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Due nuove stagionali da Great Divide

Il produttore statunitense Great Divide, piuttosto apprezzato anche da noi, ha deciso di festeggiare l’arrivo della primavera con due nuove birre stagionali che vanno ad arricchire il catalogo già abbondante del birrificio. Come riportato da Beernews, infatti, saranno presto disponibili le nuovissime Great Divide Dunkel Weiss e Great Divide Saison Farmhouse Ale.

La prima birra rientra nel classico stile delle birre di frumento tedesco, qui nella loro versione “scura”, da noi meno conosciuta rispetto alla tradizionale Hefeweizen (le Weiss chiare e opalescenti). Anche in America devono avere poca confidenza con questo stile, se il sottotitolo nell’etichetta ne riassume i caratteri: “Dark Wheat Ale”. Ecco come il produttore presenta la sua nuova creatura:

Pensate a questa birra come al fratello maggiore della hefeweizen. Il piacevole incontro tra il frumento e il malto scuro tedesco produce un corpo medio e un colore castano, mentre il nostro personale lievito regala sentori di banana e chiodi di garofano. Se ti piacciono le birre di frumento, scopri il loro lato Dunkel, non resterai deluso. Assolutamente evita di mettere una fetta di limone nel boccale.

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La seconda novità invece si ispira allo stile belga delle Saison, birre ideate per i mesi caldi, con una speziatura e un pepato caratteristici che aiutano ad allontanare la sete. La Great Divide presenta questa sua seconda stagionale in questi termini:

E’ il nostro omaggio alle birre che per secoli hanno spento la sete degli agricoltori del Belgio. Prodotta con malto, frumento e riso e fermentata ad alte temperature con uno speciale mix di 4 diversi ceppi di lievito, questa Saison è fruttata , con un finale secco che la rende uno degli esempi più rari di connubio tra complessità e capacità dissetanti.

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Il caldo è alle porte, prepariamoci ad essere invasi da una marea di prodotti ideali proprio per la stagione in corso. Solo al pensiero mi viene sete…

Andrea Turco
Andrea Turco
Fondatore e curatore di Cronache di Birra, è giudice in concorsi nazionali e internazionali, docente e consulente di settore. È organizzatore della Italy Beer Week, fondatore della piattaforma Formazione Birra e tra i creatori del festival Fermentazioni. Nel tempo libero beve.

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3 Commenti

  1. Mmm..Sul serio,ora arrivano delle superbirre..Certo che questa definizione tutta USA di “Farmhouse ale” è molto particolare, ma strana. Come anche la Bam di Jolly Pumpkin o la Red Barn di Lost Abbey. Ma calcolando che indicano le Saison e sono tutte figlie della Dupont, le chiamano così per spunto indipendentista come fanno gli yankee in ogni cosa o vorrebbero sottolineare ancora che queste birre più di altre sono legate alla tradizione contadina (sì,europea)? E’ possibile che nelle lande del dollaro praticamente ogni stile dev’essere rinominato? E’ nella sostanza che bisogna spiccare, non nella forma. E non sono convintissimo che in questo (sotto ogni punto di vista) gli americani siano dei campioni. Ma vabbè. Io continuerò a tracannarmi Estivale e Dupont, che guardano le “birre della fattoria” dello zio Tom dall’alto e che sono semplici Saison..Senza nomi strani che ormai fanno stile (nel doppio senso ;)) Quant’è bello e chiaro non so: Westmalle Tripel. Punto. No, Comrade Bill Bartrams Egalitarian Anti-Imperialist Soviet Stout…Ma vaff..Tra un pò mi serve il Toefl pè ‘na pinta..
    Ciao, Lorenzo (in America aka: european traditional identity defender and good-drinkin’ barrel aged paladin. In Europa: Lollo)

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