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Che 2023 è stato per la birra artigianale

Un anno difficile, complicato, a tratti devastante. Il 2023 sta esalando i suoi ultimi respiri e probabilmente non ne sentiremo la mancanza, perché i dodici mesi che stiamo per metterci alle spalle sono stati davvero complessi. Il primo trimestre non si era aperto male: nel comparto italiano si avvertivano ancora gli effetti della piena ripartenza avvenuta nel 2022, dopo un biennio caratterizzato dalle pesanti restrizioni della pandemia. Settimana dopo settimana però il sistema ha cominciato a mostrare crepe sempre più profonde, finché i nodi sono venuti al pettine. L’onda lunga dei problemi emersi in precedenza a livello internazionale – pandemia, conflitto tra Russia e Ucraina, aumento spropositato dei prezzi – si è riversata sulla nostra quotidianità nel corso del 2023, portando con sé difficoltà che non sempre è stato possibile superare. E altre ne arriveranno nei prossimi mesi.

Come tutti i settori, anche quello birrario ha risentito pesantemente della clamorosa inflazione dell’ultimo anno. Una situazione cominciata nel 2022, ma che solo quest’anno ha mostrato effetti davvero concreti. L’impressione è che non si tornerà indietro, se non in piccola parte, perché siamo nel pieno di quelle tempeste socio-economiche che si verificano ogni dieci o vent’anni e che ridefiniscono gli equilibri globali. Sono fenomeni che in genere offrono nuove opportunità in segmenti emergenti, ma che inaridiscono quelli ormai maturi e non più interessanti. Chi si trova a operare in questi ultimi – e bisogna capire se la birra artigianale appartiene a questo gruppo – è chiamato a ripensare le proprie strategie per non scomparire. O a cercare riparo nella propria solidità aziendale, ammesso di possederla.

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I primi veri scricchiolii nel mercato brassicolo italiano sono arrivati a maggio, quando, nel corso della presentazione dell’Annual Report, il presidente di Assobirra Alfredo Pratolongo si è mostrato preoccupato per i risultati dei primi mesi del 2023. Quel monito è apparso piuttosto stridente, perché arrivato in un contesto di grande soddisfazione per i dati del 2022, tutti estremamente positivi con il raggiungimento di diversi record storici. Ma evidentemente Pratolongo aveva capito che la musica sarebbe radicalmente cambiata nel corso dell’anno. Il comunicato stampa della stessa Assobirra, datato ottobre 2023, ha confermato quelle preoccupazioni, registrando un calo vertiginoso di vendite ed export. Ora non resterà che attendere il prossimo Annual Report per avere l’ufficialità (e soprattutto la portata) di una contrazione al limite della crisi. Ma ne parleremo a tempo debito.

Il mercato birrario, come altri, si trova stretto in una morsa. Da una parte c’è l’aumento considerevole dei costi di produzione, che ha investito tutte le voci di bilancio (materie prime, energia, servizi, ecc.); dall’altra c’è il ridotto potere d’acquisto dei consumatori e soprattutto la poca propensione a spendere in un momento di incertezza. Il risultato è che per alcune attività andare avanti è diventato impossibile: alcuni birrifici hanno chiuso, altri hanno dovuto ridimensionarsi cercando nuove vie imprenditoriali. Per fortuna non si è verificata quell’ecatombe che invece ha investito altre nazioni (Regno Unito, Stati Uniti, in parte Belgio, ecc.) e, escluse alcune eccezioni, le chiusure hanno riguardato progetti piccoli e fragili, con prospettive limitate già in partenza. Peraltro il 2023 non è stato negativo per tutti, poiché alcuni birrifici invece sono cresciuti o hanno raggiunto traguardi importanti – uno su tutti Birrone, che in un comunicato stampa di qualche giorno fa sottolineava i risultati ottenuti nel corso dell’anno in termini di autosufficienza produttiva.

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Proprio il discorso relativo alla filiera italiana è diventato centrale nel corso del 2023, fino alla presentazione dei progetti LOB.IT del CREA e FILO del Consorzio Birra Italiana. Queste iniziative, finanziate con fondi ministeriali e provenienti dal PNRR, avranno durata triennale e forniranno un impulso (speriamo) decisivo allo sviluppo della filiera brassicola nel nostro paese. Questo concetto, spesso snobbato dall’ambiente della birra artigianale, è invece uno dei pochi su cui probabilmente varrà la pena concentrarsi nei prossimi anni. Offrirà al comparto non solo nuove possibilità di sviluppo, ma anche l’opportunità di intercettare i desiderata della massa di consumatori. Purché poi gli stessi consumatori abbiano modo di accedere alla birra artigianale in termini di reperibilità.

Rispetto alle tendenze del mercato italiano della birra artigianale, lo scorso anno ipotizzammo il seguente scenario:

Gli stili quotidiani continueranno a guadagnare spazio, con un incremento di birre ispirate ai banconi britannici, ai biergarten tedeschi e persino alle birrerie della Repubblica Ceca. Nuovi avanzati prodotti per la luppolatura si affacceranno sul mercato, ma il segmento in maggiore crescita sarà quello delle birre analcoliche, chiaramente in chiave artigianale. I festival godranno di un grande seguito di pubblico, confermando una tendenza apparsa in maniera deflagrante durante il 2022: le persone avranno ancora voglia di rivedersi dal vivo, partecipando ad appuntamenti collettivi e accompagnando il tutto con ottima birra.

