Ogni martedì su Cronache di Birra siamo soliti riportare panoramiche sulle birre inedite dei birrifici italiani. È un appuntamento fisso, che si ripete ogni settimana e che, alla fine dell’anno, ci permette di raccontare 300-400 birre diverse. A esse se ne aggiungono almeno altrettante che ci “limitiamo” a censire sul nostro portale Whatabeer. In totale dunque parliamo di centinaia di produzioni diverse, grazie alle quali possiamo tenere traccia delle tendenze del mercato. È con questo spirito che lunedì 17 febbraio, nel corso di Beer Attraction, presenteremo la prima edizione di Italian Craft Beer Trends, un report annuale con dati, statistiche e grafici tratti dall’immenso database di Whatabeer. Nei prossimi giorni racconteremo meglio il progetto, nel frattempo vi lasciamo con un’altra interessante carrellata di birre inedite che, per inciso, contribuiranno a costruire la base per il report del prossimo anno.
Alder
Nel 1998 l’allora FIAT lanciò la Multipla, destinata a diventare un cult per la sua inenarrabile bruttezza. Ventisette anni dopo il birrificio Alder (sito web) ha prodotto la Multipla (6,5%), una nuova luppolata che di certo non corre gli stessi rischi dell’omonima vettura. La ricetta nasce dall’idea di abbinare i tradizionali luppoli delle West Coast IPA old school con tecniche produttive e formati moderni. Le varietà ovviamente sono tutte americane (Amarillo, Simcoe, Citra e Cascade), mentre il grist è costituito da malto Pils con un pizzico di Cara. Infine la fermentazione è eseguita grazie a un lievito California Ale. Il risultato è una birra dall’aspetto limpido, secca e con un amaro presente e ben bilanciato. La componente maltata è leggera e accompagnata da note di pompelmo e piney in evidenza, frutta a polpa gialla e sfumature balsamiche e leggermente floreali.
Birrificio Clandestino e altri
La scorsa settimana si è tenuta presso il Buskers Pub di Roma la presentazione ufficiale della Hoppy Ending (4,2%), una Pacific Pale Ale figlia di una mega collaborazione. La birra infatti è stata realizzata dal Birrificio Clandestino (sito web) insieme ad altri otto produttori: Croce di Malto (sito web), Bastian Contrario (sito web), Lucky Brews (sito web), Basei (sito web), Renton (sito web), Rebel’s (sito web), Okorei (sito web) e Edit (sito web). Inoltre hanno partecipato Barthhaas X e il già citato Buskers Pub. La Hoppy Ending è prodotta con luppoli Galaxy e Vic Secret, che dominano la scena conferendo toni tropicali e agrumati. Limpida, pulita e moderatamente secca, si lascia bere con estrema facilità, restituendo sensazioni decisamente piacevoli.
Radiocraft
Qualche giorno prima, sempre a Roma, il birrificio Radiocraft (sito web) ha presentato la sua nuova Karashò (6,7%), attaccata in anteprima alle spine del Mashroom, che ha partecipato alla sua genesi insieme al locale Oak di Napoli. Si tratta di una Hazy IPA, dunque presenta la tipica velatura della tipologia stile, mentre al palato un corpo medio sostiene l’abbondante luppolatura, con richiami all’ananas e agli agrumi. La Karashò non è l’unica novità di Radiocraft, perché bisogna anche registrare l’uscita della Riders on the Storm (7%), una birra acida brassata con malto torbato e aggiunta di lime. L’idea è rendere omaggio al mondo dei miscelati (Mezcal sour e Whisky sour), abbinando la freschezza dell’agrume alle delicate note di torba, ulteriormente ammorbidita dalla chiusura acida.
Liquida
Due sono anche le novità provenienti dal birrificio Liquida (sito web) di Ostellato (FE). La prima si chiama Thurn (5%) ed è una bassa fermentazione ispirata alle classiche Pilsner della Boemia. È realizzata con solo orzo tradizionalmente maltato a terra, esaltato da un ammostamento tramite decozione. Anche la luppolatura è molto classica, ricorrendo alla sola varietà Saaz, mentre della fermentazione è responsabile il lievito Prague Lager. L’identikit della Thurn rispecchia ciò che vi aspettereste di trovare in una Bohemian Pilsner: colore oro, facile da bere e molto appagante, con note di miele che si intrecciano con i sentori floreali del luppolo. L’altra new entry di Liquida si chiama Land Sfera (4,6%) e può essere considerata la Hausbier del produttore emiliano. C’è infatti molto legame con il territorio: il luppolo è totalmente coltivato in casa (varietà Columbus e Crystal) e la base fermentescibile prevede un’ampia percentuale di malto Eraclea (prodotto in Pianura Padana) in aggiunta a un particolare malto di Bamberga.
Kashmir
Restiamo nell’ambito degli stili di stampo tedesco per introdurre la Red Monk (8%), ultima nata in casa Kashmir (sito web). Appartenente allo stile delle Doppelbock, a livello visivo la Red Monk si contraddistingue per un intenso colore rosso rubino e una schiuma cremosa color avorio. Interessante la scelta del birraio Romain Verrecchia di unire la ricchezza dei malti tipica della tipologia con la nota balsamica del luppolo Polaris, una varietà tedesca relativamente recente (2012). Proprio il contributo del luppolo è utile per snellire la bevuta e bilanciare le note di caramello, frutta secca e miele di castagno provenienti dall base maltata. Il luppolo è protagonista anche sul finale, conferendo un tocco amaro che solitamente manca nelle Doppelbock tedesche e che invece può favorire la bevibilità. La Red Monk è disponibile in fusti e lattine.
Otus
Chiudiamo con le tante novità del birrificio Otus (sito web) di Seriate, in provincia di Bergamo. La prima si chiama Brown Porter (4%) e prende a modello l’omonimo stile britannico delle origini, riservando al malto Brown il ruolo di protagonista con i suoi intensi toni di caffè e torrefatto. È disponibile in due versioni: una “normale”, con bassa carbonazione di anidride carbonica, e una “Nitro” con carboazoto per una resa più setosa al palato. Nel mese in corso poi usciranno anche la Double IPA (7,8%) e la Bitter (4%). La prima richiama le interpretazioni moderne dello stile, con un profilo tropicale (luppoli Mosaic, Citra e Nectaron) e una decisa secchezza. La seconda invece è una classica Bitter britannica, brassata con malti Maris Otter, Crystal e Amber e luppoli Challenger e Endeavour. Poco carbonata, equilibrata e facile da bere. In altre parole la classica birra da bancone.