tranne il neonato BQ, gli altri mi era più o meno noti. La vera sopresa, e qui rivelo la mia ignoranza, è stato “Birradamare”: bel birrificio, ho chiacchierato piacevolmente con i ragazzi, e con birre che non mi sono assolutamente dispiaciute. Tra tutte la RAAF (smoked) e la NERA (Swhartz)…
    Insomma… sono davvero soddisfatto: unica nota dolente il cibo… (ho preso le Salsicce di Norimberga 4€: praticamente inesistenti…)

    P.S. complimenti a te, Andrea, per tutto il lavoro che fai….!!

  14. Ho provato solamente i birrifici che non conoscevo e mi ha sorpreso l’ottimo livello, magari non c’erano tante eccellenze, ma certamente una buona media. Tra quello che ho provato su tutte metterei una della Maneba (non ricordo il nome purtroppo, 8 gradi) e la Neos di Turan. Mi ha un po’ deluso la Lenticchie e farro di Svevo. A mio avviso il catering rimane il punto negativo di questa bella manifestazione, possibile che non si riesca ad alzare il livello qualitativo del mangiare?

  15. Salve, ringrazio molto tutte le persone che sono passate dal nostro stand e chi ha voluto menzionarci, per noi è importante avere feed back sia positivi che negativi.
    Senza voler fare polemica ma solo un confronto costruttivo, mi chiedo, anzi, vi chiedo, quale sia il vostro concetto di IPA/APA. Insomma perchè quelle presenti non sono state giudicate sufficientemente all’ altezza. Io ne ho assaggiate diverse e le ho trovate ottime e aderenti allo stile. Quindi sinceramente non sò cosa pensare se non che cmq per quanto mi riguarda, di Ryeccomi ne ho fatto fuori i 75 lt che avevo portato, penso Toccalmatto e BF abbiano fatto almeno il doppio. Tra chi se ne intende e scrive e chi non se ne intende o non scrive c’è cosi tanta differenza? La domanda è: come deve essere una birra in questo stile secondo voi? Vi faccio un esempio, noi abbiamo la contessa che è giudicata una discreta birra ma spesso sento dire che non ha il carattere giusto delle APA, facciamo la Ryeccomi (90 di IBU) e viene fulminata sia alla fiera che al macchesietevenutiafare e il livello non è ancora sufficiente. Mettiamo pure che possiamo risultare poco interessanti ed è più che legittimo, ma insomma vorrei proprio capire quale sia questa IPA/APA che deve ancora nascere..

      • Grazie stefano, poi se sei a sartirana la riassaggiamo insieme, dovrei esserci a scanso imprevisti. Io chiedo questo perchè alla fine non capisco cosa si pretenda da una IPA/APA. Con tutta onestà non ho neanche compreso l’ atteggiamento dei giudici a birra dell’ anno..cosa si è voluto dimostrare poi. Di IPA ce n’erano e buone..non sò,mi pare che si vada da un estremo all’ altro, ma nessuno dice cosa vuole di preciso, tanto per fare chiarezza tutto qui.

        • Quoto Stefano. La Ryeccomi non è stata tra i miei assaggi all’IBF, perché l’avevo già provata a Rimini (con grande soddisfazione, come scrissi) e perché… beh ad assaggiare tutto non ce la si fa proprio. Per questo probabilmente (anzi sicuramente) non ho provato tutte le IPA/APA presenti, dunque il mio discorso si limita agli assaggi.

          Cosa si vuole da un’IPA/APA? Posso rispondere per me, nel modo più ovvio che esiste: che sia una birra buona. In un momento in cui le luppolature generose sono di moda (quindi parliamo anche di Belgian IPA), vorrei che una birra di questa categoria sia in grado di emergere decisamente dalla massa. Che sia il frutto di una ricetta davvero studiata, e che, in special modo, nasca da una voglia genuina del birraio di fare qualcosa del genere. Molte volte mi sembra che nascano più dalla richiesta del mercato che dal desiderio del birraio, rivelandosi magari timide, o anonime, o non armoniche, o addirittura senza senso. Sempre secondo me, ovviamente.

