Qual è la cosa più folle da fare in questo preciso momento storico? Molte persone probabilmente risponderebbero “aprire un pub” e in effetti non avrebbero tutti i torti. Quando però la passione riesce ad andare oltre gli ostacoli e scacciare ogni negatività, nessun obiettivo è precluso. Potremmo riassumere così lo spirito d’iniziativa di chi negli scorsi mesi ha inaugurato il suo locale, sfidando le avversità e abituandosi a una situazione ancor più precaria del normale. Sono realtà nuove, nate da progetti molto diversi tra loro, che però hanno un punto in comune: incentrare la propria offerta sulla birra artigianale, trasformandola in uno strumento per riacquistare una parte di socialità smarrita. Negli scorsi mesi abbiamo spesso sentito stigmatizzare la “movida”, ma nessun osservatore ha sottolineato come i pub e i ristoranti – in assenza di concerti, festival e discoteche – siano stati il motore per tornare ad alimentare i rapporti interpersonali, contrastando quella dimensione solitaria e “casalinga” alla quale ci ha costretto la pandemia. Magari prima o poi verrà riconosciuto ai locali questo merito, nel frattempo diamo un’occhiata a qualche novità in tal senso.
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