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Delle sottili analogie tra Pumpkin Ale e birre alle castagne

Con il mese di novembre all’orizzonte, negli Stati Uniti si ricomincia a parlare di Pumpkin Ale. Per quanto possa sembrare strano, questa tipologia di birre appartiene alla storia del movimento americano, in particolare al suo periodo pionieristico, quando i primi immigrati erano costretti a birrificare con ingredienti di fortuna in mancanza di orzo maltato. La zucca era uno di questi surrogati, il cui utilizzo si perse con il miglioramento delle tecniche produttive locali. Con la renaissance birraria del paese, la zucca tornò protagonista, impiegata per aromatizzare birre stagionali. E ovviamente l’occasione ghiotta è rappresentata dalla festa di Halloween, capace di smuovere un giro d’affari paragonabile solo a poche altre ricorrenze. Ma perché questa lunga introduzione sulle Pumpkin Ale? Per il semplice fatto che ho trovato alcune curiose analogie con uno stile (l’unico?) prettamente italiano: le birre alle castagne.

A pensarci bene gli elementi in comune tra le due tipologie birrarie non sono poche. Sia le Pumkin Ale che le Chestnut sono birre stagionali ed entrambe condividono più o meno lo stesso “periodo di rilascio”. Entrambe sono aromatizzate con un frutto utilizzato in diverse maniere. Entrambe sono proprie, anche se non in modo esclusivo, di due movimenti brassicoli nazionali: negli USA si trovano decine di esemplari di birre alla zucca, in Italia le birre alle castagne sono presenti nella gamma di tanti birrifici – con il caso limite della devozione di Amiata per il frutto autunnale. Ma leggendo un recente articolo su A Good Beer Blog, mi sono reso conto che c’è un altro aspetto che accomuna le due tipologie. Sono produzioni estremamente contraddittorie, nel senso che i consumatori si dividono tra coloro che le amano e coloro che le odiano con tutto il cuore.

A sottolineare che per le Pumpkin Ale non esistono le mezze misure si è scomodato persino The Atlantic, con un articolo specifico scritto da Clay Risen (giornalista del New York Times) in cui si evidenzia la natura discordante della specialità brassicola:

Alcuni stili birrari sono amati, altri sono fermamente disprezzati, ma nessuno crea contrasti come quello delle Pumpkin Ale. Coloro che le amano attendono tutto l’anno per il loro lancio stagionale, altri non riescono ad affrontare il discorso senza schiumare dalla bocca.

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Insomma, sono birre che dividono i consumatori, al pari delle nostre birre alle castagne. In realtà di questa caratteristiche delle Chestnut mi sono accorto proprio grazie a Cronache di Birra. Prima di cominciare a curare il blog le consideravo birre stagionali come tante, capaci di aggiungere un pizzico di originalità (nonché di italianità) al calendario birrario nazionale. Dal feedback ricevuto in questi anni dai lettori, mi sono invece reso conto che nei confronti di questa tipologia esiste uno schieramento coeso di consumatori che non le ama a prescindere, qualsiasi sia la loro incarnazione.

Che siano prodotte con castagne essiccate o con farina di castagne, che il frutto sia al gusto in primo piano o appena accennato, ci sono bevitori che semplicemente odiano questo stile. L’avversione probabilmente deriva dall’uso brassicolo dell’ingrediente che richiede un’abilità non indifferente. In diverse occasioni mi sono ritrovato con Chestnut con forti off flavour, specialmente riconducibili a note di solvente. Un aspetto che può ritrovarsi anche nell’impiego della zucca, almeno da quanto leggo in giro – ho bevuto pochissime Pumpkin Ale.

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Personalmente le birre alle castagne mi piacciono parecchio, purché ovviamente siano ben fatte. Mi piace ritrovare un tocco d’autunno nel bicchiere e il corpo solido e i profumi di molte interpretazioni nostrane si abbinano perfettamente al clima della stagione. Dopo il boom dei primi anni, mi sembra che anche in Italia l’interesse nei confronti di queste produzioni sia sensibilmente scemato ed è curioso notare che una delle ultime novità brassicole nazionali sia una Pumkin Ale: la Zucca di Baladin, citata in un recente articolo.

