Solitamente il mese di aprile segna psicologicamente l’inizio della bella stagione e, dunque, anche quella dei festival birrari. Tuttavia non si tratta di un semplice bias cognitivo, ma di qualcosa di reale e concreto, come dimostra la panoramica di oggi sui prossimi appuntamenti birrari: quattro festival diversi tra loro, ma tutti sicuramente degni di menzione. Con il dato non secondario che due di essi sono al loro debutto assoluto. Nel primo fine settimana di aprile si svolgeranno il New England Fest della Brasseria della Fonte e l’edizione 2025 di Artisanal Beer Tasting in provincia di Padova; il weekend successivo toccherà all’attesissimo Frankenbierfest di Roma e al nuovo Luppolove a Camerano (AN). Stanno tornando i festival birrari e non possiamo che rallegrarcene. Buone bevute!
Meno chimica, più resa: ecco perché il luppolo Helios sta spopolando in America
Le difficoltà che sta incontrando il mercato della birra a livello globale si ripercuote su tutta la filiera brassicola. A inizio mese abbiamo analizzato il bilancio decisamente negativo emerso dall’ultimo National Hop Report, il documento che analizza lo stato della coltivazione del luppolo negli Stati Uniti. Il drastico calo della produzione (-16%) ha coinvolto tutte le principali varietà, dal Citra al Mosaic, dal Columbus al Simcoe. C’è però una cultivar in netta controtendenza, che nel 2024 ha visto praticamente raddoppiare la sua produzione in soli dodici mesi. Si tratta dell’Helios, messo a punto dal programma di breeding di Hopsteiner e destinato ad acquistare crescente spazio nel settore della produzione brassicola grazie alle sue caratteristiche uniche.
Il design della birra scandinava: viaggio tra i birrifici Himo, Mikkeller, To Øl, Stigbergets e Omnipollo
Cosa amiamo della birra? Senza dubbio il rito, la condivisione e il gusto. Spesso però il primo contatto avviene attraverso il contenitore che la racchiude. Il packaging gioca un ruolo fondamentale nel modo in cui percepiamo una birra, influenzando le nostre scelte esattamente come accade con i libri e le loro copertine. Certo, sarebbe bello riuscire a ignorare l’aspetto visivo e concentrarsi solo sul contenuto, ma è altrettanto affascinante lasciarsi trasportare dall’immaginario che una grafica ben studiata sa evocare. Quando ho iniziato a ordinare birre provenienti dalla Scandinavia, esteticamente ho ritrovato un pizzico del “classico” design nordico stile Ikea, ma proprio un pizzico: perché nei birrifici del Nord i protagonisti non sono il minimalismo e la pulizia, bensì è il design che fa da contenitore alla creatività nell’accezione più artistica e folle. La accompagna verso la sua concretizzazione, e lo fa decisamente bene.
Himo (Finlandia)
Il primo birrificio che voglio condividere con voi è finlandese e si chiama Himo. Si contraddistingue per una fusione di stili differenti, che crea un’armonia e un equilibrio unico nel suo genere, mai troppo sbilanciato. Partiamo dal brand: il logo, il suono della parola, il bianco su nero, crystal clear. È tagliente e affilato al punto giusto, con un font creato su misura. Il sito è pulito e minimale e diventa il contenitore ideale per le vere protagoniste: le grafiche delle lattine. Come dimostra lo stile della loro graphic designer – nella foto qui sopra è la seconda da sinistra – ogni lattina è un pezzo di pelle da tatuare e ognuna ha la sua storia da raccontare.
Come per altre realtà artigianali, anche per Himo la lattina diventa un vero e proprio canva, una tela su cui esprimersi liberamente al di là dei vecchi canoni commerciali, che spesso caratterizzano i prodotti del settore food&beverage e della grande distribuzione. La lattina è libera – almeno per ora – di esprimersi senza essere ingabbiata in vincoli creativi. È diventata una forma d’arte a basso prezzo che tutti ci possiamo permettere – e poi vuoi mettere? C’è pure la birra da bere, dentro. Due piccioni con una fava.
Mikkeller (Danimarca)
Ci spostiamo in Danimarca per andare a visitare due autentiche chicche. La prima è il celebre birrificio Mikkeller, fondato dall’insegnante di fisica e matematica Mikkel Borg Bjergsø e Kristian Keller a Copenaghen nel 2006. I due iniziarono facendo esperimenti nella cucina di casa di Mikkel e oggi l’azienda guidata da Mikkel – Kristian è uscito dalla collaborazione per dedicarsi al suo lavoro come editor – distribuisce in più di 40 nazioni in tutto il mondo, ha aperto diversi locali, organizza festival internazionali della birra e ha creato un running-club che vanta 250 associazioni in 37 paesi.
