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Nuovi birrifici italiani: Birroir, Aqua Dulza, Revertis e I Peuceti

birroirRipercorrendo l’archivio del blog mi sono accorto che è addirittura da fine luglio che non scrivo un aggiornamento sui nuovi birrifici italiani. Dato il continuo fermento nell’ambiente – nonostante le crescenti difficoltà italiane nel fare impresa – direi che è il caso di correre ai ripari, presentando quattro nuove aziende brassicole partite da poco. La prima si chiama Birroir e ha aperto i battenti a Capannori (LU) non molti mesi fa. La peculiarità è di essere un birrificio tutto al femminile, nato dall’iniziativa di tre amiche che hanno deciso di lasciare i rispettivi lavori per lanciarsi in questa avventura. I loro nomi sono Elisa Tealdi, Elena Di Martella Orsi (che si occupa della produzione) e Alejandra Folgado Majo.

Il nome del birrificio chiaramente si ricollega al concetto enologico di “terroir”, reinterpretandolo però in chiave brassicola e utilizzandolo come strumento per esprimere “un mix di eccellenze territoriali, cultura, tradizione e passione”. La zona dove sorge lo stabilimento non è stata individuata a caso, poiché si tratta di un comune in cui l’amministrazione locale ha portato avanti politiche di tutela e miglioramento dell’acqua. Le birre prodotte al momento sono due: Isotta è una Blond Ale d’ispirazione belga, fruttata ed equilibrata; Gigliola invece una Pale Ale di stampo inglese, dal bouquet complesso e dal gusto deciso. Per saperne di più vi rimando alla pagina Facebook del birrificio, mediante la quale le tre ragazze stanno facendo un bel lavoro di comunicazione.

aqua_dulzaSpostiamoci più a nord e fermiamoci sulle sponde del Lago di Como, al quale fa espressamente riferimento il progetto Aqua Dulza. Tale legame si concretizza in diversi aspetti: nei nomi delle birre, innanzitutto, ma anche nell’identità grafica dell’azienda, che si ispira alle opere del Movimento Italiano Architettura Razionale, nato negli anni ’30 e di cui il maggiore esponente fu il comasco Giuseppe Terragni. Il birraio è Giovanni Marsan mentre l’obiettivo dell’azienda è di produrre birra “vera” e di alta qualità sempre nel segno del legame con il territorio.

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Anche Aqua Dulza al momento produce tre birre. La prima, riconducibile a una Blanche belga, si chiama 3mezzina (5% alc.) e prende il nome dalla zona omonima del Lario, famosa per le ville fastose e i panorami mozzafiato. La seconda si chiama invece Via Regia (6% alc.) e oltre a impiegare luppoli anglosassoni e americani, prevede una speziatura con foglie di gelso. Qui il nome si ricollega a una delle strade più antiche del luogo. L’ultima nata è invece la Patria, una Porter realizzata con l’impiego di cicoria.  Ulteriori informazioni su Aqua Dulza sono disponibili sulla relativa pagina Facebook.

revertisIn Valtellina e più precisamente a Caiolo (SO) è invece da poco operativo il Birrificio Revertis, battezzato con lo stesso nome con cui nel dialetto locale si indica il luppolo selvatico. L’iniziativa parte da tre amici ex homebrewer che, a differenza di altri “compagni di ventura”, hanno deciso di non abbandonare le loro precedenti attività lavorative preferendo restare con i piedi ben saldi a terra. L’impianto ha una capacità di 500 litri e le cotte (doppie) al momento vengono effettuate nei week end, mentre le altre operazioni (imbottigliamento, etichettatura, ecc.) occupano il tempo libero a disposizione del trio.

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Al momento Revertis produce tre birre, alle quali sono stati dati i nomi delle corrispondenti unità di amaro – a voi giudicare se è una scelta valida o meno, io ho pochi dubbi in merito 🙂 . La Revertis 31 è un Amber Ale dal contenuto alcolico non certo indifferente (7%), realizzata con luppolo neozelandese; la Revertis 72 (6% alc.) è invece un’American Pale Ale piuttosto amara (inutile che vi scriva gli IBU), luppolata con qualità americane. La Revertis 45, infine, è una Pale Ale facile da bere, che prevede una gradazione alcolica contenuta (5%) e l’impiego di luppoli nobili inglesi. Ulteriori informazioni sull’azienda sono disponibili sul relativo sito web.

peucetiPer concludere spingiamoci nel profondo sud e in particolare a Bitonto (BA), dove, come apprendiamo dal sempre puntualissimo Angelo Ruggiero di Berebirra, è da poco partita l’avventura del birrificio I Peuceti. Anche in questo caso alle spalle ci sono tre soci: Giuseppe Pasculli e i birrai Giuseppe Sannincandro e Mario Ricci, tutti provenienti dal mondo dell’informatica – caso curiosamente non insolito nel settore artigianale. Il nome del birrificio è quello di un’antica popolazione del barese, mentre il logo richiama una moneta dell’epoca. La sala cotte è da 5 hl e la capacità totale dell’impianto raggiunge i 20 hl.

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La produzione è proprio nelle sue primissime fasi e la gamma inizialmente sarà incentrate su tre birre: una Golden Ale di stampo anglosassone, una Belgian Ale e una Saison. Sempre Angelo ci svela i dettagli della prima: si chiamerà Cattedrale (omaggio all’edificio ecclesiastico di Bitonto) e avrà caratteristiche molto “british”. Per aggiornamenti vi consiglio di dare un’occhiata alla pagina Facebook de I Peuceti.

 

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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5 Commenti

    • Io invece temo che Marsan sia un nostalgico del fascio e possa in futuro essere tentato di chiamare “Dux” una sua birra 🙂
      Per quanto riguarda invece Revertis, c’è da restare allibiti di fronte al fatto che siano stati necessari gli sforzi profusi da ben tre menti, per partorire nomi di birre così insensati e ineluttabilmente destinati all’oblio 🙁

  1. Il problema è che nascono un po’ troppo velocemente, sempre chiaramente da HB con esperinza minimale…i tempi dei pionieri in Italia sono finiti e spero che ci sia sempre più professionalità e meno “artigianalità”…
    Consiglio a qualsiasi HB in procinto di aprire un birrificio di farsi un po’ di esperienza e di far assaggiare le sue birre a chi di dovere; di fare i test delle sue creazioni agli amici e non ai clienti; di fare una sola birra HB fino a quando non e quasi perfetta..e di leggere (ora è tradotto in italiano) il testo di Ray Daniels!!

  2. Ottima la birra delle ragazze di Birroir! Ben vengano queste attività, un grosso in bocca al lupo alle persone che come loro, nonostante il momento economico italiano non favorevole, decidono di mettersi in gioco e con passione, professionalità e perseveranza contribuiscono a dare prodotti artigianali di alta qualità.

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