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Nuove birre da Ritual Lab, Golden Pot, Crak, Blond Brothers + Bellazzi e Hoppy

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Quando una decina di giorni fa ho pubblicato l’ultimo aggiornamento sulle nuove birre italiane mai mi sarei aspettato di poter tornare sull’argomento a fine marzo. Come sapete tutto il settore è praticamente fermo e quel poco di attività in corso è garantita grazie ai servizi di delivery. Tuttavia, in maniera quasi commovente, i produttori italiani stanno annunciando alcune novità nonostante il difficile periodo: un aspetto importante per restituire un piccolo segnale di normalità e sperare che la crisi passi senza lasciare troppe macerie. Dunque cominciamo questa veloce carrellata partendo da Ritual Lab (sito web), con due birre prodotte in collaborazione con altrettanti locali italiani e rilasciate per la verità prima che l’emergenza partisse.

Coronavirus e birra artigianale: le ultime novità sulla situazione in corso

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Quali effetti sta provocando l’emergenza Coronavirus nel comparto italiano della birra artigianale? Ce lo siamo chiesti esattamente dieci giorni fa, cioè un’eternità per il periodo che stiamo vivendo. Nel frattempo sono stati emessi altri decreti governativi e irrigidite disposizioni e sanzioni atte a controllare l’epidemia. Se a metà marzo vivevamo ancora in un lockdown parziale, ora il blocco è stato esteso a tutte le attività industriali e commerciali non indispensabili (o almeno così dovrebbe essere). Negli ultimi giorni è arrivato qualche dato apparentemente confortante dalla Protezione Civile, ma l’uscita dall’incubo che stiamo vivendo appare ancora lontana. Una constatazione che pesa come un macigno per l’intero segmento della birra artigianale, che potrà ripartire a pieno regime solo nel momento in cui riapriranno – chissà quando a questo punto – pub, locali e ristoranti. Intanto però le varie realtà coinvolte nella filiera si stanno rimboccando le maniche per cercare di attutire la crisi, anche con soluzioni creative. Vediamo allora di fare ordine su quanto sta succedendo nel settore.

Un buono per quando i locali riapriranno: iniziative da Belgio e USA

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Uno dei settori economici che più sta soffrendo l’emergenza Coronavirus è sicuramente quello della ristorazione, in cui rientrano anche pub e locali birrari. Da problema puramente italiano, il fenomeno è ormai diventato globale e non è un caso che all’estero stiano comparendo iniziative per cercare di mitigare i disagi del momento. Un’idea interessante arriva dal Belgio, dove il colosso Alken-Maes ha lanciato la piattaforma digitale Cafè Solidair: il sito permette di sostenere il proprio pub preferito acquistando un buono per una birra, da riscattare quando il locale riaprirà. Come spiegato da +31mag, il meccanismo consente agli esercenti di ricevere denaro anche in questo momento di crisi, potendo così avvalersi di un supporto ulteriore al loro business. Inoltre la piattaforma prevede la possibilità di effettuare donazioni ai locali.

Bianco, nero, rosso, marrone: quando la birra richiama i colori

Una delle prime regole che si apprendono quando ci si avvicina al nostro mondo è che la birra al pub non va ordinata per colore. “Vorrei una chiara” o “Dammi una rossa” sono espressioni che non hanno senso, perché le caratteristiche cromatiche non forniscono indicazioni precise su ciò che troveremo nel bicchiere. Ad esempio una “chiara” potrebbe essere benissimo una leggera e delicata Pils, una potente e complessa Tripel, un’amarissima Double IPA o ancora una Bock dal profilo maltato. Ciononostante nei nomi di molti stili birrari compaiono riferimenti al colore, perché pur non entrando in gioco nel momento della bevuta (se non influenzando indirettamente la stessa), la vista rimane un senso fondamentale per affibbiare etichette e categorie. Sfogliando le linee guida del BJCP (qui in pdf) incontriamo tantissime tipologie che nel nome incorporano aggettivi come “chiaro”, “scuro”, “pallido” e “ambrato”, arrivando in alcuni casi a specificare addirittura un colore preciso. È proprio di quest’ultime fattispecie che ci occupiamo oggi.

Disponibile gratuitamente la mini guida allo Zoigl di Adriano Giulioni

Il mondo della birra è ricco di tradizioni e consuetudini quasi ancestrali e una delle più affascinanti è sicuramente incarnata dallo Zoigl. Con questa espressione si identificano alcune produzioni tipiche di una manciata di comuni dell’Alto Palatinato, regione orientale della Baviera al confine con la Repubblica Ceca. Mantenendo in vita un’usanza che risale a secoli passati, queste birre sono realizzate presso i birrifici comunali dalle famiglie in possesso di licenza e poi quasi sempre vendute e consumate nelle rispettive dimore. Un viaggio alla scoperta di queste creazioni è una delle esperienze birrarie più suggestive in assoluto, perché permette di entrare in contatto con uno degli aspetti più profondi e socializzanti della nostra bevanda.