La collaborazione con l’artista americano Keith Shore ha fornito un boost decisivo al brand, con le sue illustrazioni uniche che creano una coerenza lineare e iconica, dalle etichette al sito web fino all’arredo dei locali. Se vi piace il genere, il loro shop è dedicato interamente alle stampe e – vista la loro collaborazione con il Giappone – se fossi in voi ci farei sicuramente un giro.
To Øl (Danimarca)
La seconda chicca danese è la prima birra nordica che ho assaggiato e forse anche uno dei primi birrifici con uno stile di comunicazione diverso e originale che mi sia capitato tra le mani. To Øl (sito web) fu fondato nel 2010 da Tobias Emil Jensen e Tore Gynther, compagni di liceo e – guarda caso – allievi del sopra citato professore Mikkel Bjergsø, con cui spesso conversavano di birra. Dopo una lunga esperienza come beer firm, nel 2019 acquistarono una vecchia fabbrica di ketchup a Svinninge, in cui stabilirono la produzione. Oggi esportano in 31 paesi del mondo. Fun fact: agli esordi Tore e Tobias “hackerarono” la cucina della scuola nelle ore di chiusura per poter fare i loro esperimenti con la birra.
Il visual design di To Øl è uno stile unico, disruptive e parecchio interessante. È un’evoluzione continua che non arriva mai ad identificarsi in qualcosa di preciso, rimanendo in costante movimento. Spesso nel mondo visuale il prodotto è la somma “finale” di tutto ciò che compone il brand, il figlio o la figlia di determinate scelte stilistiche. Qui si ha l’impressione che quel momento non arrivi mai – oppure che sia già passato. Se siete creativi in cerca d’ispirazione, ordinate un box di To Øl e, dopo aver bevuto le birre, contemplate le etichette per qualche giorno.
Stigbergets (Svezia)
Ancora due menzioni, andiamo in Svezia. La prima è per Stigbergets, birrificio che nasce nel 2013 come una piccola produzione per il ristorante di uno dei due fondatori, per poi allargare la produzione nel 2015. Illustrazioni tattili e materiche avvolgono ogni birra (e il sito web), con uno studiato accostamento di colori. Lo stile mi ricorda una serie di libri illustrati per bambini che aveva un approccio molto simile. Meritano una menzione, oltre al design del sito, le locandine degli eventi pubblicate sul loro account Instagram e – sempre sul sito – l’effetto speciale quando andate in hover con il mouse su una birra nella sezione beers. Bravi.
Omnipollo (Svezia)
Chiudiamo il viaggio di oggi con Omnipollo (sito web), progetto figlio di Henok Fentie e Karl Grandin, quest’ultimo ideatore del marchio d’abbigliamento scandinavo Cheap Monday – ed effettivamente lo stile c’è. Con Omnipollo torniamo allo street style, ai graffiti, agli anni ’90, al pop. Che sia confezionato in lattina o in vetro, ogni birra si caratterizza visivamente per un tocco eccentrico che non stona mai, né accanto a una pizza da asporto, né in un ristorante stellato.
Birrificio della provincia di Verona vende impianto completo con sala cotte da 5 hl
Birrificio della provincia di Verona vende intero impianto produttivo, così composto:
- Sala cottura a 3 tini da 5HL a vapore
- Caldaia
- Tino acqua calda da 1300 Lt
- Cantina con capacità 110 Hl, 3 fermentatori da 10 Hl e 4 da 20 Hl tutti isobarici.
- Sistema a osmosi inversa con 2 accumulatori da 1.000 litri cad.
- Ampia cella frigo modulabile sviluppata in altezza (6m per 5m H 5m)
- Lava e riempi fusti automatica.
- Banchi spina vari.
- 2 chiller, uno dedicato alla cantina e uno per la cella frigo, entrambi installati nel 2024
Per info e prezzi inviare un e-mail a: tarifas.sas@gmail.com
Nuove birre da LZO, Eastside, Wild Raccoon, Mukkeller, Nama Brewing e altri
Negli ultimi due o tre anni abbiamo notato un incremento notevole di birre inedite italiane prodotte in occasione di San Patrizio. Nonostante la ricorrenza di origine irlandese sia una delle feste più sentite nel mondo birrario, in passato raramente forniva il pretesto per creare nuove birre. Ora invece la situazione appare totalmente diversa, complice anche la riscoperta degli stili britannici che non frena un birrificio dal produrre una nuova birra scura – anche fosse una one shot – avendo già in gamma una Stout. Accanto a queste tipologie non mancano birre “verdi” che seguono, in maniera diversa, la tradizione di San Patrizio: spesso sono varianti di produzioni già presenti sul mercato, ma talvolta – come vedremo – rappresentano creazioni totalmente nuove.
