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Le migliori birre del 2023 (secondo noi)

L’ultimo venerdì dell’anno coincide con il nostro ultimo articolo del 2023, che come di consueto dedichiamo alle migliori bevute della redazione nei passati dodici mesi. Seguendo quella che è ormai una tradizione consolidata, abbiamo chiesto ai nostri collaboratori di indicare le loro cinque migliori birre dell’anno, elencandole senza un criterio preciso a parte la prima, considerata migliore in assoluto (e accompagnata da una breve descrizione). Come sempre nella scelta ha pesato il contesto della bevuta, il trasporto emotivo del momento in aggiunta alle sensazioni meramente organolettiche. Cinque birre per undici collaboratori: la lista in realtà non è composta da 55 birre perché alcune sono ripetute – alcuni di noi hanno avuto la fortuna di assaggiare alcune chicche insieme. Il risultato è un elenco variegato e interessante, grazie al quale è possibile giungere ad alcune conclusioni. Qual è ad esempio il migliore birrificio italiano del 2023 per la nostra redazione? Dalle indicazioni che seguono la risposta è piuttosto scontata. Chiudiamo l’anno così e vi auguriamo un sereno 2024, ne abbiamo tutti bisogno.

Andrea Turco

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  1. Dark KissCalibro 22 (Italia)

Il 2023 è stato un anno complicato, ma in termini di assaggi mi ha regalato molte soddisfazioni. Scegliere la bevuta migliore non è compito facile, dunque preferisco affidarmi alle sensazioni ambientali oltre a quelle puramente organolettiche. E allora la mia preferenza ricade sulla splendida Mild di Calibro 22 bevuta al Villaggio della Birra, una manifestazione del cuore che sono tornato a frequentare dopo alcuni anni, scoprendo che nonostante il cambio di location il festival non ha perso il suo fascino. La Dark Kiss ha inoltre riassunto il mio 2023 sotto vari aspetti: ha rappresentato una delle tante ottime bevute di stampo britannico di quest’anno e ha celebrato la collaborazione con Mercato Centrale, essendo stato Calibro 22 uno dei birrifici ospiti durante gli appuntamenti mensili degli ultimi mesi.

Alessandra Agrestini

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  1. Westmalle ExtraBrouwerij der Trappisten van Westmalle (Belgio)

Una foto suggestiva, che racconta molto dell’emozione che mi ha accompagnato durante questa visita speciale all’abbazia di Nostra Signora del Sacro Cuore a Malle, nelle Fiandre. Tutte le birre erano in gran forma, ma la Westmalle Extra alla spina era di un altro pianeta. Semplicemente perfetta.

Francesco Antonelli

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  1. Diodic DreamsMoksa (USA)

Quest’anno, a causa della sovrapposizione tra impegni vari, non sono riuscito ad andare a Eurhop. Nonostante ciò, il nome Moksa Brewing mi è rimasto in testa per i tanti elogi ricevuti da chi ha avuto la fortuna di provarlo durante il festival. Non sono un fan dell’hype, anzi, a volte quando un birrificio fa troppo hype tendo a evitarlo. Lo so, è una cosa stupida, ma mi prende così. Mesi dopo Eurhop sono capitato al Ma Che Sete Venuti A Fà, ho visto tra le spine una Double IPA di Moksa e l’ho ordinata. Così, di impulso, con molto scetticismo. È diventata istantaneamente la mia migliore bevuta del 2023. Forse, anche una delle migliori Double IPA che abbia mai assaggiato. Sono abbastanza convinto che si trattasse della Diodic Dreams, ma potrei confondermi con un’altra Double IPA, sempre di Moksa (feci la foto solo al bicchiere). Ma lo stupore resta.

Andrea Bedini

  1. ‘GustaMukkeller (Italia)

Belgian Ale o meglio… un cesto di frutta, matura e piacevole. Naso intenso, ampio. Sorso goloso e sapientemente bilanciato da una sottile nota di amaro. Ricordo questa bevuta con sincero piacere.

Davide Cappannari

  1. Best Bitter St Peter’s Brewery (Regno Unito)

Quest’anno ho assaggiato tante birre complesse e meravigliose, italiane e straniere, ma devo ammettere che l’esperienza che ho maggiormente apprezzato è stata riscoprire una birra che mi ha fatto innamorare del mondo alternativo alle produzioni industriali. Potrebbe sembrare una scelta banale, ma se oggi sono qui a scrivere di birra craft è proprio grazie alla St Peter’s Best Bitter: una birra semplice ed elegante, un perfetto esempio di stile. È stato come ritrovare il primo amore dopo vent’anni e non trovarlo invecchiato neppure di un giorno.