Addio a Giovanni Fumagalli del birrificio Via Priula

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Nella giornata di ieri si è spento all’età di 60 anni Giovanni Fumagalli del birrificio Via Priula di San Pellegrino Terme (BG). Una notizia che ha lasciato sgomento tutto il movimento italiano della birra artigianale: Giovanni era ben conosciuto e apprezzato sia sul piano professionale, sia su quello umano. Nonostante fosse risultato negativo al tampone per il Coronavirus, a portarlo via è stata una polmonite acuta; troppo facile allora il collegamento con la drammatica situazione che stiamo vivendo in questo momento.

Birre ad alto tasso alcolico: la vera sfida per l’homebrewer

Capita che una sera si torni a casa stanchi dopo una giornata di lavoro, con l’umore storto e poca voglia di sorridere. Magari fuori piove, da giorni; fa freddo e uscire non è un’opzione praticabile. Uno sguardo al divano, con i suoi cuscini morbidi, avvolgenti, un altro alla vetrina con i bicchieri, dove svettano i baloon dalla forma arrotondata e suadente. E il pensiero corre subito a quella bottiglia di Barley Wine che abbiamo prodotto in casa l’anno precedente, in una giornata di cotta indimenticabile: una corsa a ostacoli che ci ha tenuto impegnati per diverse ore, facendoci sudare le classiche sette camicie. Sarà pronto da bere? A che punto sarà arrivata la maturazione? Prendiamo la bottiglia, stappiamo, riempiamo il bicchiere e ci sediamo sul divano. Vorremmo avere davanti qualcuno per raccontargli quanto sia difficile produrre una birra del genere, e magari dargli qualche dritta per evitare disastri. Proviamoci, mentre assaporiamo la nostra creazione attraverso un lungo, intenso e appagante sorso.

Nuove birre da Jungle Juice, Rebel’s, Bonavena, P3 Brewing, Lariano e Low Land

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Raccontare le nuove produzioni italiane in questo momento può sembrare surreale e inutile, ma ritengo che sia importante provare a parlare di birra in modo “normale” e continuare a tenere aperta una finestra sul nostro settore. Senza contare che gli ecommerce tematici sono operativi al 100% e molti birrifici hanno attivato il servizio di delivery, quindi è ancora possibile acquistare e assaggiare gran parte delle novità di cui parliamo oggi. E chissà che ieri a Roma qualcuno non abbia celebrato St. Patrick’s Day bevendo (naturalmente in casa) l’ultima creazione di Jungle Juice (sito web), una Stout prodotta con aggiunta di lattosio e dunque appartenente al sottostile delle Milk Stout. Si chiama Soft Porn (5,8%) e rappresenta per il produttore romano il primo tentativo di confrontarsi con questa tipologia brassicola. Come il nome suggerisce, è la morbidezza a spiccare a livello tattile, grazie anche alla presenza di una percentuale di fiocchi d’avena.

Buon St. Patrick’s Day! Festeggiamolo in maniera alternativa…

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Oggi è martedì 17 marzo, una data come un’altra in questa lunga successione di giorni tutti uguali causata dall’emergenza Coronavirus. Eppure per noi appassionati di birra ha un significato particolare, perché oggi si festeggia San Patrizio, patrono dell’Irlanda. Una commemorazione di origine cristiana, ma che nel tempo ha acquisito una dimensione spiccatamente mondana se consideriamo che St. Patrick’s Day è una delle ricorrenze più attese nel mondo della birra. Oggi infatti su celebra la cultura brassicola irlandese e in particolare lo stile locale per eccellenza: quello delle Stout, anche nelle sue varie declinazioni. Quello di quest’anno è un San Patrizio sicuramente diverso dal solito, che saremo costretti a passare chiusi in casa invece che in pub e locali. È quasi un paradosso per una ricorrenza che esalta l’aggregazione e la condivisione degli spazi sociali, ma dobbiamo adattarci alla situazione facendo buon viso a cattivo gioco. Ecco allora qualche suggerimento per celebrare in modo alternativo questo stranissimo St. Patrick’s Day.

Birra artigianale e Coronavirus: aggiornamenti sullo stato del settore

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L’emergenza Coronavirus ha già cambiato le abitudini di tutti gli italiani, soprattutto in questo periodo di lockdown più o meno totale. I disagi che stiamo vivendo a livello personale sono però risibili in confronto a quelli che stanno affrontando molte aziende: le ripercussioni economiche della situazione saranno molto dure e avranno strascichi pesanti nei mesi a venire. Per diverse ragioni uno dei settori in più grosso affanno è quello della birra artigianale, perché se sono chiusi pub e ristoranti (ormai non solo in Italia) è bloccata tutta la filiera, risalendo fino agli stessi produttori. Tutti i birrifici italiani sono fermi e lo stesso discorso vale per fornitori e distributori. L’unica soluzione per mitigare vagamente le perdite è offrire servizi di delivery, ma chiaramente si tratta di un palliativo peraltro soggetto a enormi variabilità. Con molto realismo cerchiamo di fornire un quadro della situazione per quanto riguarda il nostro comparto.

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