La Italy Beer Week va in archivio dopo 7 giorni di eventi, promozioni e grandi iniziative
Ieri si è conclusa l’edizione 2025 della Italy Beer Week e oggi, come di consueto, tracciamo un bilancio della manifestazione a firma Cronache di Birra, che da quindici anni riunisce birrifici, pub, locali, ristoranti e associazioni in un grande brindisi collettivo, lungo una settimana. Come ampiamente previsto, quella di quest’anno è stata un’edizione con numeri in calo, che evidenziano il momento di difficoltà della birra artigianale in Italia. Al netto del confronto con il 2024, tuttavia, la partecipazione alla Italy Beer Week è stata comunque altissima in termini assoluti, con 259 aderenti che hanno proposto 149 eventi e 99 promozioni. Ciò ha consentito di mantenere alto il fermento per i sette giorni di manifestazione, permettendo ancora un volta di celebrare al meglio un settore che, ora più di prima, ha bisogno di stringersi attorno a momenti di promozione organizzata.
Birra Egregia vende una cella da 3 metri per 4
Birra Egregia vende una cella con le seguenti specifiche:
- Cella positiva 0 + 10
- Dimensioni 3×4 m, altezza 2,5 m
- Motore Zanotti
- Pareti da 10 cm, senza pavimento
La cella è usata ma come nuova, è stata acquistata 2 anni fa.
Smontaggio da concordare, consegna o ritiro da concordare.
Prezzo 8.000 euro
Per informazioni e contatti potete chiamare il numero 3407966603 (Thomas) o scrivere all’indirizzo info@birraegregia.it.
Gli eventi più importanti del weekend della Italy Beer Week 2025
Mancano tre giorni alla fine della Italy Beer Week, ma come sempre è in chiusura che arriva la fase più impegnativa della manifestazione a firma Cronache di Birra. È proprio durante il fine settimana, infatti, che per ovvi motivi si concentrano tantissime delle circa 250 iniziative previste dai nostri aderenti, che ringraziamo di cuore per la partecipazione e l’entusiasmo che hanno mostrato anche quest’anno. La panoramica di oggi sui prossimi eventi birrari è allora dedicata principalmente a loro, con una carrellata dei migliori appuntamenti che si terranno tra oggi e domenica. Vi auguriamo una grande conclusione di Italy Beer Week e ci aggiorniamo lunedì, non prima della diretta streaming di questa sera e degli altri eventi ufficiali dei prossimi giorni.
Cos’è questa storia della produzione sostenibile di birra evitando la bollitura
Negli ultimi giorni sulle principali testate generaliste è rimbalzata la notizia di un’importante innovazione nella produzione brassicola. I ricercatori del CNR di Firenze (Cnr-Ibe) hanno messo a punto una tecnologia che permette di ottenere un mosto di birra eliminando totalmente la fase della bollitura, con notevoli vantaggi in termini di risparmio energetico. Il procedimento, che permette di limitare dell’80% consumo di energia, si basa sull’applicazione della cavitazione idrodinamica, ossia un fenomeno di formazione, accrescimento e implosione di bolle di vapore in un liquido a temperature inferiori rispetto al punto di ebollizione. Queste dinamiche generano microambienti caratterizzati da temperature localmente elevatissime e intense onde di pressione e getti idraulici, che possono intensificare l’effetto di processi fisici, chimici e biochimici.
Luigi “Schigi” D’Amelio ha lasciato ufficialmente il birrificio Extraomnes
Quando a metà gennaio Extraomnes annunciò la sua conversione in beer firm, tutti si chiesero quanto tempo sarebbe durato Luigi D’Amelio in quella nuova veste. La risposta è arrivata presto: venerdì scorso Schigi ha annunciato la fine della sua collaborazione con il marchio di proprietà di El Mundo, importante azienda specializzata nel settore del caffè. Una conclusione tutt’altro che inaspettata dopo la scelta di ridimensionare Extraomnes, spostando tutta la produzione presso il birrificio The Wall e mantenendo in vita solo il brand. Una decisione dettata dall’esigenza di assecondare le richieste di un mercato profondamente cambiato negli ultimi anni, ma che, secondo le parole di Alessandro Cantadori di El Mundo, non avrebbe intaccato l’anima delle birre di Extraomnes. Ma con l’uscita di Luigi D’Amelio, è proprio l’anima di Extraomnes a venir meno, almeno per come l’abbiamo conosciuta fino a oggi.