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Dal birrificio Foglie d'Erba la prima birra certificata PEFC

foglie_d_erbaFino a qualche giorno fa non sapevo minimamente dell’esistenza del birrificio Foglie d’Erba, situato nel comune di Forni di Sopra, in provincia di Udine. Inoltre, fino a qualche giorno fa non immaginavo nemmeno che una birra artigianale potesse fregiarsi della certificazione PEFC, marchio che viene rilasciato dall’ente omonimo a tutti quei prodotti che utilizzano elementi provenienti da boschi gestiti con determinati requisiti di sostenibilità. Come riportato da Ecoblog, la birra prodotta da Foglie d’Erbe è la prima in assoluto certificata PEFC.

Apparentemente qualcosa non torna: cosa ha a che fare una birra con i boschi? La risposta è da ricercare nell’aromatizzazione di alcune delle birre del produttore in questione, che utilizzano resina e aghi di pino. Il birrificio Foglie d’Erba si distingue proprio per la realizzazione di uno stile del tutto personale, ribattezzato Mountain Ale perché impiega ingredienti provenienti dai boschi del Parco delle Dolomiti Friuliane.

Ecco che allora la loro ambrata, la Mountain Herb Ale, è prodotta con l’impiego di resina di Pino Mugo certificato PEFC e raccolto in maniera sostenibile nei boshi del parco naturale. Il resto degli ingredienti è più canonico: malti belgi e tedeschi, frumento non maltato, luppoli sloveni, boemi, bavaresi e americani. Anche la Mountain Pale Ale può fregiarsi della stessa certificazione, visto che prevede il ricorso ad aghi di Pino Silvestre provenienti dal medesimo parco, oltre a due diversi malti d’orzo, malto caramello, luppoli bavaresi e boemi, acqua di montagna.

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Accanto a queste produzioni più particolari, troviamo anche due classici della tradizione brassicola europea: una Porter e una Pils. Le birre marchiate PEFC sono state recentemente presentate all’incontro annuale dei segretari dell’ente omonimo, riscuotendo un buon successo.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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15 Commenti

  1. Due prodotti che mi incuriosiscono molto.
    Sarà difficile trovarle dalle mie parti, per provarle temo sarà necessario andare in loco.

  2. vabbè ragazzi compro il 99% delle materie prime da mr malt , poi ci metto 1% di materia prima simil “grattatina di maroni ” et voilà esce la birra originale da vendere al doppio del prezzo di una normale
    direi che in troppi credono che la strada di musso sia fruibile per tutti.

  3. @Luca
    Vorrei solo farti notare,Catone versione metropolitana un pò più amara,che anche tu,inveendo e sparlando della birra,alla fine ne parli.Incoerentemente,ignorantemente,inutilmente e banalmente.Ma ne parli.E senza saperne nulla.Ora,il latte in polvere è a disposizione di tutti.Compratene una chilata,scioglilo in acqua tiepida,fatti un bel bottillon e parti per qualche landa desolata per raccontare panzane a qualche albero che ti presti più attenzione di una persona normale.Amen
    Lorenzo

  4. Purtroppo il mio tasso etilico medio non mi consente più di distinguere la retta dalla cattiva strada.. 🙁 Me poenitet..Non avevo carpito l’ironia..Sono un fesso..

  5. @pistillone:

    Con tutto il rispetto per le opinioni altrui, mi permetto di sottolineare una certa “approsimazione” di giudizio: produrre una birra (provando, con umiltà, a raggiungere una buona qualità finale) non è affatto facile…non basta per nulla il 99% dagli amici della Mr. Malt e l’1% da grattatine varie, qualunque birraio onesto con se stesso lo sa benissimo. Prima di giudicare a scatola chiusa, forse sarebbe meglio pensare alla fatica che l’artigiano fa a creare qualcosa…poi, ovviamente, può piacere come no, ci mancherebbe…la ricetta di Teo Musso non ha nulla a che fare con tutto ciò: diciamo piuttosto che non sempre basta l’acqua di rete per poter affermare di usare il famoso “territorio” nella proprie ricette. La birra che nasce dagli alberi deriva da questo, ripeto, umile, proposito: impiegare davvero il territorio, per di più in maniera sotenibile. Tutto qui…

    P.S.: la birra costa 4,50 in versione da cl. 75. Non esattamente il doppio di ciò che si trova sul mercato.

    Un giorno spero la potrai assaggiare, per renderti conto che, tutto sommato, grattare i nostri dolci e malinconici alberi può anche metter voglia di farsi un giretto tra le foreste e far svanire tutta stà voglia di metter etichette a tutto…grazie e buone cose!

  6. IO QUESTA FAMOSA BIRRA NON LA CONOSCO, MA CREDO CHE COME TUTTE O QUSI LE BIRRE ARTIGIANALI SIA FRUTTO DI MOLTO STUDIO E PASSIONE E CERCHERO’ O PROVERO’ A RECARMI IN QUELLA FANTASTICA VALLE A SCOLARMENE UN PAIO DI LITRI!!!!!!

  7. @Gino
    è un prezzo disponibile alla fonte anche al consumatore? come siete distribuiti? e a che prezzo? se i prezzi sono quelli, complimenti. spero di avere prima o poi l’opportunità di assaggiare il prodotto

  8. Indubbiamente d’accordo con Gino, in quanto consumatrice occasionale dell’ottima birra da lui prodotta e anche in quanto compaesana…

  9. mi inserisco tardivamente in questo blog per confermarvi che le birre prodotte dal birrificio artigianale foglie d’erba sono semplicemente uniche e fantastiche.prima di parlare su come fare la birra, dove prendere gli ingredienti e quali si usano bisogna prima di tutto avere rispetto per ci mette passione in quello che fa e magari facendo un giretto in loco ci si può accorgere che il lavoro che stà portando avanti il mastro birraio è d’avvero ottimo e soprattutto da stimare per i sacrifici che stà facendo.
    complimenti per tutte le birre.
    Dami

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