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La prima parte è stata confermata dal consolidamento delle basse fermentazioni e un aumento considerevole di classici stili quotidiani di stampo britannico (Mild, Bitter, Porter, ecc.). Protagonisti del 2023 sono stati anche nuovi prodotti per la luppolatura, come il Phantasm o il luppolo YCH 303, presenti in molte birre italiane lanciate nel secondo semestre dell’anno. Come previsto anche le produzioni analcoliche sono aumentate, senza tuttavia raggiungere numeri eccezionali: secondo il censimento della nostra piattaforma Whatabeer nel 2023 sono state prodotte 6 birre italiane appartenenti a questa famiglia, ma il totale potrebbe tranquillamente raggiungere la doppia cifra. Una tendenza ancora irrisoria, ma che fino a un paio di anni fa era praticamente inimmaginabile. Sono poi aumentate considerevolmente le collaborazioni, ma era ampiamente preventivabile in un contesto internazionale tornato alla normalità (almeno in termini di possibilità di spostamento).

La seconda parte delle nostre previsioni per il 2023 è stata meno centrata. I festival birrari sono andati bene ma non benissimo, mostrando in generale un certo calo in termini di affluenza. A pesare sono stati i prezzi più alti rispetto al passato e la fine dell’entusiasmo per il superamento delle restrizioni della pandemia, ma anche la perdita di appeal della birra artigianale in contesti “mondani”. Così il 2023 si è rivelato particolarmente gravoso proprio per i festival: non tanto in Italia, ancora una volta, quanto all’estero, dove a subire una cancellazione delle prossime edizioni sono stati nientemeno che il GBBF (Inghilterra) e lo Zythos Bier Festival (Belgio).

Il 2023 è stato un anno difficile e faticoso. Ci avviciniamo alla sua conclusione con un certo pessimismo, poiché le notizie provenienti dal mercato nazionale e internazionale non sono state positive, soprattutto negli ultimi mesi. Però non è stato tutto da buttare e ha comunque regalato piccole e grandi soddisfazioni a chi ha saputo muoversi in modo giusto. La birra artigianale non è più una moda e questo lo sappiamo da almeno un lustro, dunque vi consigliamo di diffidare da chi grida “al lupo al lupo” in un momento come questo. Perché in molti casi è la stessa gente ripete la medesima nenia da anni, peraltro con un pizzico di malcelata speranza. Il 2023 ha reso tutto più complicato e ha ridotto i margini di errore (presenti e passati) nel nostro settore. Ma ha anche visto nascere progetti interessanti, che in alcuni casi proveranno a ripartire dalle basi della divulgazione birraria. Quella che nel recente passato è stata abbandonata per pigrizia, snobismo o mero calcolo economico.

L’anno che si sta per concludere è stato faticoso anche per Cronache di Birra, ma ci ha permesso di raggiungere nuovi traguardi. La Italy Beer Week, che tornerà dall’11 al 17 marzo, ha registrato un aumento clamoroso di aderenti (circa +50%): un dato egregio che significa tanto e da quale ripartiremo per l’edizione 2024. A settembre abbiamo stretto un prestigioso accordo con Mercato Centrale per una serie di appuntamenti nei mercati di Roma, Firenze e Torino, che stanno dimostrando quanto è ancora ampio il bacino di utenti che la birra artigianale può raggiungere in Italia. Di conseguenza abbiamo ampliato ulteriormente l’offerta didattica di Formazione Birra, aggiungendo per la prima volta alcune iniziative in presenza, la prima delle quali si è conclusa qualche settimana fa grazie agli amici de Il Treppio di Roma, che non smetteremo mai di ringraziare per la disponibilità. Abbiamo convertito la nostra piattaforma Beer Zone in Whatabeer, aprendola ai birrifici che vogliono iscriversi per aggiornare i propri contenuti.

Personalmente mi sono tolto diverse soddisfazioni. Come giudice ho partecipato al Concurso Brasileiro de Cervejas, il mio primo contest extra europeo, e all’immancabile Brussels Beer Challenge, dove ancora una volta la migliore birra italiana (Rye Stout de La Collina) si è aggiudicata il Trofeo Cronache di Birra. Sono tornato a visitare fiere importanti come il BrauBeviale di Norimberga e un festival del cuore come il Villaggio della Birra, a scoprire iniziative affascinanti come Belfort in Valchiavenna e a frequentare grandi locali stranieri come i tanti che affollano la vibrante scena di Stoccolma. Ho continuato a fare quello che amo fare da anni, sempre con lo stesso entusiasmo e con qualche capello bianco in più in testa.

Il 2023 è stato un anno pessimo per tanti, ammettiamolo. Si è contraddistinto per problematiche che – ormai lo abbiamo capito – resteranno indipendentemente dai fattori che le hanno causate. Mai come quest’anno dunque è opportuno farsi gli auguri di buon anno, sperando che il 2024 possa essere meno complesso e fornire soluzioni agli ostacoli emersi negli ultimi dodici mesi. Domani concluderemo il 2023 con la nostra consueta rassegna delle migliori birre dell’anno, poi ci risentiremo tra qualche giorno per capire cosa ci aspetterà nell’immediato futuro.

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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