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Negli USA la birra artigianale non conosce crisi

In un periodo in cui quotidianamente si rincorrono notizie poco rassicuranti per quanto riguarda lo stato dell’economia mondiale, è interessante notare come il settore della birra artigianale rimanga, almeno negli Stati Uniti, un mercato nettamente in salute, al punto da risultare quasi immune all’attuale congiuntura internazionale. Sia chiaro, la birra non è più quel bene a prova di crisi (letteralmente “recession-proof”) come in passato, ma il segmento artigianale mostra segnali incoraggianti.

In particolare, come riportato da Beverfood, la Brewers Association ha definito il 2008 un anno storico per la birra. Mentre i primi dieci marchi hanno subito forti cali nelle vendite (parliamo di birra industriale, ovviamente), i piccoli produttori indipendenti hanno continuato a rafforzarsi, guadagnando quote di mercato e attenzione da parte dei consumatori.

I dati evidenziano che dal 2007 al 2008 il giro d’affari legato alla birra artigianale negli USA è passato da 5,74 a 6,34 miliardi di dollari. Nell’anno appena passato si è registrata una crescita di quasi 500,000 barili di birra artigianale venduti rispetto al 2007: una quota impressionante, se calcoliamo che ammonta quasi alla metà di tutti i barili di birra venduti in più negli USA.

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Brewers Association stima che dal 2007 al 2008 la birra artigianale in America è cresciuta del 5,8% in volume e del 10,5% in dollari. In aggiunta, l’associazione sottolinea il continuo spostamento dei consumatori dal vino e dai superalcolici alla birra.

Se i dati per il 2008 sono più che confortanti, anche il 2009 – che sarà il vero banco di prova per la birra artigianale USA – potrebbe riservare sorprese. Beernews segnala, ad esempio, che la New Belgium ha addirittura in cantiere per l’anno corrente il lancio di tre nuovi progetti: la linea Lips of Faith, composta da quattro birre speciali (realizzate con frutta, spezie o affinate in legno); quattro produzioni in collaborazione col birrificio Elysian di Seattle; quattro birre rientranti nel programma Loose Lips, destinate esclusivamente alle sessioni di degustazione interne e a pochi rivenditori selezionati della città di Fort Collins.

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Mentre dunque le multinazionali stanno subendo le conseguenze della crisi mondiale, le piccole realtà brassicole degli Stati Uniti sembrano in grado di ammortizzare meglio la situazione. Addirittura, l’attuale recessione potrebbe rappresentare un ulteriore volano per i microbirrifici USA, permettendo loro di guadagnare quote di mercato di fronte alle difficoltà della grande industria. Staremo a vedere…

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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2 Commenti

  1. Purtroppo in Italia, fino a quando i prezzi della birra artigianale saranno elevati, il prodotto rimmarrà per una elite di appassionati o solo per chi potrà permetterselo.
    Sottolineo il fatto che il costo della birra non dipende principalmente dai titolari del birrificio, ma dai costi esorbitanti di gestione che, automaticamente si riversano sul consumatore.
    Per esempio una bottiglia di vetro, vuota :-), da 37,5 costa € 0,30!!!!

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