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Quegli insospettabili luoghi che hanno scritto la storia della birra

La città di Albany nel XIX secolo

A novembre 2011 scrissi un articolo che sottolineava come la birra artigianale fosse un fenomeno nato e sviluppatosi soprattutto in piccole realtà di provincia. Quando mi sono chiesto se la stessa regola possa applicarsi anche all’estero, mi sono reso conto come la storia stessa della birra sia legata ai piccoli centri urbani: è qui, più che nelle metropoli, che si è innescata l’evoluzione di stili e caratteri particolari della nostra bevanda preferita. Direi di più: ci sono cittadine che sono conosciute o passate alla storia solamente per il loro legame con la birra e – utilizzando un’iperbole – se non fosse per questo aspetto probabilmente neanche apparirebbero sulle cartine geografiche. Avete capito di quali luoghi sto parlando? Citiamo i più importanti…

Plzen (168.808 abitanti)

Città della Repubblica Ceca, situata in Boemia occidentale, è il capoluogo della regione omonima e il quarto centro per popolazione dell’intera nazione, sebbene il numero di abitanti non sia elevatissimo – è pari a quello di Perugia, ventitreesima  in Italia. Ma soprattutto è il luogo dove nell’ottobre del 1842 venne prodotta la prima Pilsner al mondo, la birra che cambiò per sempre la birra. Molti di voi avranno sentito la storia infinite volte: si trattava dell’odierna Pilsner Urquell, una lager di colore dorato (una rarità al tempo), fresca, fragrante e, per la prima volta in assoluto, bella da vedere. Ammaliò i consumatori con la sua eleganza, tanto visiva quanto gustativa, trasformando completamente le abitudini dei bevitori. A livello organolettico le sue caratteristiche uniche erano riconducibili all’uso di luppolo Saaz, di malto Pils  e della particolare acqua della città, adatta a una ricetta del genere. Oltre a essere la capitale della concezione moderna di birra, Plzen è uno dei pochi posti al mondo dove trovare la Urquell nella sua incarnazione più genuina. Molti appassionati vi si recano per queste ragioni, diversamente avreste mai pensato di inserirla come tappa di un viaggio in Repubblica Ceca?

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Burton-on-Trent (43.784 abitanti)

Il piccolo centro di Burton-on-Trent si trova nell’area est dello Staffordshire, in piene Midlands. Nonostante le sue modeste dimensioni, alla fine del XIX secolo diventò la capitale birraria del Regno Unito, riconosciuta come stella polare per tutti i birrifici della nazione. Sembrerebbe che le origini brassicole di Burton derivino addirittura dalla presenza di un monastero benedettino fondato nel 1004 e già alla fine del XVI secolo la cittadina presentava un gran numero di produttori che distribuivano le loro birre in tutta l’Inghilterra. L’azienda più importante fu sicuramente la Bass, primo marchio birrario a ottenere fama in tutto il mondo e famosa per due birre diventate un riferimento per molti birrai: la Bass Pale Ale e la Bass N°1, modelli rispettivamente degli stili India Pale Ale e Barley Wine. Anche Burton, così come Plzen, aveva nella sua acqua uno degli ingredienti più importanti nell’esaltare la qualità delle birre lì prodotte.

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Bamberga (69.827 abitanti)

Città extracircondariale della Baviera e uno dei centri più importanti della Franconia, Bamberga è un luogo magico per gli appassionati di birra, nonostante sia estremamente affascinante anche da un punto di vista meramente turistico – tuttavia credo che sia spesso ignorata dai tour operator. In passato ho raccontato di come in Germania si stiano progressivamente perdendo i legami con la propria tradizione brassicola, ma fortunatamente resistono piccoli avamposti storici, tra cui Bamberga è probabilmente il più importante. La cittadina bavarese è infatti conosciuta per tenere in vita le antiche birre affumicate, prodotte ancora come una volta da Heller Trum (proprietaria del marchio Schlenkerla) e Spezial. Oltre a queste due aziende, la cittadina è un brulicare di birrifici, con una concentrazione impressionante – e pensare che in passato il rapporto birrifici/abitanti era ancora maggiore! Inoltre l’influenza di Bamberga si ripercuote su tutta l’area dell'”hinterland”, dove diversi birrai preservano le tradizioni brassicole di un tempo: il sistema dello Zoigl, ad esempio, è decisamente indicativo.

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Pajottenland

Se per le precedenti nazioni sono riuscito a trovare piccoli centri che hanno scritto la storia della birra, per il Belgio ho avuto diverse difficoltà. Non perché in questa nazione non si trovino esempi importanti, tutt’altro: sono così tante le cittadine ad aver acquisito un’importanza storica che mi rimane difficile indicarne una su tutte. Per questa ragione mi sono orientato piuttosto su un’intera regione, il Pajottenland, che credo sia conosciuta solo dai rispettivi abitanti e dagli appassionati di birra 🙂 . Questa area a sud-ovest di Bruxelles è la patria del Lambic e delle birre a fermentazioni spontanea, ultimi esempi di un metodo produttivo che affonda le sue radici nei secoli. E’ qui che le produzioni acide raggiungono la loro massima espressione grazie al mix unico di microorganismi selvaggi presenti nell’aria. Ora ditemi: se non fosse stato per la birra, avreste mai sentito parlare di questa regione?

Albany (94.172 abitanti)

Attraversando l’Atlantico, anche negli USA troviamo una piccola città che ha scritto la storia della birra locale. Si tratta di Albany, capitale dello stato di New York, che per gran parte del XIX secolo ha giocato un insospettabile ruolo da protagonista nella scena birraria americana. Oggi molti blogger ed esperti stanno cercando di ricostruire l’importanza che ebbe questa città nell’ambiente e, soprattutto, di risalire alle caratteristiche delle Albany Ale. Il centro infatti fu così influente che le birre prodotte in loco divennero un vero e proprio stile, ormai scomparso. Albany sfruttò la sua posizione sull’Hudson, a metà strada tra le fonti di materie prime e il porto di New York, raggiungendo la fama birraria che oggi molti documenti confermano. A quanto pare, si conoscono pochi dettagli sulle Albany Ale: erano probabilmente assai luppolate (varietà Cluster), utilizzavano un’acqua molto dura e presentavano un contenuto alcolico elevato (da 6,5% a 7,5%, ma c’è chi ipotizza persino 9% – 10%).

Birzai (15.262 abitanti)

Molto meno importante ma comunque interessante è il paesino lituano di Birzai, dove esistono una miriade di birrifici che producono ancora le antiche Kaimiskas, particolarissime birre della fattorie. La Lituania non è certo paragonabile come importanza birraria ai paesi precedentemente descritti, ma anche in questo caso è curioso notare come un piccolo centro raccolga gran parte delle tradizioni brassicole di un’intera nazione.

Avete da aggiungere altri luoghi? Quale cittadina segnalereste per l’Italia?

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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10 Commenti

    • Io con Antidoto comunque non c’entro niente, scrivevo semplicemente sul forum. Al Dog&Duck ci sarò andato 5/6 volte in tutta la mia vita

  1. Piozzo, Nicorvo, Lurago Marinone. (Aggiungerei “quartiere Lambrate”. Ora si parla di Mliano, ma fino a qualche anno fa si parlava distintamente di Lambrate, Giambellino, Isola ecc.ecc.)

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