In base alla vostra esperienza definireste anche voi le Chestnut birre “contradditorie”? Siete amanti o detrattori dello stile? E per quanto riguarda le Pumpkin Ale, qual è la vostra opinione?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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13 Commenti

  1. delle pumpkin purtroppo ho assaggiato solo Postroad, ma ho trovato come nota dominante la cannella, spero di assaggiarne altre.
    Le castagnazze non mi dispiacciono affatto, a patto che la castagna si senta!
    Cosa che spesso non accade, per ora ho buoni ricordi della produzione di Amiata (assaggiate grazie a Gennaro sabato) e di una bottiglia di Gabiana di Menaresta, che mi riprometto di assaggiare di nuovo, a breve.

  2. Ciao. A parte la Zucca di Baladin, assaggiata alla sagra della zucca di Piozzo qualche tempo fa (piacevole, ma ancora troppo sbilanciata sulla cannella, che è il secondo ingrediente dopo la zucca, ma che in realtà le ruba la scena), l’unica pumpkin ale che ho assaggiato è quella Dogfish Head: nulla da dire, perfetta come tante birre di Sam Calagione. Quanto alle birre alle Castagne è una tipologia che mi piace e raramente ho trovato birre non a posto. Ricordo di avere participato ad una serata stupenda al Grado Plato di Chieri, presente Kuaska e molti birrai italiani, completamente dedicata alle birre alle castagne, evento che in qualche modo mise un sigillo su quello stile tutto italiano o moda che fosse in quagli anni. Credo fosse il 2005 o il 2006. Ancora adesso la Palanfrina del Troll è una birra che adoro e questo inizio autunno è sicuramente il momento migliore per berla!

  3. la birra alle castagne lo scoperta grazie al birrificio menaresta di Carate Brianza…la loro birra si chiama gabiana in quante le castagne sono le gabiane che vengono dal basso piemonte! questa birra ricorda una triple belga! molto corposa e molto alcolica 8,5 e soppr.molto buona! ogni anno e’ disponibile dal 11 novembre giorno di san martino! (A ME LA DANNO PRIMA.)..e il birrificio per l’occasione organizza una cena cui portate verranno abbinate alla birra gabiana! naturalmente anche quest’anno partecipero’w! ciaoooooo

  4. Ho bevuto alcune pumpkin ale e poche birre alle castagne.
    Nel primo caso potrei dire che mi piacciono anche se non riesco a generalizzare: ci sono state birre che mi hanno entusismato ed altre che hanno provocato ribrezzo. Generalmente sono appunto caratterizzate da cannella e zucchero a velo. Il problema è che l’utilizzo dell’ingrediente può essere diverso (estratti, frutta fresca, etc etc) e porta a risultati nemmeno tanto paragonabili.

    Per quanto ho assaggiato delle birre alle castagne, mi sembra che il loro utilizzo non sia così caratterizzante come quello dellla zucca. Ma, ripeto, ne ho bevute davvero poche.

  5. Sulle Pumpkin Ale ho visto un’ampia variabilità di uso della cannella e della zucca. Pyramid e Elysian a Seattle ne fanno due molto diverse tra di loro, ma sono comunque birre estreme, volutamente sbilanciate all’americana, torbide e corpose.

    Sulle birre alle castagne ho visto la stessa variabilità. Innanzitutto c’è una grossa differenza fra quelle in alta e quelle in bassa. Secondariamente, l’utilizzo di castagne fresche, bollite, caldarrostate o in farina cambia completamente il profilo, aggiungendo astringenza, affumicato o tostato al sapore della castagna. A mio avviso dovrebbero essere fatte tutte esaltando il sapore originale, quindi evitando l’uso della farina che si ottiene sfiammando le castagne.
    Terzo: la quantità usata. Le castagne, specie quelle IGP pregiate per la pasticceria, costano parecchio. Quelle del basso Piemonte te le tirano dietro… 🙂
    Quarto: la fase: ammostamento o bollitura ? Anche qui, due risultati diversi!

    • Ciao Maurizio,

      la Gabiane utilizzate dal Menaresta sono coltivate nell’ entroterra di Albenga,

      P.S. ma no mi rispondete ne al telefone ne alla mail?? 🙂

  6. @san paolo
    non credo che il birrificio menaresta abbia scelto le castagne piu scarse! cioe’ le gabiane del basso piemonte! che per altro preferisco alle gaverine che sono della mia zona e vengono usate anche dal birrificio Lariano per produrre la birra gaverina alle castagne! ciaoooo

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