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Guida alla birra di Copenaghen: dove e cosa bere nella capitale danese

Tra tutte le destinazioni birrarie “moderne” presenti in Europa, la Danimarca è senza dubbio una delle più interessanti. In particolare la sua capitale, Copenaghen, è una meta da non mancare, ricca di indirizzi fondamentali per ogni appassionato che si rispetti. La città è splendida: moderna, giovane e vibrante, elegante e alternativa allo stesso tempo. È estremamente stimolante sotto diversi punti di vista, dall’architettura contemporanea alla gastronomia di alto livello, dalla sostenibilità alla qualità della vita. È soprattutto una città piena di birra artigianale, disseminata di locali birrari e dove è possibile incrociare i prodotti dei microbirrifici anche nei supermercati e nei mercati alimentari. Ad agosto ho avuto la fortuna di spendere a Copenaghen cinque giorni con la famiglia, sfruttando il poco tempo libero per visitare diverse destinazioni degne di note.

Pub e birrifici di Copenaghen sono distribuiti in maniera abbastanza omogenea sul territorio cittadino, ma in genere sono tutti facilmente raggiungibili grazie a un efficientissimo sistema di trasporto pubblico, con una metropolitana eccezionale per puntualità e aperta anche nelle ore notturne. A frenarvi potrebbero essere piuttosto due fattori: gli orari di chiusura e il prezzo della birra. Molti locali chiudono infatti alle 22,00 (se non prima) e talvolta aprono solo nel pomeriggio. Per quanto riguarda invece il discorso economico… beh preparatevi a spendere tanti soldi anche per birre standard. Da questo punto di vista Copenaghen è ai livelli di Stoccolma (se non superiori) e girare per pub e birrifici diventerà da subito un’attività molto gravosa per il vostro portafoglio. In centro una birra artigianale standard (40 cl) costa almeno 9 euro.

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Una delle zone birrarie più interessanti di Copenaghen è Kødbyen, quartiere non lontano alla stazione centrale sorto dalla riqualificazione dell’ex mattatoio cittadino. È un’area di locali e hotel, che di sera si popola di un via vai costante di visitatori. A distanza di pochi metri potete trovare tre indirizzi fondamentali per la birra artigianale: Fermentoren, Warpigs e Åben. Fermentoren (sito web) è un pub legato al birrificio Dry & Bitter che gode di un’atmosfera verace e rilassata, dotato di oltre 20 spine. La selezione è piuttosto varia, perché accanto alle birre di produttori danesi sono disponibili creazioni da Belgio, Regno Unito, Germania e resto d’Europa. All’interno gli spazi non sono amplissimi, ma ci sono diversi tavoli all’aperto dove è piacevole soffermarsi per apprezzare la propria birra. Decisamente un buon punto di partenza.

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A tre minuti a piedi da Fermentoren sorge Warpigs (sito web), lo splendido brewpub nato dalla partnership tra i birrifici Mikkeller (Danimarca) e 3 Floyds (USA). Anche in questo caso le spine superano le venti unità e propongono non solo le birre realizzate in loco (menzione di merito per le luppolate), ma anche quelle di Mikkeller e di altri birrifici ospiti. Il focus del locale è però incentrato anche e soprattutto sulla parte gastronomica, perché dal menu è possibile scegliere tante preparazioni nell’autentico stile dell’American bbq del Texas. Se vi serve un indirizzo dove mangiare oltre a bere, sapete su quale orientarvi. Infine Kødbyen è presente il brewpub Åben (sito web), uno dei locali birrari più fuori di testa che mi sia capitato di visitare: oltre che all’esterno, panche e tavoli sono disposti tra i fermentatori, dove al momento della mia visita – effettuata per una felice coincidenza insieme a Francesco Antonelli – era presente un dj set con musica techno. Il grande bancone a ferro di cavallo è sormontato dai tank collegati direttamente alle 16 spine del locale, dove erano disponibili principalmente luppolate (diverse le New England IPA) e acide alla frutta (Gose e Berliner Weisse).