Salvatore Cosenza

  1. Piwo Grodziskie OryginalneBrowar Grodzisk (Polonia)

Complice qualche viaggio in zone a vocazione brassicola, nel 2023 ho avuto diverse occasioni di bere birre eccezionali. Le migliori bevute, però, le ho selezionate seguendo princìpi che vanno oltre la mera soddisfazione sensoriale, inserendo nella lista anche quelle birre che hanno soprattutto arricchito il mio bagaglio di conoscenze. Al primo posto non poteva che esserci questa Grodziskie. Stile ad alta fermentazione abbastanza raro, prodotto con frumento affumicato, originario della città polacca di Grodzisk Wielkopolski. Avevo già provato interpretazioni, più o meno fedeli, di questo stile, ma volete mettere la gioia di assaggiarne una “originale”?

Alessandra Di Dio

  1. Green LobsterAlder (Italia)

Bevuta fresca alla vigilia di Natale è forse l’antidoto migliore a un cenone con i parenti. Hazy IPA da 6,8% abv appagante, succosa, da fare il bis.

  • GregAlder (Italia)
  • Her Majesty the KellerCarrobiolo (Italia) in collaborazione con la torrefazione His Majesty the Coffee
  • BelkaMuttnik (Italia)
  • BB VerblondeBarley (Italia)

Fabio Marrale

  1. 1162 RauchfestbierHummel (Germania)

Del viaggio in Franconia non mi rimane solo uno splendido ricordo ma anche quella che considero la miglior birra bevuta nel 2023. Ancora mi aumenta la salivazione ripensando alla 1162 Rauchfestbier di Brauerei und Gastwirtschaft Hummel con il suo corpo caldo, leggero ed avvolgente e quel leggero affumicato che fa da ciliegina ad una torta monumentale.

Roberto Muzi

  1. Bruocsella Grand Cru 2020Cantillon (Belgio)

Fa parte del pantheon birrario dei classici, certamente, ma non si assaggia troppo di frequente. Il maestro Jean Van Roy realizza e propone una birra le cui minor carbonazione e maggiore “anzianità media” delle basi di assemblaggio la rendono peculiarmente diversa sia dai Lambic che dalle Gueuze: la maggiore “piattezza” le dona un approccio fatto di note aromatiche e gustative meno immediate e più profonde, costruite sulle sfumature di frutta secca e sulle zaffate ossidative, e la caratterizzano per una maggiore dose di intimità dall’anima vintage. Alla fine dell’anno, tra i resoconti birrari di ciò che è stato, voglio lasciare buona traccia di questa bevuta anche perché ha fatto parte del menu di un’indimenticabile cena-evento, interamente dedicata alla cultura birrogastronomica del Belgio, svoltasi presso lo storico Exodus pub di Genzano di Roma (RM). A ennesima e meravigliosa testimonianza di quanto sia importante il contesto dell’assaggio, per gli effetti che ha sulle percezioni e sui codici di lettura degli stimoli sensoriali, questa birra mi ricorderà per sempre il coinvolgente abbrivio della serata e uno strabiliante abbinamento con un fagottino di insalata alla belga e fontina (realizzato dallo chef di casa, Fabio D’Ettole).

  • Hummel KellerbierHummel (Germania)
  • ImbissAlder (Italia)
  • Orval 2020Orval (Belgio)
  • Nature Terra 2021Opperbacco (Italia)

Pierluigi Nacci

  1. La Vermentoise 2023 – Blaugies (Belgio) + Hill Farmstead (USA)

Plastico esempio di un lievito che, quando si esprime a dovere, dona rusticità a un bouquet fatto di frutta gialla matura, agrumi, camomilla e pepe bianco senza alcuna deriva olfattiva. Il tutto accompagnato da un corpo medio tendente al medio – lieve, una carbonazione abbastanza sostenuta, una lieve nota pepata ed una secchezza che invoglia un secondo sorso.

Niccolò Querci

  1. Contour IntervalWild East Brewing (USA)

Splendida Farmhouse Ale di uno dei birrifici che ho apprezzato di più durante il mio viaggio a New York. Assaggiata nella tap room di Wild East Brewing durante il mio tour dei birrifici di Brooklyn, è una Saison a fermentazione mista interamente brassata con grani e luppoli dello stato di New York e invecchiata in botte con metodo Solera. L’ho trovata molto rinfrescante con uno splendido bilanciamento fra acidità e “funkiness”, piacevoli note di legno, chardonnay, erbe e lime e un finale che invoglia a un’altra bevuta.

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Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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