La panoramica di oggi sulle nuove birre italiane si apre con un interessante trittico proveniente da Canediguerra (sito web), birrificio che fino a oggi aveva concentrato la sua produzione standard quasi esclusivamente su stili di stampo angloamericano e su basse fermentazioni di tradizione centro-europea. Recentemente invece ha annunciato un deciso sconfinamento in terra belga con tre creazioni che appartengono a questa ulteriore cultura brassicola: Blanche (5,4%), Saison (6,4%) e Tripel (9%). Come potete immaginare anche dai nomi, le ricette sono perfettamente in linea coi modelli di riferimento e non lasciano spazio a superflue personalizzazioni. Inoltre tutte le birre sono rifermentate in bottiglia. Una scelta lontana dalle mode del momento, come ha sempre dimostrato di essere il birraio Alessio “Allo” Gatti. Da provare assolutamente se apprezzate le tradizioni del Belgio.
Voltiamo decisamente pagina con l’ultima novità annunciata da Crak (sito web), birrificio formalmente nato nello stesso periodo di Canediguerra ma da sempre caratterizzatosi per scelte diametralmente opposte. La nuovissima Party Animals (7%) è infatti una Double Dry Hopped Rye IPA realizzata in collaborazione con il produttore norvegese Lervig (sito web). Per chi è poco avvezzo con la terminologia birraria cerchiamo di spiegare la definizione di questa birra: è un’India Pale Ale di stampo moderno, la cui base fermentescibile prevede una percentuale di segale (rye) in grado di amplificare la complessità aromatica e la rotondità della bevuta. Inoltre è generosamente luppolata con varietà Citra, Mosaic ed Ekuanot utilizzate anche a freddo (dry hopping, che qui diventa “double” per la quantità di luppolo impiegato). Per i tanti amanti del genere.
Grandi manovre in casa Baladin (sito web), birrificio che recentemente fa spesso capolino in rassegne di questo tipo. La birra annunciata da poco si chiama Italian Alley e fa parte di un progetto più grande che ha visto recentemente sbarcare l’azienda di Piozzo a Londra, con 5 locali gemelli situati nel cuore di Camden Town. Di questa novità vi parlerò in futuro nella rubrica apposita, qui invece occupiamoci della birra: Italian Alley (4,8%) è una Blonde Ale è una birra relativamente leggera e molto facile da bere, dall’anima versatile. La caratteristica principale risiede nell’equilibrio tra le note erbacee e floreali e quelle agrumate, così come tra i toni delicati del luppolo e le sfumature aromatiche del cereale. La ricetta prevede l’aggiunta di scorze di agrumi e spezie, ma in generale risulta molto pulita e fresca, adatta a tutte le occasioni. Ulteriori informazioni sono disponibili sul nuovo sito di Baladin.
Avvincente l’idea da cui nasce l’inedita Smoked Hops (5,5%) del birrificio Hilltop (sito web), cioè quella di proporre una birra adatta ad accompagnare degnamente i barbecue con cui avremo sempre più a che fare con l’arrivo della bella stagione. La creazione di Conor Gallagher Deeks può essere dunque definita una Hoppy Golden Rauch, cioè una chiara decisamente affumicata con un leggero dry hopping di Ekuanot e Mosaic per aggiungere sfumature di agrumi e zest al ventaglio aromatico. È una birra dal carattere importante ma anche facile da bere, che si distingue anche per la capacità di pulire il palato durante un bbq impegnativo. Un valore aggiunto non irrilevante, senza dimenticare che il profilo affumicato si sposa alla perfezione con il gusto della carne alla brace. Assolutamente da testare sul campo!
Restiamo nel Lazio per una doppietta di novità provenienti da Tibur Brewing Factory (sito web), birrificio della provincia di Roma (nello specifico siamo a Tivoli). La prima new entry si chiama Flamingose e appartiene a quel sottogenere molto particolare – e probabilmente degno ormai di una sua propria identità – contraddistinto da Gose aromatizzate alla frutta. In questo caso oltre al sale rosa dell’Himalaya troviamo scorza di limone e fiori di ibisco, quest’ultimi in grado di regalare un intrigante aspetto rosato. Chiaramente è una birra anche leggermente acidula, a causa della presenza di lattobacilli. La seconda creazione di TBF si chiama semplicemente NEIPA (5%) e chiaramente si ispira allo stile delle New England IPA, sebbene anche in questo caso ci sia l’aggiunta di frutta. Nello specifico la ricetta prevede l’impiego di polpa di mango fresco, che contribuisce al bouquet finale insieme ai toni erbacei e tropicali dei luppoli utilizzati (varietà neozelandesi e americane). Birra bilanciata e delicatamente amara, praticamente una Session IPA.
Potevamo forse concludere senza citare un’Italian Grape Ale? Certo che no e quella che andiamo a presentare oggi è la Quat Bot (8,5%), interpretazione del “quasi” stile tutto italiano ad opera del birrificio piemontese Beer In (sito web). La ricetta prevede una percentuale piuttosto elevata (35%) di mosto di uve Nebbiolo, oltre a un affinamento di 12 mesi in legno. Il risultato è una birra molto complessa, in cui il passaggio in botte esalta le note del frutto. Interessante anello di congiunzione con il mondo del vino, che peraltro si è aggiudicato una menzione d’onore all’ultimo Birraio dell’anno insieme alla sorella Bramabirra, realizzata invece con mosto di Bramaterra (e anche medaglia d’oro nell’edizione 2018 del concorso).