          • All’IBF non c’ero, ma vorrei dire che le Rye sono uno stile che mi sta soprendendo davvero positivamente; soprattutto quando costruito con luppolature “moderne”

            Sulle Apa forse ci si dovrebbe applicare più nella ricerca dello stile originario (non è una IPA in downgrade e forse nemmeno il contrario.); sulle ipa quasi tutti i birrifici italiani dovrebbero fare un passo indietro per ritrovare bevibilità (forse sono impegnati a farle “beverine” lol) e armonia.

        • sì un salto penso di farlo

          nella Ryeccomi si sente la mano di Mike, credo di non sbagliarmi nel dire che voi in genere cercate meno gli estremi. ma ci sta tutta, a me a Rimini è piaciuta

          sui giudizi hai pienamente ragione, se uno ti critica hai tutti il diritto di chiedere con cortesia cosa non c’è di convincente: anche chi scrive ha dei doveri. posto che è sempre valido anche il gusto personale, declinare le proprie impressioni male non fa

          su Birra dell’Anno bisognava esserci. se la batteria di birre non era in forma ci può anche stare, se guardi alcuni stili inglesi non vengono assegnati ogni tanto al GABF, per capirci. ma appunto, chi non c’era non può sapere. poi, come ho già detto molte volte, secondo me in Italia c’è un po’ la tendenza a chiamare IPA tutto quello che ha dentro tanto luppolo, mentre le IPA (americane e britanniche) sono uno stile codificato e abbastanza preciso e ci sta che un giudice, specie straniero, possa penalizzare la non aderenza. non so cmq se questo sia il caso di Birra dell’Anno, vista la flessibilità di categorie forse non è quello il punto

    • Provo ad interpretare il pensiero: non che il livello sia basso, ma si fatica a trovare qualcosa che “emerga dalla massa” visto il gran numero di birre di questi stili presentate..anche se non mi trova totalmente in accordo (c’erano un paio di IPA ben fatte), credo che il pensiero sia condivisibile..
      Il fatto che se ne venda in grande quantità non può essere l’unico indice di qualità..

    • Assaggiata al Macche la Ryeccomi, gran bella birra,tanto è vero che ne ho abusato. Anzi se ne avete ancora delle bottiglie in disponibilità o contate di metterla in linea sarebbe interessarne parlarne.
      Per quanto afferisce l’IBF l’ho lisciato (volutamente) per il secondo anno di fila perciò non posso esprimere giudizi a riguardo.

      Bruce

  16. Come membro dell’associazione degustatori di birra sono stato all’IBF tutti e tre i giorni..non ho assaggiato tutto purtroppo, ma da quello che ho potuto provare per me la qualità è migliorata rispetto allo scorso anno.
    Vorrei fare una menzione particolare al birrificio Geco: veramente buone tutte le birre, in particolare la Rubia (sabato era in uno stato di grazia, domenica un po’ meno 😉 ) e la Pecora Nera.
    Le altre che mi hanno colpito sono la Marsilia di Amiata, la Cherry Lady di Foglie d’Erba (ti prego continua con la sperimentazione sulle spontanee!! :p ), la Neos di Turan e la Mathias di Maiella.
    Concordo con chi ha detto che domenica è stato fantastico: il clima che si è creato con i tavoli sotto il tendone è stato bellissimo..forse si potrà replicare il prossimo anno prevedendo entrambe le cose.
    Infine un commento sulla “macchina organizzativa”: volevo ringraziare tutte le ragazze/i ragazzi che hanno collaborato alla riuscita dell’evento..ottimo lavoro!!!

    • No, hai scritto:

      “in effetti belle ipa o Apa non ce n’erano affatto”

      Che è un po’ diverso.

      E come se Gennaro avesse scritto:

      “non c’era una birra di stile Belga degna di questo nome”

  17. Il birrificio Geco mi ha veramente stupito. Non lo conoscevo ed è stato l’unico le cui birre, tra quelle che ho assaggiato ( che poi non sono state cosi tante ) ad invogliarmi a berne ancora ed a emozionarmi. Veramente complimenti !

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