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Un’altra zona interessante di Copenaghen per la birra artigianale è Refshaleøen, quartiere di locali ricavato da uno dei più grandi cantieri navali del mondo, ormai dismesso. L’area è un po’ più complicata da raggiungere con i mezzi pubblici: bisogna prendere un autobus dal centro città fino al capolinea, ma in futuro sarà collegata alla rete della metropolitana con la costruzione della quinta linea. Refshaleøen è casa di due indirizzi birrari di primo livello: Mikkeller Baghaven e Insight Cellars. Mikkeller Baghaven (sito web) è una birreria ricavata in un ex capannone e in passato ospitava una trentina di botti che erano alla base di un valido progetto di fermentazioni miste. Oggi le botti non ci sono più e l’appeal del posto è un po’ calato, tuttavia sedersi a sorseggiare una birra in riva al mare, magari al tramonto, è una delle esperienze più suggestive che vi capiterà di fare a Copenaghen.

A distanza di un paio di minuti si trova il locale di Insight Cellars (sito web), interessantissimo blender fondato da Ehren Schmidt, precedentemente impiegato come capo produzione proprio presso Mikkeller Baghaven. Purtroppo l’ho trovato chiuso al momento della mia visita. Da tenere a mente che a Refshaleøen è presente Reffen, un gigantesco mercato alimentare con cucine da tutto il mondo. L’atmosfera è tra l’hippie e il radical chic, ma è un’ottima soluzione per mettere qualcosa sotto i denti mentre si è in zona. Girando tra le postazioni del Reffen si nota il coloratissimo birrificio del mercato, che però ho saltato a piè pari (anche perché già chiuso al momento della mia visita). In alternativa a Refshaleøen non mancano i ristoranti, tra cui si segnalano alcune realtà altisonanti.

A proposito di Mikkeller, occorre sottolineare che il marchio è onnipresente in tutta Copenaghen. Oltre che in ristoranti e supermercati, ho incrociato il marchio danese in altre tre particolari occasioni: il beershop Mikkeller & Friends presso il rinomato mercato Torvehallerne; il (costosissimo e bellissimo) Mikkeller Færgekroen, situato all’interno dei Giardini di Tivoli; il locale Ramen To Bíiru di Østerbro, facente parte di una catena che fonde i caratteri di un ramen bar con le birre di Mikkeller.

Passando ad altri indirizzi birrari, in pieno centro si trova Taphouse (sito web), un locale che dispone della bellezza di oltre 60 spine (sessanta!), con l’indicazione delle birre attaccate più di recente. Per ovvie ragioni è una destinazione molto turistica, eppure l’atmosfera è piacevole e rilassata, molto diversa da quella che ci si aspetterebbe da un luogo del genere. Nel quartiere di Nørrebro sorge invece BRUS (sito web), il locale del birrificio To Øl: consta di una oltre trenta spine (ma quelle attive erano una ventina) e vanta un piacevole biergarten e una valida offerta gastronomica. Ho invece trovato inspiegabilmente chiuso Bootleggers, anch’esso situato in zona centrale.

Questi sono solo alcuni dei locali meritevoli di Copenaghen, poiché andrebbero segnalati anche Peders, Ølbaren, Koelship e tanti altri. Forse ciò che manca in città è un indirizzo di caratura internazionale, come può essere l’Akkurat di Stoccolma, ma a differenza della capitale svedese qui le opzioni di medio livello sono tantissime e ben distribuite sul territorio. Non aspettatevi di bere in maniera indimenticabile, perché nei locali il servizio lascia spesso a desiderare, piaga che purtroppo è comune a tanti paesi europei – Italia esclusa, per fortuna. Ciononostante Copenaghen rimane una meta birraria che farà impazzire gli appassionati: se non ci siete mai stati e siete pronti a spendere tanto, cominciate subito a prenotare il primo volo utile!

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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