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Non solo Boskeun: le altre birre di Pasqua (Paasbier) dei birrifici del Belgio

Con l’avvicinarsi della Pasqua, nei prossimi giorni potrebbe capitarvi di vedere foto o leggere riferimenti alla  Boskeun, la celebre creazione che il birrificio De Dolle rilascia ogni anno in occasione della Settimana Santa. La ricorrenza non è casuale e rientra nella consuetudine di produrre birre ad hoc per il periodo pasquale, soprattutto in Belgio. Queste produzioni, chiamate Paasbier (letteralmente “birre di Pasqua”), possono essere considerate le cugine povere delle Kerstbier: non per motivi qualitativi, chiaramente, ma solo perché appartenenti a una tradizione meno diffusa rispetto a quella analoga legata al Natale. Eppure, a parte la birra con il coniglietto di De Dolle, gli esempi nella cultura brassicola belga non sono pochi. Oggi entriamo nel dettaglio delle altre Paasbier, alcune abbastanza famose, altre praticamente sconosciute alle nostre latitudini.

Slaghmuylder’s Paasbier

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Impossibile non partire dalla Paasbier (5,2%) del birrificio Slaghmuylder, che in passato veniva citata come la prima birra di Pasqua in assoluto dallo stesso sito di De Dolle – oggi quel riferimento è scomparso, ma si può recuperare grazie a Internet Archive. Slaghmuylder, famoso soprattutto per la sua linea di birre Witkap, è un produttore situato a Ninove, comune sulle rive del fiume Dendre, nelle Fiandre orientali. È stato fondato nel 1860 e da allora è stato sempre gestito dalla stessa famiglia. Curiosamente la Paasbier della casa è una bassa fermentazione, con un carattere luppolato abbastanza deciso che conferisce note erbacee, speziate e floreali. È una birra rinfrescante e leggera, concettualmente agli antipodi rispetto alla muscolare Boskeun di De Dolle. Sembrerebbe più adatta al periodo, ma non dimentichiamo che il clima sotto Pasqua può cambiare velocemente (come stiamo sperimentando in questi giorni), soprattutto alle latitudini del Belgio. La campana che vedete ritratta in etichetta è un richiamo a una leggenda belga, secondo cui nei giorni precedenti la Pasqua le campane delle chiese scompaiono, per poi ricomparire la mattina della successiva domenica portando con sé cioccolato e uova.

St. Bernardus Paasbier

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Forse non tutti sanno che il birrificio St. Bernardus (sito web), celebre per alcune gemme brassicole come la Abt 12 e la St. Bernardus Wit, produce anche una birra di Pasqua. Si chiama semplicemente St. Bernardus Paasbier (7,7%) ed è una Belgian Dark Strong Ale ricca e opulenta, che ci riporta nel regno delle possenti alte fermentazioni del Belgio. Di colore marrone scuro e l’immancabile cappello di schiuma maestoso e marmoreo, si contraddistingue per una generale dolcezza, bilanciata solo in chiusura da un amaro neanche troppo nascosto. Nel profilo aromatico si ritrovano note di caramello, frutta secca e sotto spirito, miele di castagno, oltre a qualche piacevole sfumatura speziata che completa il bouquet.

Gouden Carolus Easter Beer

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Quella del birrificio Het Anker (sito web) è forse la Paasbier belga più facilmente reperibile in Italia, anche più della Boskeun di De Dolle. Se non andiamo errati la Gouden Carolus Easter Beer (10,5%) entrò in produzione a metà degli anni 2000 e nel tempo ha visto crescere leggermente il suo contenuto alcolico, che alle origini non raggiungeva la doppia cifra (9%). È anch’essa una Belgian Dark Strong Ale in perfetto stile belga, con un ventaglio aromatico ricco e intenso in cui il lievito ovviamente ricopre il ruolo da protagonista assoluto, accompagnato dal contributo del malto. C’è caramello, frutta rossa, pane tostato, ma soprattutto un carattere speziato evidente, in cui prevale soprattutto la liquirizia. L’alcol chiaramente non passa inosservato, scaldando la bevuta forse fin oltre le aspettative.

Gaverhopke Paasbier

Pochi appassionati italiani, anche tra quelli particolarmente esperti di birra belga, avranno sentito nominare il birrificio ‘t Gaverhopke (sito web) di Waregem. Fondato nel 1994 nel villaggio di Stasegem (Fiandre occidentali), fu rilevato nel 2007 e spostato otto anni più tardi nella sede attuale. Nella gamma è presente anche una birra di Pasqua, denominata semplicemente Paasbier (8%), che secondo la versione olandese di Wikipedia sarebbe una versione speciale della Blond della casa con l’aggiunta di spezie ed erbe. Il tenore alcolico sensibilmente diverso (6,8% contro 8%) rende poco credibile questa ricostruzione, anche perché la descrizione che ne fece nel 2008 Alberto Laschi su Inbirrerya sembra più adatta a una Belgian Golden Strong Ale, se non addirittura a una Tripel. Che siano aggiunte spezie è però inconfutabile, perché riportate in etichetta tra gli ingredienti (ma senza specificare quali nello specifico).

Altre Paasbier

Leggermente più conosciuto del precedente è il birrificio Den Hopperd, famoso soprattutto per la sua linea di birre Kameleon, tra le quali compare anche la stagionale Kameleon Paasbier (7%). Purtroppo online si trovano pochissime informazioni circa questa birra, se non che è di colore dorato e presumibilmente appartenente allo stile della Belgian Golden Strong Ale. Esistono poi alcune birre olandesi che si definiscono espressamente Paasbier, continuando dunque la tradizione delle birre di Pasqua. È il caso della Paasbier di Maasland (birrificio che però non è più attivo) o di quella di Sint Servattumus, una Belgian Dark Strong Ale prodotta con luppolo Saaz e senza l’aggiunta di spezie.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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